Comunali Faenza 2020: il centrosinistra va oltre la lite Malpezzi-Piroddi

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Il sindaco Malpezzi del PD ha litigato con l’ex-assessore e leader della lista civica “Insieme per Cambiare” Domizio Piroddi, ma il Partito Democratico non ha avuto attriti con “Insieme per Cambiare”: quindi, in vista delle elezioni comunali di fine maggio, il cammino delle due forze politiche dell’attuale maggioranza appare destinato a proseguire nell’ambito del centrosinistra.  In concreto, il dibattito in Consiglio Comunale di giovedì sera ha chiarito che “Insieme per Cambiare” non è più in maggioranza, che però con PD, Articolo Uno e La Tua Faenza dispone di 13 consiglieri più il sindaco a fronte di un’opposizione che raggiunge un massimo di 11.

Ma dall’immediato dopo voto Malpezzi non ci sarà più, mentre gli altri ci saranno ancora presumibilmente negli stessi posti e potranno dedicarsi, in caso di successo alle urne, al prosieguo dell’attività amministrativa.

Un amareggiato sindaco Giovanni Malpezzi – difeso da nessuno – ha ribadito la legittimità della sua scelta: avere “sfilato” all’inizio del mese all’assessore Domizio Piroddi la delega all’urbanistica edilizia e alle politiche territoriali per andare ad aggiungerla alle sue che sono sanità pubblica, Palio e attività rionali, affari istituzionali e legali, organizzazione, demografia, stato civile, elettorale. “… ammetto che il mio intervento del 2 novembre, poi formalizzato il 4, possa essere criticabile nei tempi e nei modi – ha detto il primo cittadino -. D’altra parte, faccio presente che, quando un sindaco attribuisce una delega, non si spoglia del suo ruolo e delle sue prerogative, perché soltanto il sindaco è eletto dai cittadini; gli assessori sono persone fiduciarie del sindaco”.

“Sindaco, chiarisca le sue allusioni!” ha esortato il capogruppo di IxC Paolo Cavina, il quale ha anche sentenziato che Malpezzi ora “non è sostenuto dalla maggioranza dei cittadini”. E Cavina, che così parrebbe essere in possesso di sondaggi incoraggianti, è indicato come il candidato sindaco per il centrosinistra da “Insieme per Cambiare”, lista civica di centro in procinto di modificare la denominazione in “Faenza nel cuore” (dall’omonima associazione) che ha trovato nuovamente piena vicinanza in Articolo Uno per voce del consigliere e segretario provinciale Luca Ortolani, nonché in Niccolò Bosi, capogruppo del PD.

Ma dietro l’angolo, da febbraio, spunteranno quasi certamente le elezioni primarie del centrosinistra, con il PD che vorrà indicare un “suo” candidato. Alla fine, però, PD, Articolo Uno, IxC, La Tua Faenza, L’Altra Faenza si sforzeranno di trovare la quadra e di mettersi d’accordo, prima di tutto contro il “pericolo leghista”.
Proprio in Consiglio, con evidente soddisfazione, il capogruppo della Lega ed ex candidato sindaco Gabriele Padovani, intervenendo ha sibilato tra l’altro “… sindaco, la sua carriera politica è finita… e lei si è cacciato in un vicolo cieco”.

Nella carne viva del problema, che ha scatenato tutta la vicenda ossia l’eventuale realizzazione di nuovi insediamenti urbani nella zona a monte della città, è entrato Edward Jan Necki, capogruppo de “L’Altra Faenza”, di fatto Sinistra Italiana, all’opposizione: “Vengano resi pubblici i documenti sulle manifestazioni d’interesse, si convochi la Commissione Terza per preparare la discussione in Consiglio e si valuti il reale interesse pubblico…”.

Il dibattito di giovedì ha comunque chiarito che la giunta Malpezzi arriverà a fine mandato, evitando scossoni e prese di posizione divisive per non gratificare Lega, MoVimento 5 Stelle e Rinnovare Faenza, perché questo consiglia l’appuntamento elettorale del 26 gennaio per il rinnovo dell’Assemblea Regionale e del presidente dell’Emilia-Romagna. Se poi il governo nazionale, dopo avere mangiato il panettone, non arrivasse a Pasqua, gli scenari politici di Faenza e il puzzle della scheda elettorale potrebbero cambiare radicalmente.

Rodolfo Cacciari

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