Michele de Pascale, Sindaco di Ravenna: vaccinatevi, vaccinatevi, vaccinatevi, fate anche la terza dose, così potete evitare la quarantena

Il Sindaco: "Il virus lo sconfiggiamo con i vaccini non con i tamponi"; "I bambini non possiamo più tenerli a casa da scuola"; "Bisogna fare le dosi vaccinali che la scienza ci dice di fare: se sono tre sono tre, se sono quattro sono quattro, se sono cinque sono cinque..."

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La quarta ondata del Covid sta mettendo in difficoltà mezzo mondo e anche l’Italia, che nella precedente fase della gestione della pandemia se l’era cavata bene ed era stata presa a modello da altri Paesi. Il Governo Draghi sembra faticare a tenere testa all’aumento dei contagi e così si susseguono i provvedimenti, che ormai hanno generato una ragnatela di norme e un calendario di date in cui è difficile districarsi.

I cittadini appaiono un po’ impauriti e disorientati. I sanitari sono in allarme per la tenuta del sistema ospedaliero, mentre il tracciamento è saltato. Il mondo della scuola è in fibrillazione. Le ultime scelte del Governo poi, quelle della vigilia della Befana, sono da molti contestate e ritenute inefficaci e fin troppo farraginose. A due anni dallo scoppio della pandemia non siamo al punto di partenza, ma siamo ancora lontani dalla conclusione.

Gli stessi Sindaci, che nella prima fase della crisi sanitaria avevano avuto un ruolo importante oggi appaiono meno presenti, come in difficoltà a fronteggiare la nuova situazione e a motivare i cittadini. In questa situazione l’Emilia-Romagna e Ravenna non rappresentano un’isola felice. In regione, che lunedì passa in zona gialla, i contagi corrono e l’urto sul sistema ospedaliero si fa ogni giorno più forte.

A Ravenna negli ultimi 11 giorni abbiamo avuto più o meno 14.000 contagi, numeri di 10 volte superiori a 365 giorni fa. La campagna vaccinale ha consentito di sottrarre gran parte della popolazione agli effetti più gravi della malattia, e infatti malgrado numeri così alti, ospedalizzazioni e terapie intensive sono in calo rispetto a un anno fa. Ma con una circolazione così forte del virus, per quanto tempo ancora le strutture sanitarie possono reggere?

In questa situazione, il Sindaco di Ravenna Michele de Pascale non ha dubbi: dobbiamo continuare a tutti i costi ad alzare il livello della nostra protezione con le vaccinazioni, vaccinando anche i più piccoli, facendo la terza dose e tutte le dosi che la scienza ci consiglia di fare. Con la terza dose, fra l’altro, ci si può sottrarre all’obbligo della quarantena in caso di contatto con un positivo ed è una bella libertà. Del resto, non abbiamo un’altra strada, dice, dobbiamo avere fiducia nella scienza. Perché è la scienza che ci ha tirato fuori dai guai più seri di questa pandemia e in così poco tempo. Ci ha indicato la strada: dobbiamo percorrerla fino in fondo.

Michele de Pascale

L’INTERVISTA

Nino Cartabellotta, responsabile dell’autorevole Fondazione Gimbe, ha criticato gli ultimi provvedimenti del governo. Secondo lui sono un pannicello caldo e non riusciranno a raffreddare o fermare l’ondata di contagi di questi giorni, perché gli esiti si vedranno solo più avanti. Secondo Cartabellotta servirebbero misure di contenimento più forti subito. Lei che pensa delle ultime decisioni del Governo?

“Le misure del governo hanno alcuni limiti, ma non la penso come Cartabellotta. Il governo ha fissato una misura molto importante, un po’ sottovalutata dai media: la norma dice che chi è in regola con la vaccinazione e viene a contatto con un positivo non deve più fare la quarantena. Essere in regola significa avere fatto la terza dose o dose di richiamo da meno di 4 mesi, per intenderci. Questo ci dicono ormai le evidenze scientifiche. Non abbiamo un vaccino una tantum da fare, ma un vaccino che va ripetuto nel tempo. Ma che funziona. Perché se avessimo avuto un anno fa – senza vaccino – i numeri del contagio che abbiamo oggi, saremmo tutti in super lockdown, con gli ospedali saturi di malati. Oggi non è così. La misura del governo che elimina la quarantena per chi è in regola col vaccino è importante, ripeto, e coraggiosa: se uno non è positivo e non ha sintomi, anche se è venuto in contatto con un positivo, ora può comportarsi in un modo che si avvicina alla normalità, non deve più sottoporsi alla faticosa pratica dell’isolamento. È un grosso passo avanti. Se ne è parlato poco, ma la misura avrà un forte impatto positivo.”

