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Porto di Ravenna. Ancisi (LpRa): “inefficace il protocollo sulla sicurezza. Non istituito l’osservatorio sulla legalità”

Alvaro Ancisi (capogruppo di Lista per Ravenna) sottolinea la necessità che vengano messe in campo iniziative reali perché la “svolta radicale nelle politiche della sicurezza del lavoro non resti solamente invocata”.

“Abbiamo letto che nei prossimi giorni, Filt Cgil, Fit Cisl e Uil Trasporti avanzeranno al Prefetto “atti concreti per potenziare la prevenzione degli infortuni nel porto ed aumentare i controlli e la repressione degli illeciti riguardanti la sicurezza sul lavoro”. Questo va bene. Ma la strada è molto lunga e le risposte non sono più rinviabili ad ulteriori lutti” commenta Ancisi.

In merito al Protocollo sulla sicurezza del lavoro portuale, il capogruppo di Lista per Ravenna domanda “che fine ha fatto, quanti pochi risultati ha prodotto, quanti vuoti non è stato in grado di colmare e quali impegni non ha assolto, il declamatissimo “Protocollo d’intesa per la pianificazione degli interventi sulla sicurezza del lavoro nel porto di Ravenna”, sottoscritto il 1° febbraio 2008 da tutti gli attori pubblici aventi parte e competenze in causa: Prefetto, Regione, Provincia, Sindaco, Autorità Portuale, Autorità Marittima. AUSL, ISPELS, DPL, INPS, INAIL, Vigili del Fuoco, con il vigile concorso delle centrali di categoria, cooperative e sindacali? Il suo rinnovo del 10 febbraio 2011 e quello del 17 luglio 2017, scaduto il 1° gennaio 2021, che ha esteso l’intervento e il controllo sulla sicurezza alle aree e attività non strettamente riguardanti le attività di sbarco/imbarco, onde esprimere “al meglio il ruolo della prevenzione per tutti i lavoratori che rientrano nelle attività lavorative del porto ravennate”, che risultati hanno prodotto o no e verso quali più efficaci azioni dovranno essere urgentemente orientati?

“Il sindaco e la giunta comunale diano risposta agli impegni loro assegnati dall’ordine del giorno del consiglio comunale, approvato il 27 luglio 2018 – sottolinea Ancisi -, di “promuovere l’attivazione in sede prefettizia di un ‘Osservatorio per la legalità e la sicurezza sul lavoro’ che possa fare da coordinamento attivo, coinvolgendo tutti gli attori della filiera del lavoro interessati […]” . L’Osservatorio “dovrà essere uno strumento utile al monitoraggio della concreta applicazione dei protocolli sugli appalti pubblici e privati, sulla sicurezza, sul rispetto delle condizioni di lavoro […], un collettore di informazioni e relazionare annualmente sulle criticità emerse e sull’andamento degli infortuni nel lavoro dei diversi settori […], monitorare e relazionare sulla situazione delle condizioni lavorative delle donne affinché sia garantito il rispetto dell’art. 37 della nostra Costituzione […], la progettazione di attività finalizzate ad incentivare la cultura della sicurezza e della legalità allo scopo di prevenire le problematiche in premessa”. Al di là di “un informale riscontro positivo” espresso dal Prefetto un anno fa, nulla si è saputo dell’avvenuta istituzione di tale Osservatorio.

 

Commenti

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  1. Scritto da batti

    ancisi, non è inefficace il protocollo solo al porto ma ovunque, si è sempre parlato di sicurezza, poi dalla mecnavi in avanti si sono svolte le parate polisindacali, con interventi piu o meno come questi, e sono calati i lavoratori effettivi e aumentati i morti. queste sono iniziative che vanno bene alla camera mortuaria per sollevare i famigliari, ma senza un analisi del problema piangeremo molti dei nostri figli