Odissea di 50 ore in Pronto Soccorso a Ravenna: la denuncia di una signora e il question time di Ancisi (LpRa)

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L’odissea raccontata da una signora di Ravenna non è così estrema. È esperienza capitata anche ad altri purtroppo in questi tempi di emergenza Covid al Pronto Soccorso di Ravenna. Nondimeno si tratta di un fatto grave, sul quale, per velocizzare i chiarimenti richiesti, Lista per Ravenna ha trasformato la denuncia in un’interrogazione question time al Sindaco di Ravenna. Ma partiamo dai fatti segnalati dalla signora Milena nell’“Informazione per denuncia” che ha inviato all’URP dell’AUSL Romagna il 18 novembre scorso ed evidentemente per conoscenza ad Alvaro Ancisi di Lista per Ravenna, che gira il tutto alle redazioni.

Ore 17.30 di mercoledì 11 novembre – Mio padre 75enne, già in cura da un geriatra per cenni di instabilità di memoria, inizia a dare cenni di peggioramento preoccupanti. Chiamiamo il 118 che prontamente lo porta in pronto soccorso. Non con la barella, ma con le proprie gambe, sale sull’ambulanza. Ore 21.30 – Veniamo avvisati che prendono in carico il paziente, facendo però solo il tampone, che avrebbe dato esito dopo 12 ore. Dovendosi perciò attendere, lo avrebbero sedato per tranquillizzarlo e passare la notte al pronto soccorso.

Ore 12.00 di giovedì 12 novembre – Noi familiari chiamiamo per avere informazioni: tampone negativo. Bene, pensiamo, a questo punto possono curarlo per il suo problema. Ma quale sostanzialmente? Nessun dottore ci ha mai chiesto per quale causa si trovasse al pronto soccorso. L’unica speranza è che l’infermiere dell’ambulanza abbia dato tutte le informazioni al triage. Ore 16.15 – Richiamiamo. Tutti i parametri sono normali. Attendono consulto psichiatrico. Ore 18.00 – Finalmente ci contattano per andare a riprenderlo. Ritrovo mio padre che non riesce ad alzarsi dalla barella e quando comunque è in piedi non riesce a reggersi. Sono l’effetto dei calmanti, ci viene ribadito più volte. Basita, ripeto che lui era entrato con le sue gambe e fino al giorno prima era andato in auto all’edicola a comprare il giornale. Quindi deve esserci stato qualcosa di più grave, da capire nella diagnosi. Ci rifiutiamo di portarlo a casa in queste condizioni, con la sola diagnosi di una psichiatra che dichiara: disturbo neurocognitivo da curare con medicinale per schizofrenia. Ci viene risposto che avrebbero chiesto un consulto neurochirurgico, ma che, ad ogni modo, l’indomani avremmo dovuto portarlo a casa in tale stato e organizzarci con l’aiuto per la gestione familiare, che avremmo già dovuto avere, ma che non abbiamo mai avuto.

Ore 9.00 di venerdì 13 novembre – Ci presentiamo al pronto soccorso e finalmente ci vengono chieste esattamente le condizioni iniziali del paziente. Si stabilisce il ricovero di mio padre per visita neurologica ed ecodoppler, al fine di escludere ischemie. Ore 14.00 – Veniamo contattati per ribadire che era stata attivata la richiesta del ricovero, in attesa di un posto nel reparto. Infatti mio padre riceve il pasto come se fosse ricoverato direttamente al pronto soccorso in barella. Ore 19.30 – Non  essendo stati contattati per tutto il pomeriggio, andiamo al pronto soccorso e troviamo mio padre in piedi a girare per il pronto soccorso dando evidenti segni di squilibrio. La dottoressa di turno ci comunica che non c’è più nessun ricovero in lista e che pertanto mio padre è da dimettere. In alternativa avrebbero chiamato gli assistenti sociali. Diagnosi : “disturbo neurocognitivo in peggioramento” e “seguire la cura psichiatrica a domicilio”.