Si è parlato molto di più dell’obbligo vaccinale per gli over 50, che riguarda comunque una fascia limitata di persone non vaccinate: si parla di circa 8 mila in provincia di Ravenna.

“Sì. Una fascia ridotta di persone che hanno già parecchie limitazioni. Devono continuamente fare il tampone e praticamente possono solo accedere al lavoro, poco altro.”

Dunque, secondo lei le misure del governo sono ragionevoli?

“Per me il punto debole, che va a impattare soprattutto sull’organizzazione sanitaria territoriale, è quello dei tamponi. Si fanno troppi tamponi. Facciamo solo il caso della scuola, dove ci sono tantissimi contagi e di conseguenza si generano un sacco di tamponi.”

“Il virus lo sconfiggiamo con i vaccini non con i tamponi”

L’Assessore regionale alla Sanità Donini ha annunciato due misure per snellire le pratiche legate ai tamponi di fine e inizio quarantena.

“Questo è essenziale. Bisogna snellire. Ci sono troppi tamponi e in larga parte inutili. Che poi sottraggono personale alle vaccinazioni e alle corsie d’ospedale. Non abbiamo abbastanza personale, ci siamo attivati anche con la Protezione civile per cercare dei volontari che vadano a dare una mano al Drive Through al Pala De André. L’anello debole della catena è questo. Io stesso mi sono fatto due ore e mezza di attesa in macchina per fare il tampone a mio figlio qualche settimana fa. È una situazione pesantissima.”

C’è chi in fila è dovuto restare anche 4, 5, 6 ore.

“Sì, lo so. Le conseguenze sono pesanti per tutti. Il mio pensiero va anche agli operatori, che sono lì per ore e ore a tamponare. Quando abbiamo fatto il congresso del Pd a mezzanotte e oltre, quando siamo usciti, loro erano ancora lì a lavorare.”

Ma per il punto Drive Through non si riesce a fare nulla di più e di meglio per alleviare i disagi?

“Il problema è il personale. Adesso lavorano su quattro linee. Ma per rafforzare il servizio qui bisognerebbe togliere personale all’Hub Vaccinale dell’Esp o all’Ospedale e secondo me sarebbe un grave errore. Perché il virus lo sconfiggiamo con i vaccini non con i tamponi. Stiamo destinando una grande quota di risorse per fare un mucchio di tamponi a vaccinati, quando invece il personale serve per vaccinare e curare i non vaccinati.”

Forse anche questa storia dei tamponi prima di andare alle feste è decisamente sfuggita di mano.

“Sì. Così come è sfuggito di mano il fatto che si accede al Drive Through direttamente con la prescrizione medica, che i medici di base prescrivono perché assaliti da richieste, talvolta immotivate. C’è gente che vuole fare il tampone anche solo perché ha starnutito un po’. Ribadisco, la partita non è tamponare ma vaccinare.”

Tampone Covid

“I bambini non possiamo più tenerli a casa da scuola”

Lei è d’accordo anche sulla scelta dell’apertura delle scuole malgrado il grido d’allarme dei mille che poi sono diventati duemila presidi?

“Su questo mi preme dire una cosa: dopo due anni abbiamo tutto aperto e ritorna fuori il tema di chiudere solo le scuole?! Non sono d’accordo.”

Dicono: fra contagiati, quarantene, no vax non c’è il personale.

