Italia Nostra lancia allarme sui pini di Viale Zara a Marina di Ravenna e propone diversa soluzione per manto stradale

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Dopo Via Maggiore a Ravenna, Italia Nostra scende in campo per difendere i pini di Viale Zara a Marina di Ravenna paventando una “nuova ecatombe di alberi”. Eppure i cittadini di Marina di Ravenna si lamentano da anni della situazione pessima dell’asfalto di quella strada a causa delle radici dei pini e attendono da tempo un intervento riparatore e/o risolutore. Ma Italia Nostra dice che in ogni caso non si devono abbattere alberi, soprattutto di fronte ai grandi cambiamenti climatici in atto.

“Continua la sistematica lotta agli alberi, ai produttori di ossigeno, ai mitigatori di calore, polveri, rumori e al rifugio per l’avifauna… nonostante gli sconvolgimenti climatici, la pianura padana luogo più inquinato d’Europa, i gas serra a livelli record annunciati ieri dall’Organizzazione Meteorologica Mondiale, il conseguente innalzamento fino a 3,2 gradi delle temperature globali, ed il dissesto idrogeologico. – scrive Italia Nostra Ravenna – Dopo via Maggiore, in parte forse salvata dalle proteste dei cittadini, si prosegue col forese. Segnalati abbattimenti a Piangipane, e subito i mostri da sterminare vengono sbattuti con gran risalto sui media, indicando costi, danni, fastidio dei cittadini, a cui molte volte anche le Amministrazioni pubbliche danno il pessimo esempio. Naturalmente non si ripiantuma nulla, perché gli alberi “aiutiamoli a casa loro”: vanno buttati fuori dalle città ed eliminati. In tutta Italia, ma anche nelle zone boscate, si sta assistendo al massacro senza precedenti di milioni di alberi talvolta antichissimi…”

“Con viva preoccupazione abbiamo letto, mesi fa, che la mano del Comune e dei suoi agronomi incaricati sarebbe arrivata anche a Marina di Ravenna. Il mostri (gli alberi, ndr), stavolta, stanno in viale Zara. Nel DUP 2019-2021 si legge: “Intervento di manutenzione in via Zara a Marina di Ravenna – tratto da via Ciro Menotti a via dei Mille, 850.000,00 euro” stanziati per il 2019. E c’è da preoccuparsi: – scrive ancora ITalia Nostra – durante un accesso agli atti, leggiamo di un verbale del 1° luglio 2019, redatto alla presenza dei tecnici del servizio strade, dove, così dice il verbale, è stato illustrato il progetto, comprensivo di elaborati grafici. Abbiamo domandato di poterlo vedere, e ci è stato detto che non c’era. Leggiamo che non sarà previsto il rifacimento della fognatura. E poi, il punto più inquietante: “Eliminare con uno screening gli alberi che non potranno più esistere. Questo già in fase di progettazione”. Nessun cenno a ripiantumazioni. I 68 bellissimi pini domestici di viale Zara kaputt? Davanti a tali evidenti brutti segnali, Italia Nostra, con spirito di collaborazione, ha ritenuto di dover interpellare nuovamente l’agronomo fiorentino Romanelli che redasse la perizia per i pini da salvare di via Maggiore, non accolta dal Comune di Ravenna.”

Secondo Romanelli “i pini del tratto da via Menotti a via Mameli sono quasi centenari, i restanti hanno circa una sessantina d’anni. Sono contornati da anguste aiuole e la strada è visibilmente affetta da discontinuità, cunette e dissesti legati alla sottostante attività di crescita degli apparati radicali degli alberi. Nel complesso, l’alberata appare in buono stato di conservazione…. La presenza del pino a Ravenna ed ancor di più a Marina di Ravenna è ormai storicizzata ed è compatibile con le caratteristiche del paesaggio, dettate anche dalla prossimità con il mare. La specie dunque si presta alla realizzazione di viali alberati capaci, quando correttamente realizzati e curati, di notevole ornamento e monumentalità”.