CONCLUSIONI – Dopo aver consultato medico di base e geriatra, abbiamo prenotato privatamente una visita neurologica e un ecodoppler esattamente per il 19 e il 21 novembre. Mio padre è stato esattamente 50 ore al pronto soccorso in situazione di collasso. Noi siamo dovuti andare a prenderlo personalmente all’interno, entrando nell’area comune a tutti i pazienti, dove peraltro dottoressa non indossava la mascherina. Personalmente ho dunque ritenuto opportuno effettuare un tampone Covid privatamente. Se non sei un paziente Covid non vieni curato adeguatamente, ma semplicemente sedato. Il secondo giorno ha contratto le placche in gola. Questa segnalazione la ritengo opportuna per farvi conoscere cosa accade esattamente al Pronto soccorso, non capendo peraltro perché nella “storia” di quanto accaduto non compare scritto che il medico in servizio la mattina di venerdì aveva richiesto il ricovero in neurologia e una visita neurologica.

 

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Commenti

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  1. Scritto da Vittorio

    Gli errori sono stati fatti da tutti incluso i parenti e in particolare dal medico di base

  2. Scritto da Umberto

    Agghiacciante

  3. Scritto da marco74

    Fosse solo un caso isolato.
    Mia madre in piena notte si è recata al pronto soccorso per dolori ed alla sera del giorno successivo se ne è andata senza essere considerata!! BAH!!
    Per non parlare delle visite tramite cup!! Un anno per una visita oculistica, un anno e mezzo neurologica ecc…
    Quindi prima di parlare di eccellenza e di buona sanità è meglio trattenersi…
    Ovviamente c’è chi sta peggio!!!

  4. Scritto da Direttore

    Al netto che lo stesso DG dell’ASL Romagna ha ammesso che il Pronto Soccorso di Ravenna presenta diversi problemi da risolvere, forse a qualcuno sfugge che c’è una gravissima pandemia in atto e che gli ospedali e il personale ospedaliero sono ovunque in affanno. LA REDAZIONE

  5. Scritto da C.

    Per La Redazione, relativamente alla risposta delle 21,20: se al Pronto soccorso ci sono problemi, vista la pandemia, si dovrà cercare di risolverli al più presto, in modo da poter curare chi ha problemi diversi dal virus. Oppure va bene così?

  6. Scritto da Alvaro Ancisi

    La signora, mai conosciuta, ha scritto al nostro sito il 20 novembre un messaggio di “SEGNALAZIONE ACCADUTO PRONTO SOCCORSO 11/13 NOVEMBRE 2020” chiedendo di essere contattata. All’URP aveva scritto due giorni prima. Mi ha chiesto di aiutarla ad avere una risposta (notoriamente non rapida e non sempre puntuale dall’URP), convenendo sull’interrogazione che ho rivolto al sindaco e nel darne comunicazione alla stampa. Ho salvato interamente titolo e contenuto della sua istanza, solamente aggiustandone la forma e la formattazione, con l’autorizzazione a pubblicarla anche citando nome e cognome. Lista per Ravenna dà risposta a tutti, valutando se darne notizia alla stampa e/o portarla in discussione in Comune (un caso su dieci). Il fatto precedente sul pronto soccorso ne rilevava le carenze di spazio, dell’unico bagno e del servizio pasti. Questo pone la difficoltà di altri servizi o reparti a riceverne i pazienti. Riconosciamo sempre che il personale del PS dà il massimo.

  7. Scritto da ANNA M

    @La Redazione: credo non sfugga a nessuno che vi sia una gravissima pandemia, il problema è che esistono anche altre patologie potenzialmente mortali, e il fatto che la direzione dell’ASL Romagna abbia ammesso delle criticità non aiuta l’utenza in stato di necessità. @Vittorio: non sempre i parenti, molto spesso non essendo laureati in medicina, hanno il polso esatto della gravità del quadro clinico dei loro cari. Di fronte a dei repentini aggravamenti il voler capire cosa sta succedendo mi sembra abbastanza umano, e legittimo.

  8. Scritto da Direttore

    No. Non va bene così. Ma bisogna essere realisti. La bacchetta magica non ce l’ha nessuno. E lo stress cui sono sottoposte le strutture sanitarie è conosciuto da pochi, anche se poi tanti commentano. Per questa ragione i medici si appellano al senso di responsabilità dei cittadini e dicono con forza: bisogna proteggersi dal Covid per evitare di mandare in tilt gli ospedali! LA REDAZIONE

  9. Scritto da Daniela Galvani

    E’ una vergogna neanche gli animali vengono trattati così.