“Questo problema esiste, ad ogni livello, non solo nella scuola. Facciamo i sacrifici, ma teniamo aperto. Basta dad. Sono d’accordo con il governo. Semmai sulle quarantene sarei stato anche più di manica larga, le avrei fatte scattare con numeri più alti. I bambini non possiamo più tenerli a casa da scuola, non è più plausibile. Non si può più sostituire la scuola con la dad. Non possiamo dire che l’istruzione è fondamentale e poi tenere chiuse solo le scuole mentre tutta l’economia è aperta.”

Più in generale nell’ultima fase, a fronte del dilagare del contagio, si assiste ad un certo appannamento delle decisioni politiche e della relativa comunicazione al paese e ai cittadini. Soprattutto a livello di governo. Plateale ciò che è avvenuto nell’ultimo Consiglio dei Ministri: a spiegare le misure prese sono stati mandati tre ministri in piazza, nel buio, Draghi non ci ha messo nemmeno la faccia. Anche voi Sindaci siete meno presenti sulle questioni della pandemia rispetto a un anno o due anni fa. Come se ci fosse un imbarazzo ad affrontare la situazione e il disagio dei cittadini.

“Sul governo pesa l’eterogeneità della maggioranza, soprattutto nell’avvicinarsi di una scadenza fondamentale come quella dell’elezione del Presidente della Repubblica. Questo governo ha vissuto momenti migliori nella gestione della pandemia, certamente. Sarebbe bene che si decidesse al più presto quale deve essere il destino di Mario Draghi. Perché questa continua mediazione delle ultime settimane – a differenza del piglio decisionista e molto determinato nella prima fase di governo – non fa bene all’azione di governo. Se Draghi deve restare al governo, è bene che mantenga la barra dritta e non medi con posizioni confuse e ambigue sui vaccini e i Green Pass. E se qualcuno è ondivago o non è d’accordo è bene che vada per la sua strada. L’Italia non può più permettersi certe ambiguità. Non è possibile una mediazione fra scienza e non-scienza. O vince la scienza o vince l’anti-scienza. Una via di mezzo non c’è.”

E per quanto riguarda i Sindaci?

“Io ho puntato tutto sulle vaccinazioni. Ora il nostro problema più grosso non sono i no vax, sono quelli che hanno fatto due dosi ma sono incerti sul fare la terza. La terza dose non è semplicemente una garanzia in più: deve essere chiaro che se non si fa la terza dose, anche il valore del primo ciclo vaccinale può svanire. Per qualcuno la protezione può essere valida anche con due dosi, ma per tante persone, quelle più fragili, immunodepresse, con malattie croniche, la terza dose è assolutamente necessaria, se no è come quasi non avere fatto nemmeno le prime due. Infine con la terza dose si evitano sostanzialmente le quarantene. E poi c’è il capitolo delle vaccinazioni pediatriche.”

“Bisogna fare le dosi vaccinali che la scienza ci dice di fare: se sono tre sono tre, se sono quattro sono quattro, se sono cinque sono cinque…”

Che purtroppo stanno andando molto a rilento.

“Purtroppo è così. Però per i bambini e le bambine da 5 a 11 anni è ancora presto per fare un bilancio, visto che fino a un mese fa non si potevano fare i vaccini. Invece bisogna incrementare nella fascia superiore, 12-16 anni, adesso si può fare anche la terza dose. E il vantaggio di avere la terza dose e la copertura vaccinale completa è quello che dicevo prima: se ho un contatto a scuola non vado più in quarantena. D’altra parte bisogna fare le dosi vaccinali che la scienza ci dice di fare: se sono tre sono tre, se sono quattro sono quattro, se sono cinque sono cinque… Per chi ha fiducia nella scienza e segue le indicazioni della comunità medica e scientifica c’è la certezza di potere uscire da questa pandemia col tempo, nella maggior parte dei casi senza serie conseguenze, senza mettere in pericolo la propria vita e senza bisogno di cure invasive. Poi c’è una minoranza di persone che non credono nella scienza, non si sono vaccinate o a un certo punto hanno perso fiducia e hanno interrotto il ciclo vaccinale: per loro purtroppo la situazione è molto grave. Rischiano di ammalarsi anche seriamente e di morire. Le terapie intensive oggi sono piene ovunque di malati non vaccinati.”

