Angelini (Igiene Pubblica ASL Romagna): “se ridiventiamo gialli non perdiamo la testa”, protezione e vaccino sono nostre armi contro il virus: usiamole entrambe

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Con la dottoressa Raffaella Angelini che dirige il Dipartimento di Igiene Pubblica dell’ASL Romagna facciamo il punto della situazione della pandemia quando comincia a vedersi uno spiraglio di luce dopo diverse settimane di buio. La penultima settimana e soprattutto l’ultima hanno dato riscontri finalmente buoni sul calo dei contagi, dei ricoveri, delle terapie intensive. E presto – si spera – potrebbe calare il dato dei decessi, che è sempre quello che declina per ultimo, dato che al momento rimane ancora drammaticamente alto. La grana principale di questa fase è costituita dal rallentamento della campagna vaccinale per cause di forza maggiore: le ridotte consegne da parte di Pfizer. Ma questo non dipende certo dal Governo, dal commissario Arcuri né tantomeno dalla nostra ASL.

L’INTERVISTA

Dottoressa Angelini, l’ultima settimana ci consegna dati finalmente discreti, con una consolidata tendenza al calo dei contagi. È la stessa cosa anche per ricoveri e terapie intensive?

“Noi a Ravenna abbiamo cominciato a veder crescere i casi positivi dal 20 dicembre in poi, abbiamo toccato il picco nella prima settimana dell’anno e dopo è cominciata la discesa. Adesso il calo è netto. È chiaro che se uno va indietro nel tempo di 14 giorni, si rende conto che la crescita dei casi prima di Natale è dovuta al periodo pre-natalizio in cui la regione era diventata gialla, poi le misure più restrittive di Natale e la fascia arancione dopo le feste hanno determinato il calo che vediamo ora. Un calo consistente e consolidato, non episodico. Siamo passati dai 1.329 casi nella settimana dal 28 dicembre al 3 gennaio ai 655 casi dell’ultima settimana. Meno della metà. Sempre col segno negativo, e quindi in miglioramento, è la situazione degli accessi al Pronto soccorso, dei ricoveri e delle terapie intensive. I dati vanno tutti nella stessa direzione e questo è confortante. Ma se la domanda successiva è: cosa succederà se torneremo gialli? io le rispondo che non lo so. Spero che se ridiventiamo gialli non perdiamo la testa.”

Se vuole la mia opinione, perderemo la testa, tanto, come abbiamo già visto a più riprese, non stiamo facendo tesoro delle esperienze…

“Purtroppo è così, lo temo anch’io. Perché quando si cambia colore e si passa a restrizioni minori si è portati a credere che tutto va bene e che possiamo abbassare la guardia. Invece, no. Bisogna continuare a stare attenti. Perché quando abbassiamo la guardia il virus ci colpisce e può farlo in qualsiasi momento. Anzi in fascia gialla dobbiamo stare più attenti di prima. In effetti, quando ci sono misure più rigide siamo indotti ad usare precauzioni in qualche modo obbligatorie, quando entriamo in fascia gialla certe prescrizioni cadono e dobbiamo proteggerci da soli. E se anche possiamo andare al bar o al ristorante, non significa che per forza dobbiamo stare spalla a spalla col vicino. Il rischio aumenta di nuovo, di qui non si scappa.”

Invece il dato dei decessi continua ad essere alto e quello sarà l’ultimo a calare.

“Sì, perché le persone che si ammalano in modo grave oggi e che purtroppo non ce la fanno in genere si sono infettate diverse settimane prima. E quindi noi abbiamo alle spalle settimane con molti casi di contagio. E soprattutto con tante strutture per anziani colpite: queste come sappiamo sono le situazioni più a rischio.”

Nelle strutture per anziani abbiamo ancora focolai aperti?

“Quelli importanti sono tutti in fase di conclusione. Stiamo facendo gli ultimi controlli. Noi consideriamo chiuso un focolaio quando sono trascorsi almeno 14 giorni senza casi, dopo l’ultimo tampone negativo. Tutte le situazioni critiche delle settimane scorse si stanno gradualmente chiudendo e anche qui andremo a vaccinare coloro che non sono stati colpiti dal Covid.”

