Tarlazzi (direttore sanitario ospedale Ravenna): “Visite ed esami: dal 1° luglio riaprono le prenotazioni. Fase 2 più dura di Fase 1”

Se l’emergenza Covid ha “picchiato meno duro” nel ravennate rispetto ad altri territori della regione e dell’Italia, con un numero più contenuto di contagi e ospedalizzazioni, che ha permesso al sistema sanitario tutto sommato di “tenere” e non andare incontro a veri e propri shock, ha però inciso pesantemente sull’organizzazione della sanità e degli ospedali della provincia.

Alcuni reparti, come si sa, sono stati chiusi temporaneamente, a causa di alcuni episodi di contagio tra pazienti e personale, come è successo ad oncologia ad aprile, altri, come ginecologia, lo sono stati per ridistribuire il personale, medici ed infermieri, sugli altri servizi legati all’emergenza covid, non ultimo anche i tamponi drive through.

Per non parlare poi dello stop alle prestazioni ambulatoriali, visite ed esami con priorità ordinaria (quelli urgenti sono sempre stati eseguiti) per tre mesi, da marzo a maggio, che ha contribuito ad allungare enormemente i tempi di attesa per ottenere un consulto o un’indagine diagnostica.

Oggi, a contenimento del contagio realizzato, sono ancora diverse le criticità a cui far fronte. Ne abbiamo parlato con il dott. Paolo Tarlazzi, direttore sanitario della struttura ospedaliera di Ravenna, che spiega: “In questo momento l’epidemia è sotto controllo: ci sono ancora casi sul territorio, che non vanno sottovalutati, ma niente a che vedere con i mesi scorsi. Tenuto conto però che con l’inizio della stagione estiva le persone, soprattutto i più giovani, stanno ricominciando a recuperare una socialità negata per mesi, ci aspettiamo qualche fluttuazione nei numeri dei contagi. All’interno dell’ospedale dobbiamo continuare a tenere molto alta l’attenzione: se arrivasse qualche paziente positivo e lo sottovalutassimo, potremmo ricominciare con qualche cluster anche all’interno dell’ospedale, cosa che non vuole nessuno”.

Si può parlare comunque di “ritorno alla normalità” per la gestione dell’ospedale?

L’ospedale sta tornando ad una pseudo normalità, tranne quelle Unità Operative dove comunque c’è necessità di avere un’area filtro per i pazienti sospetti, quelli che vengono ricoverati con sintomi come febbre o problematiche respiratorie, referti radiografici dubbio: le aree filtro sono disposte in Medicina Interna, dove permangono 13 posti letto per i pazienti internistici e la chirurgia al 5° piano con 3 posti letto per quelli chirurgici. Il resto delle Unità Operative sono tornate ad operare a pieno ritmo, seppur con tutte le cautele del caso per evitare i rischi di contaminazioni. Ciò che resta complesso è gestire soprattutto i pazienti urgenti inviati dal Pronto Soccorso, in attesa dell’esito del tampone.

E sotto il profilo dell’attività ambulatoriale?

La situazione è  molto complessa ed eterogenea. È stata bloccata tutta l’attività ordinaria, visite e prestazioni a partire da marzo a maggio e ci sono tre mesi da recuperare, avendo inoltre nuove indicazioni rispetto alle tempistiche di effettuazione delle prestazioni: ora tra un paziente e l’altro è prevista una tempistica di circa 30 minuti, per evitare assembramenti in sala d’attesa e permettere sanificazioni tra un paziente e l’altro. Le Unità operative che non avevano numeri particolarmente elevati di pazienti prenotati e sospesi, si sono organizzate e hanno smaltito fondamentalmente la maggior parte del pregresso. Queste, a partire dal 1° luglio riusciranno a riaprire per le nuove prenotazioni tramite Cup.

Ci sono invece alcune Unità Operative in situazioni critiche come Pneumologia, perché i professionisti che ci lavorano già scontano il fatto di essere pochi, poi sono stati i protagonisti nella Fase 1 dell’epidemia e ora hanno difficoltà a recuperare l’attività ambulatoriale, che comunque consiste di elevati numeri: 500-600 prestazioni tra visite pneumologiche e spirometrie. Stiamo ragionando su come recuperare il pregresso, perchè anche nel privato accreditato c’è poca disponibilità. L’attività ambulatoriale quindi riaprirà, ma dipenderà dalle discipline: alcune riusciranno a riaprire a luglio, altre non ce la faranno. Quelle più critiche sono Endocrinologia, Reumatologia, Dermatologia, Cardiologia. Le prime tre hanno già predisposto un piano di recupero e stanno gradualmente rientrando. Anche Cardiologia sta recuperando, qui abbiamo la possibilità di passare parte dei pazienti in attesa sul privato accreditato, che si è reso disponibile.

Parlando del Pronto Soccorso: durante l’emergenza gli accessi erano drasticamente calati, qual è ora la situazione?

La lezione che ci ha insegnato il coronavirus in Fase 1, parlo dell’abbattimento degli accessi in Pronto Soccorso, pare che ce la siamo dimenticata in fretta: il numero di accessi sta tornando rapidamente ai livelli precedenti. Adesso ne contiamo circa 250 nelle 24 ore, con un flusso continuo sia di giorno che di notte. Ci troviamo dunque ad affrontare tutte le difficoltà relative agli alti flussi pre pandemia, con tutte le distinzioni di gestione tipiche invece di questa Fase 2. Direi che per la sanità ravennate forse la Fase 2 è ancor più complessa della Fase 1.