Romanelli si sofferma poi ad analizzare l’apparato radicale che, con la formazione dei cosiddetti “noduli radicali”, cerca di emergere dallo strato di asfalto per far filtrare ossigeno ed acqua. Italia Nostra riporta integralmente le proposte di intervento di Romanelli: “In linea di principio un miglioramento rilevante della situazione, se non una risoluzione completa, potrebbe essere tentato attraverso la rimozione parziale se non integrale del manto in asfalto dalla sede stradale e dai marciapiedi e la sostituzione con stabilizzato. Quest’ultimo coniuga le funzioni di sostegno del peso dei veicoli in transito e sosta con permeabilità all’aria ed all’acqua, consentendo l’eliminazione degli effetti più avversi esercitati da una copertura completamente impermeabile. A tale sistemazione seguirebbe una riduzione apprezzabile dei fenomeni di dissesto delle superfici ed un aumento della salute e della solidità strutturale e quindi della stabilità degli alberi. In particolare parrebbe lecito attendersi una riduzione se non un’interruzione completa della produzione dei “noduli radicali”.

“La rimozione integrale del manto costituirebbe dunque l’intervento propedeutico, funzionale al nuovo livellamento della superficie stradale con stabilizzato, fino alla copertura degli accrescimenti radicali degli alberi con uno spessore indicativo non inferiore a 20 cm. – scrive Romanelli e riporta Italia Nostra – La sistemazione del materiale lapideo poggerebbe sul già esistente massetto stradale, si caratterizzerebbe per la tradizionale sagomatura a “schiena d’asino” ed un contenimento laterale della fuoriuscita del materiale per tramite del posizionamento di cordoli, laddove opportuno. La fattibilità delle indicazioni d’intervento proposte necessita essere vagliata, confermata e puntualmente dettagliata anche tramite la consultazione delle opportune figure professionali; tale fattibilità poggerebbe primariamente sulla considerazione del carattere secondario della viabilità in rifacimento. Da valutare in particolare la miscelatura del materiale lapideo con resine in grado di aumentarne la coesione e la portanza, senza che debba perdersi la funzione filtrante. La tradizionale copertura in asfalto potrebbe inoltre doversi ripristinare, quanto meno, nei punti di raccordo con la viabilità principale, anche al fine del mantenimento della segnaletica stradale dipinta a terra. Le lavorazioni necessiterebbero essere condotte con tecniche idonee alla preservazione delle ramificazioni radicali. In ogni caso dette lavorazioni necessiterebbero avvalersi dell’affidamento d’adeguata Direzione dotata di competenze e professionalità arboricolturali”. Seguono le conclusioni: “Quanto proposto ha per oggetto la creazione di sedi d’impianto permanenti, idonee ad ospitare ed a creare migliori condizioni di sviluppo per alberi cosiddetti di prima grandezza, quali sono i pini domestici. La realizzazione delle lavorazioni descritte porrebbe la base per la coesistenza di entrambe le infrastrutture parimenti necessarie: verde e viabilità.”

Un’ipotesi alternativa quella di Romanelli e Italia Nostra di cui però non si conoscono esattamente i costi. Al proposito Romanelli e Italia Nostra scrivono: “Nell’immediato, a fronte della chiara necessità di rifacimento del viale, le lavorazioni descritte comporterebbero risparmi pari agli oneri relativi all’abbattimento dei pini ed all’espianto delle relative ceppaie; sul fronte opposto, i costi di realizzazione della viabilità in stabilizzato e possibilmente quelli della relativa manutenzione potrebbero rivelarsi più onerosi se messi direttamente a confronto con quelli ordinariamente sostenuti. In definitiva, il processo decisionale dovrebbe tenere in dovuta considerazione il valore delle funzioni complesse ed irrinunciabili svolte dell’alberata di pino oltre che del ritorno d’immagine per la municipalità, conseguibile dalla realizzazione di un intervento innovativo ed ad impronta ecologica. Qualora l’esperimento confermasse una piena fattibilità e sostenibilità, le soluzioni prospettate potrebbero trovare applicazione anche in occasione del rifacimento di altri ed analoghi tratti stradali, andando a profilare per Marina di Ravenna (e non solo, aggiungiamo noi) una prospettiva di riqualificazione estetica ed ambientale”.

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