Circa un migliaio sono gli anziani delle Rsa non ancora vaccinati con la prima dose in Romagna, perché erano in corso focolai.

“Sì, ma in quella cifra ci sono anche gli anziani che hanno già avuto la malattia e quelli non li vacciniamo in questa fase, perché il vaccino a loro subito non serve. Ci sono strutture in cui s’è ammalato il 95% degli ospiti, in maniera più o meno grave.”

Questi verranno vaccinati quando si suppone che la copertura attuale possa venire meno.

“L’OMS raccomanda sei mesi. Non perché vaccinare comporti dei rischi. Ma perché non ha senso vaccinare a poca distanza dalla malattia.”

Da noi avete già riscontrato casi con le varianti inglese, sudafricana e brasiliana?

“No. Non ne abbiamo ancora trovati.”

Conferma quanto si legge: la variante inglese è più contagiosa e non si sa ancora se più letale, mentre quelle sudafricana e brasiliana sarebbero anche più letali?

“Sì. Comunque è pericolosa anche la variante inglese, perché essendo più contagiosa attacca velocemente tante persone e produce tanti malati e tanti morti, come stiamo vedendo nel Regno Unito. La variante brasiliana fa ancora più paura.”

Leggo che negli Stati Uniti si è diffusa la tendenza a indossare due mascherine per proteggersi di più. Lei che ne pensa?

“Molte persone indossano due mascherine perché sotto hanno una Fpp2 che è più preziosa e sopra mettono una mascherina chirurgica che cambiano spesso. Direi che è un modo per proteggere di più la Fpp2. Non credo sia per raggiungere una maggiore sicurezza.”

Forse basterebbe che tutti indossassero la mascherina sempre e nel modo dovuto, non tenendola sotto il naso, come vediamo troppo spesso…

“Esattamente. Sempre. Coprendo naso e bocca. Dobbiamo fare così. E dobbiamo stare distanti fisicamente. Dobbiamo mettere quel metro fra noi e gli altri. Non c’è nulla da fare. È la nostra arma di difesa. In un locale pubblico se non c’è la distanza di sicurezza bisogna uscire.”

È una regola d’oro di autoconservazione.

“E autoconservando noi stessi, aiutiamo anche tutta la collettività ad autoconservarsi.”

Veniamo alla campagna vaccinale. È finita la somministrazione della prima dose al personale sanitario e delle Rsa?

“Non ancora. L’abbiamo sospesa il 18 gennaio a causa della carenza di vaccini che, come sappiamo, si è venuta a creare a livello internazionale. Abbiamo fatto la gran parte della prima fascia costituita da sanitari, personale e ospiti delle Rsa. Adesso stiamo facendo solo richiami trascorse le prime tre settimane dopo la prima somministrazione. Abbiamo continuato a fare le prime dosi solo nelle case di riposo. Abbiamo ancora un certo numero di persone appartenenti alla prima fascia – per esempio gli odontoiatri – ancora da vaccinare con la prima dose e poi potremo dire di avere completato questa prima fase. Dopo ci sarà il richiamo per tutti.”

A questo punto quando sarà completato il ciclo vaccinale per la prima fascia di popolazione già individuata che doveva terminare il 15 febbraio?

“Terminerà sempre il 15 febbraio per chi ha già avuto la prima dose e dovrà fare il richiamo. Per la parte restante non ancora vaccinata con la prima dose servirà il tempo necessario per fare la prima e la seconda dose una volta che avremo sbloccato questa fase di sospensione.”

A questo punto se non ho capito male slitta di un mese la vaccinazione degli ultra ottantenni, quelli della seconda fascia.

“Dipende tutto dalla consegna del vaccino. Anche noi sappiamo le cose in tempi brevi, non con largo anticipo. Ogni lunedì ci sono degli aggiornamenti ma al momento non sono in grado di dirle quando partiremo con gli over 80. Noi stiamo lavorando all’organizzazione della campagna vaccinale per essere pronti quando si supera questo collo di bottiglia dei rifornimenti. Penso che difficilmente potremo cominciare prima della fine di febbraio.”

