Moria di vongole sulle coste della Romagna. Di Maio attiva la ministra Bellanova: “Sostenere gli operatori colpiti”

Anche la Lega, con Morrone e Raffaelli, si mobilitano e chiedono l'attivazione del Fondo di solidarietà nazionale della pesca e acquacoltura

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“Appoggio la richiesta dell’Assessore Regionale alla Pesca e del sindaco di Cesenatico di attivare il fondo di solidarietà per aiutare le decine di pescatori romagnoli che hanno visto il pescato compromesso per oltre il 90 percento. A tal fine ho contattato personalmente e scritto alla ministra delle Politiche agricole, Teresa Bellanova, affinché attivi tutte le misure possibili per da sostegno al settore”. Lo afferma il deputato romagnolo Marco Di Maio, capogruppo della Commissione Affari costituzionali, Presidenza del Consiglio e Interni.

“In questi giorni infatti, al largo delle coste romagnole si sta verificando un fenomeno di ipossia e anossia – afferma -, cioè di mancanza di ossigeno nell’acqua, che sta causando la morte della quasi totalità delle vongole. Un danno aggiuntivo per i pescatori, che va a sommarsi ai già gravosi problemi dovuti alla pandemia e alla crisi di mercato. Il settore ittico è un settore importante per tutta la nostra regione e non possiamo ignorare le richieste di aiuto che arrivano in un momento già particolarmente complesso per tutto il comparto”.

“Servono misure urgenti per tutelare i pescatori della costa romagnola attivando il Fondo di solidarietà nazionale della pesca e acquacoltura”, hanno ribadito anche i parlamentari della Lega Jacopo Morrone e Elena Raffaelli in un’interrogazione al ministro Teresa Bellanova. “Il fenomeno – precisano – riguarderebbe circa il 90 per cento del pescato che, secondo gli addetti ai lavori, risulta irrimediabilmente compromesso. Una moria generalizzata e pressoché totale con serie ricadute sul comparto ittico locale, già colpito dalla scarsità in mare della materia prima, anche perché non è dato di conoscere l’arco temporale necessario a un ritorno alla normalità. Dal ravennate al riminese ci sono decine di famiglie che vedono vanificati il lavoro e la fatica degli ultimi tre anni e messa a rischio un’attività vitale per l’economia locale”.

“Il fenomeno in atto sarebbe infatti paragonabile – commentano Morrone e Raffaelli – ad un evento eccezionale. Non si tratterebbe certamente di un intervento risolutivo, ma l’accesso al Fondo sarebbe comunque un segnale importante e un aiuto in una situazione di emergenza”.

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