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Agenti comandati ad effettuare tampone molecolare… ma fuori servizio, perché?

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A seguito di segnalazione pervenuta da personale di personale del Corpo di P.L. oggi molti agenti di Polizia Locale sono stati comandati ad effettuare tampone molecolare. Per fare detto “tampone”, tutto il personale coinvolto si doveva recare al Comando di Lugo con auto di servizio, smarcare il cartellino marcatempo per poi rimarcare a fine accertamento. Per effettuare il tampone dovevano recarsi in uniforme e con l’auto di servizio nel piazzale antistante il Comando.

Chi ha disposto che l’accertamento avvenga fuori orario di servizio, forse non sa che in caso che la Polizia Locale venga a conoscenza di situazioni pericolose o illecite, in servizio o no, se in uniforme e con auto di servizio, deve recarsi immediatamente sul luogo con la massima urgenza. Se in questo caso succede qualcosa, incidenti, infortuni o altro, che tutela avrebbero questi Agenti fuori servizio?

Contattato il Comando di Polizia Locale telefonicamente e chiedendo di parlare con un responsabile mi veniva detto che la disposizione veniva dall’Ufficio Personale, che sentito telefonicamente tramite un operatore mi ha risposto che era una disposizione della Dirigente del Personale. A questo punto mi chiedo se la tutela degli operatori è un compito primario del Dirigente Responsabile che è anche il Datore di Lavoro e se in questo caso abbia applicato la regola prevista dall’art. 2087 del Codice Civile, sulla tutela delle condizioni di lavoro, che prevede “L’imprenditore è tenuto ad adottare nell’esercizio dell’impresa le misure che, secondo la particolarità del lavoro, l’esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l’integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro”.

Inoltre l’art. 32 della Costituzione stabilisce che “la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”; il successivo art. 35 prevede che “la Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni”. In tutto questo movimento di personale, tutti quelli dei Presidi esterni si sono recati a Lugo per smarcare il cartellino anziché farlo nel proprio presidio e recarsi al luogo del tampone, questo certamente non ha giovato al contenimento degli eventuali contagi. Forse sarebbe bene riconoscere come servizio anche il tempo del “tampone” a tutela di tutto il personale, facendolo andare dal presidio al luogo della prestazione sanitaria.

Sergio Menegatti – Coordinatore Provinciale S.U.L.P.L. Sindacato Unitario Lavoratori Polizia Municipale e Locale

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Commenti

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  1. Scritto da lorenzo

    menegatti sveglia, il mondo è andato avanti, fra un po quando l’europa si accorgerà che non abbiamo fatto nessuma riforma a cominciare da quella della pubblica amministrazione non ci darà una lira, poi voglio vedere con cosa vi pagheranno gli stipendi. Nel privato il dipendente si va a fare il tampone a spese proprie, altro che auto di servizio. E già che ci siamo nel privato si lavora mediamente 8 ore al giorno per cinque giorni, e non 36 alla settimana, con il piccolo particolare che l’azienda ti può lasciare a casa, praticamente quando vuole, ma di cosa sta parlando??