Rifiuti Ravenna. Ass. Gazzolo: “quota a Forlì, nell’ambito della capacità di trattamento prevista”

“Il conferimento dei rifiuti ravennati rimarrà nell’ambito della capacità di trattamento già autorizzata degli impianti attivi. Quindi, anche a Forlì”. È questa la sintesi della risposta (allegata) fornita dall’Ass.re regionale all’ambiente, Paola Gazzolo, al question time del consigliere di FI Galli sul conferimento dei rifiuti del termovalorizzatore di Ravenna che la Giunta regionale ha deciso di chiudere a fine 2019.

Sull’argomento è intervenuto anche il consigliere regionale della Lega Pompignoli manifestando crescente preoccupazione: “l’equazione è semplice. Il termovalorizzatore di Coriano verrà utilizzato per smaltire i rifiuti indifferenziati provenienti dalla provincia di Ravenna fino al raggiungimento della capacità massima consentita dall’impianto stesso (120mila tonnellate annue). Se è vero che non ci saranno incrementi di quantitativi in termini assoluti, è altrettanto vero che l’impianto forlivese verrà sfruttato al massimo, cosa che al momento non avviene, con un conseguente incremento degli indici di inquinamento sul comprensorio cittadino. C’è da aggiungere che l’Ass.re Gazzolo ha dichiarato che non è prevista in alcun modo la programmazione di un nuovo impianto a Ravenna. Benissimo, ma non si capisce per quale motivo dovrebbero essere le altre provincie romagnole a prendersi in carico i rifiuti ravennati, considerato che alcuni Comuni, come quello di Forlì, sono impegnati da anni nella promozione del porta a porta e nell’abbattimento progressivo dei livelli di indifferenziata”.
“Ci spieghi il Presidente Bonaccini perché a subire il contraccolpo dovranno essere gli altri territori romagnoli, soprattutto quelli più virtuosi in termini di politiche ambientali” – conclude il leghista – “ci spieghi anche perché i forlivesi dovrebbero ammortizzare l’incapacità del capoluogo ravennate di far partire e mettere a regime un sistema virtuoso di raccolta differenziata. Quella presa dalla Regione Emilia-Romagna è una scelta per così dire ‘politica’ che premia, non si sa perché, il territorio ravennate a discapito degli altri. Il Piano regionale dei rifiuti, rivelatosi fin da subito deficitario, mostra oggi tutti i limiti”.