Romagna paga prezzo altissimo per gelate di fine marzo: secondo Cia perdita media dell’80% dei raccolti

Fra i Paesi produttori europei, la regione più duramente colpita dai danni da gelo è l’Emilia Romagna con una perdita produttiva media dell’80% dei raccolti.

Nei giorni scorsi se ne è reso conto di persona l’Assessore regionale all’Agricoltura Alessio Mammi, invitato da Cia Romagna, che lo ha accompagnato in alcune aziende romagnole tra le più colpite dove il danno è addirittura pari al 100%.

La Romagna, quindi, con albicocche, pesche, nettarine e susine, paga il prezzo più alto per le gelate di fine marzo-inizio aprile. “I danni sulla frutta primaverile-estiva sono di una criticità estrema, per il comparto, per l’indotto e per il mercato – dichiarano da Cia -. Anche Spagna e Francia, fra i principali concorrenti per la frutta estiva, hanno avuto problemi legati al meteo, ma non così devastanti come accaduto nella nostra regione e nelle aree per eccellenza vocate alla frutticoltura, come quelle della Romagna”.

Anche per tali motivi i vertici di Cia-Agricoltori Italiani dell’Emilia Romagna hanno invitato il nuovo assessore per una giornata romagnola all’insegna dell’approfondimento di diverse tematiche del settore primario: dal turismo rurale ai pesanti problemi che sta attraversando l’agricoltura del territorio. Presenti anche i componenti romagnoli della Giunta regionale di Cia: Danilo Misirocchi (presidente Cia Romagna), Stefano Francia (presidente Agia Nazionale) e Pierino Liverani (presidente Anp regionale).

Con Mammi sono state toccate tutte le criticità del settore, a partire dalla cimice asiatica, ma è stato trattato anche il tema dei danni da fauna selvatica, il crollo delle presenze in agriturismo ed anche le perdite nel settore florovivaistico. “Anno orribile per quasi tutti i comparti, da Rimini a Piacenza – concludono -, con anche i prezzi in caduta libera di Parmigiano e suini. Una grave situazione di perdita di reddito e di lavoro delle imprese, non solo di quelle agricole: un danno che a catena si riversa dal primo anello lungo tutta la filiera: produttori in difficoltà, strutture di lavorazione chiuse, mercati persi”.