All’ospedale San Giorgio di Cervia servizi pre pandemia Covid ripristinati da Usl

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In seguito alla commissione svoltasi il 30 settembre è emerso che l’Azienda Usl sta ripristinando i servizi presenti al “San Giorgio” di Cervia prima dell’emergenza Covid con la gradualità necessaria a seguito del fatto che, il contagio, non è ancora finito. La struttura sta cercando di far fronte al problema, di tutta la sanità nazionale, della scarsità di medici sul mercato del lavoro. Sulla struttura cervese si aprirà comunque, su proposta del sindaco Massimo Medri, un tavolo di lavoro e programmazione finalizzato a definire gli aspetti futuri della sanità cervese e del distretto ravennate, ospedaliera e territoriale, dei prossimi anni.

Alla commissione hanno partecipato i vertici dell’Ausl Romagna (il direttore generale Tiziano Carradori, il direttore sanitario Mattia Altini, il direttore di Distretto Roberta Mazzoni, i direttori del 118, del dipartimento di Cure Primarie e del Dipartimento di Emergenza Urgenza Maurizio Menarini, Mauro Marabini e Raffaella Francesconi), Paolo Tarlazzi direttore Sanitario Ospedale di Ravenna ed il presidente della Conferenza territoriale sociale e sanitaria (Ctss) Michele De Pascale.

Ha aperto i lavori l’assessore Biancamaria Mani che ha dichiarato: “Il Presidio Sanitario San Giorgio, che ospita servizi ospedalieri e la Casa della Salute, è stato oggetto, negli anni 2018 e 2019, di un importante progetto di riqualificazione e ristrutturazione degli spazi interni e dell’area esterna per un valore di oltre 2.300.000 euro.
Ora si apre una fase di riflessione necessaria. Occorre pensare ad un potenziamento delle strutture sanitarie e ospedaliere, ad uno sviluppo della medicina di territorio, per alleggerire gli ospedali e garantire un’efficiente rete di servizi sanitari per i cittadini.
Il nostro ppi è stato potenziato e valorizzato negli anni ed è un servizio molto apprezzato dai nostri cittadini, per questo ne abbiamo chiesto con forza tutti il ripristino nella la sua totale operatività. Consapevoli dell’emergenza Covid-19 ancora in corso, che potrebbe rallentare alcune modifiche e anche dell’importante risultato ottenuto istituendo un Gruppo di Lavoro tra Comune e AUSL Romagna.” Alle sollecitazioni di rappresentati del Comune di Cervia ha risposto per prima la dottoressa Mazzoni che in primo luogo ha evidenziato come l’Azienda abbia col massimo impegno dato il proprio sostegnio, a livello di servizi, per garantire una stagione turistica in sicurezza per Cervia. “Servizi – ha aggiunto – su cui si potrà anche aprire una riflessione alla luce del modello turistico di questa specifica realtà, centrato su una forte presenza di giovani e di movida, ad esempio con l’attivazione di maggiori unità di strada nei fine settimana o nei periodi di maggior presenza”.

La direttrice del Distretto ha inoltre evidenziato che “sarà importante aprire una riflessione condivisa con l’Istituzione per analizzare attentamente quelli che sono i bisogni di salute di questo territorio e quali sono le possibili risposte che possono essere date. Nella consapevolezza che per varie motivazioni, specialmente la scarsità di medici in determinate discipline, tra cui l’emergenza urgenza, non in tutti i casi si potranno erogare servizi identici a quelli pre – covid”. Mazzoni ha ribadito con chiarezza che il Ppi di Cervia (che ha contato 12mila accessi nel 2019) è una struttura che dà risposte sulle 24 ore a problemi sanitari aacuti di bassa e media complessità, così come avveniva in epoca pre – covid”.

Concetto ribadito e rafforzato dal direttore generale. “Questa direzione è abituata a rispettare le cose che vengono pattuite. Quello di Cervia è un Ppi ospedaliero, sebbene questa definizione non significhi che ha un superiore livello di qualità. Ci lavorano medici, sebbene non si tratti di medici di Pronto soccorso, bensì di Continuità assistenziale, ma la presa in carico che vi viene effettuata è identica. E questo per una motivazione, che abbiamo già più volte ribadito, e cioè che non riusciamo a trovare medici specializzati di pronto soccorso: abbiamo problemi ad assicurare la loro presenza anche nei Pronto soccorso di riferimento (in questo caso Ravenna), a seguito di una sbagliata programmazione unviersitaria a livello nazionale e di normative che nel pubblico rendono difficili anche le stabilizzazioni. E’ la prima volta in 34 anni di lavoro – ha chiostao Carradori – che ho a disposizione fondi per sviluppare i servizi e non trovo personale da asumere. In ogni caso il Ppi di Cervia resterà tale, al momento non vi è una programmazione che vada in un senso diverso. Stessa cosa per la Lungodegenza. L’attenzione nei confronti di questa struttura è testimoniata anche dall’attivazione della nuova Tac con refertazione in remoto, che eviterà a tanti cervesi di spostarsi a Ravenna per problemi di lieve entità”. Infine, sulla tempistica degli esami “in tempi brevi saneremo questa situazione inaccettabile” e più in generale, stiamo lavorando per riallinearci su tutta la specialistica ambulatoriale, anche se il blocco dell’attività durante il covid ha lasciato ripercussioni molto forti”.

Il presidente della Ctss De Pascale ha rimarcato che “il nostro approccio deve partire dai bisogni delle persone. Dei cervesi, e anche dei turisti, tenendo conto che questi ultimi non hanno gli stessi bisogni di salute dei residenti. Dobbiamo fare una riflessione ed una programmazione finalizzata a garantire ai cervesi servizi che perseguano il miglior equilibrio possibile tra prossimità ed efficacia della risposta ai loro bisogni di salute. Ottima l’attivazione qui della Tac, ma è chiarfo se si ha un problema di salute serio, ad esempio di natura cardiologica, bisogna chiamare il 118 ed essere trasportati a Ravenna, non recarsi al Ppi di Cervia. Fare confusione su questo significa mettere a rischio la salute e talvolta la vita delle persone”. Inoltre, nell’ottica di sviluppare servizi sempre più efficaci anche sul fronte della medicina territoriale, “sciogliamo finalmente – ha concluso De Pascale – in nodo di dove realizzare la Casa della Salute”.

L’importanza di riavere servizi analoghi a quelli pre-covid è stata ribadita anche da Gabriele Armuzzi e dalla Consigliera Bosi e dal Consigliere Bonaretti. Ha chiuso i lavori il sindaco Medri evidenziando come “tutti abbiamo compreso la volontà dell’Azienda e della Ctss di rispondere alle esigenze della nostra comunità, e per perseguire al meglio questo risultato propongo che si crei un tavolo di lavoro comune che esamini i dati e svolga le necessarie riflessioni”.

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