La Casa di Grazia. A Cervia si discute sul destino della villetta vacanze della Deledda. Patrizia Asproni propone di partire da dialogo con la proprietà

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Indignazioni, scetticismi, speranze. La campagna per restituire la casa di villeggiatura di Grazia Deledda a Cervia ad un uso pubblico, lanciata da Ravennanotizie, è stata accolta da una gamma di emozioni molto diverse tra loro, ma non da indifferenza. L’interesse è alto, insieme alla curiosità di capire se – a 30 anni dall’acquisto da parte di privati dell’abitazione della prima e finora unica scrittrice italiana Premio Nobel per la letteratura – il corso della storia possa essere cambiato.

Villa Caravella, che si trova in via Cristoforo Colombo, è di proprietà della famiglia che possiede anche l’hotel Odeon. Il sito web dell’albergo non menziona Grazia Deledda limitandosi a segnalare la disponibilità di una ‘’silenziosa residenza’’. Il piano tecnico del villino (una sorta di carta di identità che gli Uffici tecnici del Comune stilano per ogni villa storica di Cervia) ci dice che l’edificio – costruito su due piani nel tipico stile degli anni Venti – ha forti vincoli sulla parte esterna, ma nessuna particolare restrizione per i locali interni. Non sappiamo, quindi, se lo studio dove Deledda ha pensato o scritto alcune delle sue opere o dove ha ricevuto le sue amiche cervesi, come la maestra Lina Sacchetti e la ‘dottoressa dei poveri’ Isotta Gervasi, e scrittori, come Marino Moretti dalla vicina Cesenatico, e Alfredo Panzini da Bellaria, abbia ancora le stesse caratteristiche o non sia stato allargato o inglobato in altre stanze. Sappiamo invece che il giardino, dove Grazia Deledda si fermava a parlare con Trucolo, lo stagnino gobbo di Cervia di cui scrisse più volte nelle sue opere, ma anche con la lavandaia e la donna della piadina, oggi viene usato come parcheggio a disposizione degli ospiti dell’albergo.

Casa Deledda

È possibile ipotizzare un sopralluogo? Un incontro con la proprietà per capirne le intenzioni? La struttura alberghiera è associata a Confesercenti. Potrebbe essere l’associazione di categoria a fare questo primo passo? Secondo Patrizia Asproni, che da oltre 20 anni si occupa di management culturale e di industrie creative (è la presidente dell’Associazione nazionale Confcultura, di Fondazione Industria e Cultura e del Museo Marini di Firenze), la prima cosa da fare “è contattare i proprietari e instaurare un dialogo con loro, cercando una cooperazione e stemperando i possibili conflitti”.

Nuorese e membro del Comitato nazionale per il 150° della Deledda, come Marcello Fois anche Patrizia Asproni ritiene che vada esplorata ogni strada per riportare la Casa di Grazia ad un uso collettivo, riconoscendole il valore di dimora storica. “In questi 30 anni le cose sono cambiate. C’è una maggiore consapevolezza sul prestigio che dimore di questo tipo possono portare al territorio, soprattutto per un Comune, come Cervia, che vive prevalentemente di offerta turistica”.

L’operazione tra parte pubblica e proprietà privata potrebbe nascere sulle base di un negoziato ‘win win’, puntando quindi ad un vantaggio reciproco. “Il Comune, di concerto con la Regione e il Ministero, dovrebbe ovviamente assumersi alcuni costi, dalla manutenzione della villetta al pagamento dell’Imu e di altre spese, sgravando la proprietà da questi oneri in cambio di una disponibilità in mano pubblica concordata”, suggerisce Asproni.

Per arredare lo studio e le stanze di Villa Caravella, problemi zero: foto d’epoca consentirebbero a bravi artigiani locali di replicare mobili, vasellame, tessuti. La Biblioteca e l’Archivio storico di Cervia potrebbero fare la loro parte con libri, documenti, lettere, fotografie. Gli eredi non dovrebbero essere da meno, riportando a Cervia alcuni dei ricordi della loro celebre parente.

Studio Grazia Deledda

Lo studio di Grazia Deledda fotografato nel 1958 (Archivio Gino Pilandri, Biblioteca comunale di Cervia)

“Le idee potrebbero essere tante’”, si appassiona Patrizia Asproni, citando progetti collaudati come “My house is a Le Corbusier” animato dall’artista Cristian Chironi che lo ha portato a vivere in 30 case sparse in 12 paesi del mondo progettate dal grande architetto, oppure la possibilità di offrire ospitalità a scrittrici, legandola a progetti di romanzo.

Anche sui siti ‘Sei di Cervia se…’ e ‘Cervia la bellezza è la cultura’ commenti e proposte si sono susseguiti. La giornalista Letizia Magnani ha ricordato un progetto di anni fa con l’Ascom, poi caduto nel vuoto, per legare la villetta alla presenza a Cervia di Nobel. Massimo Previato (delegato del sindaco per il Parco Letterario) ha espresso pessimismo (“è un problema cronico”), per l’ex manager turistico Ermanno Zattoni il modello “molti soldi e subito” non è di aiuto, mentre Raffaella Marina ha allargato il discorso chiedendosi preoccupata “cosa accadrà” della Villa di Guareschi, in via Bellucci?’

Trucolo

Trucolo in un disegno di Giacomo Grazieri (Archivio Gino Pilandri, Biblioteca comunale di Cervia)

Tra le proposte, quelle di Franca Morigi e Guja Montini, che propendono per una mediazione: in cambio di un uso pubblico della villetta, offrire la possibilità di dormire nella stanza della scrittrice. Mentre Bianca Verri sogna “una dimora per artiste europee, non solo scrittrici”. (2-continua)

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