Il vaccino funziona e consente di non avere gli ospedali al collasso con così tanti casi. Ricordiamo che solo in provincia di Ravenna abbiamo avuto quasi 14.000 positivi in 11 giorni, ma la funzionalità del nostro ospedale non è andata in tilt. Però non ritiene che ci sia stata troppa euforia sulla potenza salvifica del vaccino? Non si è lasciato credere, sbagliando, che una volta vaccinati si era liberi tutti? Abbiamo capito che non è così. Che ci si può ri-contagiare, ri-ammalare e bisogna continuare a proteggersi.

“Sì. Alcuni errori di comunicazione sono stati fatti. Per esempio, un errore è stato continuare a fornire soprattutto i dati dei contagi. Esasperare questo dato non serve, perché è un dato che non ha più valenza per descrivere la reale situazione di un territorio, con il gran numero di tamponi quotidiani di vario genere per le più disparate esigenze. La regione adesso sta cercando di correggere su questo punto. Il dato vero da tenere sotto controllo è quello del tasso di ospedalizzazione. Inoltre, vaccino o no, è chiaro che l’idea di continuare ad usare precauzioni fa bene, non deve essere abbandonata. Non solo in funzione anti-Covid ma di tutte le malattie virali e infettive. Anche perché il mondo non tornerà più ad essere quello di prima e dovremo anche in futuro avere sempre più attenzione alla diffusione delle malattie infettive. Ricordiamo che ogni inverno tanti anziani perdono la vita anche per le conseguenze più gravi delle influenze, non in numero così elevato come per il Covid, ma abbiamo perduto tanti anziani per le influenze. Le attenzioni a tutte le forme di auto-protezione devono essere mantenute alte: usare la mascherina in certe situazioni, evitare luoghi di particolare affollamento se ci sono fattori epidemici in circolazione, igienizzarsi le mani, non uscire se uno ha dei sintomi. È chiaro che abbiamo messo quest’anno tanta enfasi sul valore del vaccino perché dovevamo spingere le persone a vaccinarsi e dovevamo sconfiggere la campagna di disinformazione no vax. Più si alzavano urla contro il vaccino, più noi dovevamo alzare il tono della nostra comunicazione per dire che il vaccino era ed è assolutamente necessario. Non dimentichiamolo. Vale anche oggi. È l’arma principale in nostro possesso.”

Quanti danni sta facendo la confusione di certi media, nei talk show e nei social e quanto la propaganda no vax? Lei avrebbe voluto la mano più dura contro i no vax, come Macron in Francia che ha detto ai no vax, vi romperò le scatole fino alla fine?

“Il disastro della campagna no vax è rappresentato soprattutto dalle conseguenze che ottiene su una parte debole, meno informata, impaurita e suggestionabile della popolazione. Ci sono i no vax fanatici ma c’è anche chi ci gioca su questa partita. Anche alcuni partiti e alcuni esponenti politici, soprattutto di destra. Non a caso il partito che sui vaccini ha avuto un atteggiamento sempre ambiguo è Fratelli d’Italia. C’è una grande irresponsabilità di quei leader politici ma anche di giornalisti e opinionisti che strizzano l’occhio ai no vax: giocano su questa cosa per costruirsi un’immagine e una posizione, ci lucrano. Molti non per convinzione ma semplicemente perché così hanno audience o seguito. Fra l’altro, molti di questi fanno gli opinionisti no vax ma sono vax, cioè vaccinati. Voglio essere chiaro: non ho tempo da perdere con i no vax, ma non rinuncerò mai a parlare con chi ha paura, è disinformato, è disorientato, è stato suggestionato in senso negativo ai vaccini. Perché queste persone sono vittime delle campagne no vax e bisogna cercare di recuperarle.”

Vaccino terza dose

“L’adesione al ciclo vaccinale primario è stata molto alta, mentre per la terza dose abbiamo avuto un rallentamento”

Entro gennaio avremo il picco dei casi a Ravenna, ha avuto rassicurazioni da Ausl Romagna sul fatto che reggeremo l’urto e che l’Ospedale di Ravenna non andrà in tilt, a partire dal Pronto Soccorso?

