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Cisl FP Romagna sulla sanità: il personale è la vera risorsa per ogni riorganizzazione

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Nei giorni scorsi gli organi di informazione hanno dato notizia della definizione dei nuovi Livelli Essenziali di Assistenza da parte del Governo. E’ un atto di civiltà atteso da tempo ed un elemento di chiarificazione importante per l’efficienza e la piena funzionalità del Servizio Sanitario Nazionale. Vi sono inclusi, tra le altre cose, nuovi vaccini, l’eterologa e le terapie oncologiche.

Un provvedimento insomma che assicura all’Italia un posto di rilievo per quanto riguarda il diritto alla cura e alla tutela degli ammalati. Tuttavia non possiamo nascondere “sotto al tappeto” i problemi del Sistema Sanitario, nazionale e locale. E’ necessario ridefinire un piano di intervento che affronti e risolva le sofferenze degli operatori, molti dei quali da anni precari, del sistema; i primi che subiscono il sovraccarico di lavoro, la carenza di personale, il rischio concreto di demansionamento.  

Una situazione che si manifesta spesso anche nei presidi ospedalieri della Romagna, che seppur con diversa intensità, da anni sono ormai sofferenti sul piano degli organici, al punto da non consentire  la  regolare  e  completa  fruizione  dei  dovuti  periodi  di  riposo  al  personale,  o  da determinare l’accumulo e l’impossibilità di recuperare il maggior orario prestato, o da costringere il  personale  ad  effettuare  doppi  turni o rientrare  in  servizio  da  ferie  e  riposi  per garantire  la continuità assistenziale.  

Tutto questo a lungo andare rischia seriamente di avere riflessi non solo sul personale ma sulla tenuta stessa e sulla qualità dei servizi. Non può esserci insomma alcuna vera riforma o riorganizzazione sanitaria, nazionale o locale che sia, nemmeno quella della rete ospedaliera romagnola, che possa portare frutto se non si mette al centro il personale, la vera risorsa primaria nell’erogazione di servizi alla collettività.  

Qualsiasi altra strada, lo dimostra l’effetto delle politiche operate negli ultimi anni nei confronti del lavoro pubblico, non produce tutela dei servizi, ne’ un auspicato efficientamento che riduca gli sprechi. Dovrebbe essere ormai chiaro a tutti, ma ancor di più a chi amministra la cosa pubblica, che la corretta e proficua gestione della risorsa umana avviene tramite l’accrescimento del suo valore, non tramite il suo sfruttamento, e l’unico strumento per realizzare questo circolo virtuoso è la contrattazione.

Per questo occorre dar seguito a livello nazionale ai contenuti dell’accordo quadro sul lavoro pubblico sottoscritto lo scorso 30 novembre.  
Per questo occorre sviluppare un confronto e una contrattazione locali improntati alla massima attenzione nei confronti del personale. Volti in primo luogo alla definizione di contesti lavorativi e modelli organizzativi adatti, funzionali e compatibili, perché da questo, oltre che da un giusto trattamento economico, passa la miglior valorizzazione possibile della risorsa umana.  

Le occasioni anche per la stessa direzione dell’AUSL Romagna non mancano per dimostrare questa  attenzione,  a  partire  per  esempio  dalla  discussione  sul  nuovo  regolamento  per  le indennità di disagio. Non si tratta semplicemente di armonizzare sulla carta i regolamenti ancora esistenti nelle quattro ex aziende romagnole. La partita è ben più complessa e guai a trattarla senza la dovuta attenzione. Occorre allora vincere la tentazione di ottenere risultati veloci ad ogni costo, magari per dare riscontro a sollecitazioni di livello superiore, senza pensare a sufficienza agli  effetti  che  si  producono  o  non  si  producono  in  capo  ai  propri  dipendenti  ed  alle  loro
condizioni lavorative.

Cisl FP Romagna

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