    Mio padre di 88 anni il 13 agosto è caduto nel marciapiede causa buca come tutti i marciapiedi di Ravenna eccetto quello di via Baccarini.
    Portato al Pronto Soccorso ci ha avvisato un gentilissimo Poliziotto.
    Io e mia mamma corse subito al Pronto Soccorso ci hanno cacciato e ci chiamavano loro appena vi era una responso medico non eravamo in emergenza COVID.
    Ci hanno chiamato nel primo pomeriggio lo hanno dimesso povero in piedi fuori dal Pronto Soccorso con documenti in mano di dimissioni collare al collo per microfrattura punti in viso e non hanno fatto nessun tampone o sierologico per COVID.
    I punti e le ferite le hanno delegate a carico del nostro scrupoloso medico di base Fabbri Massimo .
    Non era un mese di emergenza Covid avendo mio padre 88 anni si sperava qualche riguardo in più si poteva avere.
    Abbiamo pensato che il personale logoro dei mesi precedenti fosse in ferie e avevano poco personale a disposizione.

    Speriamo in futuro di avere una Sanità con più risorse non solo di personale ma anche di soldi da investire in macchinari e ricerca, sono la base di un WELFARE STATE efficiente.

  10. Scritto da marco74

    Nel mio precedente commento ho tralasciato un particolare!! la situazione di emergenza al pronto soccorso è grave non solo nel periodo covid!!
    Con questo non si da alcuna colpa al personale che opera al pronto soccorso ma a chi negli anni ha consentito riduzioni di personale ed a coloro che spesso parlano di efficenza , ricordo proprio un articolo rilasciato meno di un anno fa che si parlava di tempi inferiori ai 30 gg nella media per una visita specialistica !! HA HA HA!!

  11. Scritto da Babbeo

    REDAZIONE, se ci sono inefficienze credo sia giusto farlo presente, nessuno ha la bacchetta magica ma NON è marzo, ci si deve preparare, non rimandare. Oppure appoggiarsi a privati che le cose le fanno subito ( basta pagare)

  12. Scritto da lorenzo

    gentile direttore, e spero di non essere censurato come spesso mi accade su questa rubrica, credo che anche a lei sfuggano un bel po’ di cose. Nel caso di specie, l’accesso al pronto soccorso probabilmente era inappropriato, ma si è reso necessario stante la grave carenza di alternative sul territorio. Il pronto soccorso, così come è organizzato, anche per amissione del DG Carradori, è del tutto insufficiente. E’ comodo dire c’è la pandemia abbiate pazienza, ma le domando chi c’era quando è stato costruito? Carradori. Oggi stanno venendo al pettine tutti i nodi che in questi anni non sono emersi così violentemente solo ed esclusivamente per la pazienza dei cittadini. Sarebbe ora, in questo paese, come avviene in tutti gli altri, che chi ha responsabilità e fallisce, avesse la decenza di dimettersi e farsi da parte. In ogni caso, per chi ci capisce di sanità, il pronto soccorso non è altro che la punta dell’iceberg di un sistema che ormai è collassato, ma non oggi, da mò.

  13. Scritto da Giovanni lo scettico

    Il Pronto Soccorso è fatto male: un camerone enorme con poca e nessuna privacy, se qualcuno urla tiene sveglie 50 persone, non ci sono sedie per i parenti che devono stare ore in piedi accanto alla barella del loro congiunto (ovviamente in tempi normali, non di pandemia) e soprattutto poco personale.
    Ma la cosa più bella è il famoso “tagliamo i posti letti per darvi un servizio migliore”. Questa frase andrebbe scolpita sopra la porta d’ingresso, perchè dice tutto sulla sanità ravennate.

  14. Scritto da Giovanna Montanari

    Come mai nessuno parla mai della massa di evasori fiscali- che usufruiscono del sistema sanitario pubblico- e dell’aumento esponenziale delle risorse agli armamenti, che tolgono quelle alla sanità? Tutti i governi hanno seguito tale linea,ma la cittadinanza resta ferma al problema locale. Ampliate la visuale e pensate se foste voi il personale sanitario che fa anche doppi turni!
    Giovanna Montanari