Come vengono trattati i pazienti che arrivano in Pronto Soccorso, per evitare possibili contagi?

Per venire ricoverati è necessario l’esito del tampone, lo prevedono le disposizioni regionali sugli screening. Chi arriva in Pronto Soccorso con sintomatologie che non fanno minimamente sospettare il Covid, aspettano l’esito del tampone direttamente in reparto, se hanno necessità di ricovero. I casi sospetti, vengono collocati nelle aree filtro. Se invece uno è francamente positivo, ad esempio con esito alla tac di interstiziopatia, in attesa dell’esito del tampone viene mandato nel reparto che gestisce i positivi, malattie infettive. Adesso tutto questo deve fare i conti con gli alti flussi di ritorno, oltre all’incremento di attività legata al turismo.

E con l’autunno, quando torneranno le epidemie influenzali ed è possibile una seconda ondata di SarsCov2?

In autunno tutto questo si scontrerà con l’inizio della fase dell’epidemia influenzale. Perché se l’inizio dell’epidemia di Covid è scattata a fine febbraio, quando ormai eravamo nella coda di quella influenzale, che l’inverno scorso aveva anche un po’ anticipato, quest’anno a settembre-ottobre sarà concomitante. E i sintomi sono sostanzialmente gli stessi. Sarà un momento molto complicato da gestire: o si arriverà ad un test di più rapido esito o al vaccino, altrimenti sarà complicatissimo gestire questi pazienti. Dovranno essere trattati tutti come pazienti sospetti, con tutto quel che consegue su operazioni di contenimento, separazione dei flussi e così via.

Arriviamo alla situazione dei reparti: ci sono criticità?

I reparti sono tutti aperti, non sono previste, come di consueto per altro, riduzioni per il periodo estivo e l’attività procederà a pieno ritmo anche per colmare le indispensabili riduzioni del periodo precedente. L’unica riduzione necessaria sarà quella relativa alle ferie del personale medico e infermieristico. L’altra cosa molto critica continua ad essere il reperimento del personale. Noi abbiamo grossissime difficoltà, soprattutto in alcune Unità Operative come il Pronto Soccorso, la Medicina Interna e Pneumologia, dove l’assenza di professionisti, anche di fronte alla disponibilità della Direzione di assumere personale, è palese. Questo deriva dal famoso problema di programmazione sanitaria fatta negli anni passati. Problema che nel tempo potrà trovare parziale soluzione con l’apertura del corso di laurea in Medicina e Chirurgia a Ravenna e in Romagna, ma i frutti si vedranno tra 10 anni. Nei prossimi 4-5 anni le criticità restano.

Il reparto di Ginecologia chiuso nei mesi dell’emergenza Covid, quando riaprirà?

Ginecologia è stata chiusa in fase Covid per ridistribuire il personale infermieristico negli altri servizi legati all’emergenza. Entro il 15 luglio riaprirà, con i 6 posti letto che aveva anche prima. Inoltre è cambiato il primario: circa 8-10 mesi fa il dott. Davide Tassinari che dirigeva la struttura complessa si è dimesso dal ruolo per questioni legate a motivi personali ed è stato incaricato un Facente Funzione, il dott. Giambelli, che è anche il direttore della struttura semplice di Faenza. Ora però, per poter svolgere al meglio il suo lavoro, ha chiesto di tornare ad occuparsi solo di Faenza, quindi, è notizia di questi giorni, è stato individuato un nuovo professionista che ricoprirà l’incarico di gestione della struttura complessa provinciale, con un occhio di riguardo per Ravenna, considerato che Faenza e Lugo hanno propri referenti. Sarà operativo dal 1° di luglio, quando decadrà il precedente Facente Funzione. E questo andrà a stabilizzare la struttura complessa. È inoltre in arrivo un nuovo ecografo ad alta definizione che aiuterà a risolvere il problema che si protraeva da un po’ di tempo relativamente alla possibilità di eseguire le morfologiche del 5° mese con apparecchiature aggiornate. Costerà quasi 100 mila euro, è già stato deliberato l’acquisto, arriverà a breve.

L’epidemia ha portato tutti i nodi al pettine, non solo nella sanità. Nell’ipotesi ci si trovi a fronteggiare altre emergenze, cosa pensa sia necessario fare?

Al di là di avere strutture e apparecchiature, definire ospedali Covid o implementare strutture mobili accanto agli ospedali già esistenti, tutto dipende dalla possibilità di reperire professionisti, medici e infermieri. Nella prima fase, nei nostri reparti covid hanno lavorato oculisti, chirurghi plastici, reumatologi, endocrinologi, dermatologi. Tutte persone che nella fase dell’emergenza hanno risposto “presente”, ma ora che si sta tornando alla normalità non potranno più farlo, perché hanno il loro lavoro da svolgere. Non possiamo sospendere di nuovo l’attività ambulatoriale per coprire altre emergenze. Siamo anche in una fase di passaggio a livello regionale, perché saranno ridefiniti gli assetti aziendali della Direzione Generale della maggior parte delle nostre Aziende, passaggio che sarà effettivo dal 1° luglio. Uno dei primi punti all’ordine del giorno delle nuove Direzioni Aziendali sarà proprio costruire la programmazione per l’autunno. Se poi, come ci auguriamo tutti, arrivasse il vaccino, saremmo più tranquilli.