“Questo non è oggi prevedibile con certezza. Sappiamo che oggi il sistema sanitario della Romagna tiene sul fronte delle ospedalizzazioni, anche grazie agli investimenti importanti che sono stati fatti, perché la rete delle terapie intensive è stata potenziata in maniera molto significativa. Molto però dipende da noi, cioè dal tasso di adesione alla terza dose della popolazione. Su questo ci giochiamo moltissimo. Perché l’adesione al ciclo vaccinale primario è stata molto alta, mentre per la terza dose abbiamo avuto un rallentamento. Faccio appello ai cittadini affinché facciano la terza dose. E sono fiducioso che il nostro sistema possa tenere se la risposta e la responsabilità dei cittadini sarà alta. Ripeto: terza dose. E poi dobbiamo prepararci alla quarta. Israele è già partito. Il vaccino anti-influenzale si fa tutti gli anni, il tetano si fa ogni 10 anni, dobbiamo abituarci a questi richiami, non c’è nulla di strano.”

Non solo la scuola, ma molte organizzazioni e attività economiche sono in crisi per la mancanza del personale a causa dei no vax, degli ammalati e delle persone in quarantena. Com’è la situazione del Comune di Ravenna e che cosa si può fare per evitare che si blocchino interi settori e servizi?

“Mi devo ripetere anche a costo di sembrare pedante e noioso: bisogna vaccinarsi. Come Comune di Ravenna siamo in continuo dialogo con l’Rsu e con le organizzazioni sindacali al fine di ottimizzare le risorse umane e migliorare le condizioni di lavoro. Oggi è tutto aperto e quindi non si può dire che il luogo di lavoro sia la principale fonte di contagio. Per far funzionare le attività economiche e di servizio dico che dobbiamo convincere quante più persone possibile a vaccinarsi e a fare la terza dose, perché chi ha tre dosi anche se viene a contatto con un positivo non deve fare più la quarantena. Questa misura ha un impatto molto positivo sui luoghi di lavoro.”

Due anni fa la parola d’ordine contro il Covid era state in casa e proteggetevi. Un anno fa era vaccinatevi. E oggi? Qual è il messaggio?

“È ancora vaccinatevi. Da qui non si scappa. E il secondo messaggio più forte è: abbiate fiducia nella scienza. Perché l’esperienza che stiamo vivendo segnerà la vita della nostra generazione, un’epoca, è un evento che sarà studiato e ricordato per secoli. Ma la cosa che sarà ricordata di più è la sorprendente capacità della scienza di fronteggiare questa pandemia. Non si parlerà dei no vax o di big pharma o del complottismo. Quello che rimarrà come racconto di questi anni è la straordinaria capacità del genere umano di fronteggiare un virus così pericoloso in un tempo così limitato grazie alla ricerca scientifica. Se dal Covid ne usciamo con una rinnovata e diffusa fiducia nella scienza, almeno non abbiamo sprecato l’occasione di questa vicenda tragica per crescere e sconfiggere atteggiamenti irrazionali e antiscientifici che non sono nati con il Covid ma che il Covid ha fatto esplodere. Io le assemblee con i no vax le ho fatte anche quando c’è stata la legge Lorenzin che aveva introdotto l’obbligo vaccinale nei bambini per il morbillo. Le loro parole erano le stesse, non sono cambiate.”

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Commenti

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  1. Scritto da Giorgio

    Buongiorno a tutti, vi voglio dire questa cosa….il sottoscritto è risultato positivo( non sono riuscito a fare la 3 dose per motivi di prenotazione, ero all’inizio del 5 mese da quando ho fatto la doppia dose. Ho sintomi con febbre e dolori muscolari e vi dico che si sta veramente male, non riesco avere una posizione nel letto, una situazione del genere non la vorrei più vivere ne per mia figlia che per mia moglie, farò la terza la quarta e la quinta dose se è necessario. Questa è una mia scelta è spero che sia di tante altre persone, anche oltre per se stessi ma soprattutto per quelle persone che sono in prima linea h:24 e per rispetto di tutte le persone decedute per COVID perché non hanno avuto la possibilità di vaccinarsi. Buona giornata a tutti anche chi totalmente la pensa in maniera diversa

  2. Scritto da Mario

    Complimenti Sindaco! Condivido al 100% quanto da lei detto.