Si sta diffondendo un po’ di pessimismo fra i cittadini e i nostri lettori su questa vicenda dei vaccini. Il timore è che si blocchi tutto o si vada troppo per le lunghe.

“Questo rallentamento nelle forniture è una cosa non prevista e così pure il contenzioso fra case produttrici e Unione Europea. Noi siamo pronti. Se avessimo il vaccino staremmo procedendo speditamente. Se il vaccino scarseggia, siamo costretti a rallentare. Come abbiamo fatto da metà gennaio. Se non fosse avvenuto questo noi finiremmo la vaccinazione della prima fascia di popolazione con le due dosi esattamente come da tabella di marcia.”

Questa crisi nelle forniture non era prevista né prevedibile, ma forse ci sta anche questo in una pandemia inedita come quella del Covid, non crede?

“Bisogna sempre considerare che noi stiamo vaccinando le persone per una malattia che era sconosciuta fino al 20 gennaio 2020, appena un anno fa. Voglio dire che bisogna essere consapevoli del grande sforzo che si sta facendo, a tutti i livelli.”

È accaduto anche qui da noi che qualcuno si sia ammalato dopo aver fatto la prima dose del vaccino. Vogliamo spiegare ancora una volta che affinché il vaccino sia efficace devono essere somministrate entrambe le dosi?

“E soprattutto la copertura è efficace a partire da 6-7 giorni dopo la seconda dose. È chiaro che se io sono asintomatico e sto bene, ma ho la malattia in incubazione, e in quel frangente mi vaccino, se dopo due o tre giorni mi ammalo il vaccino non mi può proteggere. Una certezza almeno è che se vacciniamo una persona in questa situazione non gli creiamo alcun danno. Ma è come un vaccino andato perso.”

Un’altra precisazione: se uno si vaccina con le due dosi e ottiene la copertura vaccinale che ha una validità del 95%, molto alta, sostanzialmente non si ammala, però non è escluso che possa essere contagioso per altri. È così?

“Non è escluso perché la scienza parla per evidenze scientifiche. Poiché lo studio sul vaccino Pfizer – quello che stiamo usando – ha posto al centro la protezione dall’insorgere della malattia e ha lasciato in secondo piano il discorso della protezione dal contagio, noi non abbiamo ancora abbastanza elementi per dire che si può escludere la contagiosità. Semplicemente non ci sono abbastanza dati per dire che il vaccino protegge dalla infezione. Ma la probabilità è che siamo protetti anziché no.”

In ogni caso bisogna proteggersi lo stesso.

“Assolutamente. Io mi sono già vaccinata, ho avuto entrambe le dosi, ma continuo a usare la mascherina e a proteggermi con il distanziamento.”

Ma alla fine la domanda che molti semplici cittadini pongono è questa: se dobbiamo continuare a proteggerci come prima, perché dobbiamo vaccinarci?

“Intanto mi devo vaccinare perché se mi prendo il virus nel 95% dei casi non mi ammalo più o non mi ammalo più in forma grave. Mi pare già una buona ragione. Poi la mascherina non si dovrà portare per sempre. Ma almeno finché non avremo raggiunto l’immunità di gregge, con la gran parte della popolazione vaccinata e immune, dovremo continuare a proteggerci perché il virus continuerà a circolare e a trovare soggetti da attaccare. Quando il virus smetterà di trovare persone da infettare allora il virus non sarà più un problema e potremo anche noi abbassare la guardia. La protezione con la mascherina e il distanziamento e il vaccino sono le due armi che abbiamo a disposizione per vincere il virus: le dobbiamo usare entrambe, finché non avremo ottenuto la vittoria definitiva. E se le usiamo entrambe vinceremo più facilmente.”

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Commenti

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  1. Scritto da Dante A.

    Strano, siamo rimasti arancione una settimana in piu’..il giallo (a me nn dispiace , sia chiaro) dalla settimana prossima con l’inizio dei saldi! Un caso?