Quando l’ecocardiografia cambia la gestione clinica. Un convegno organizzato dalla U.O. Cardiologia a Faenza

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Sabato 5 novembre nell’aula convegni della sede Confartigianato di Faenza, in via Zaccagnini 8, si svolgerà un incontro, organizzato dalla Unità Operativa di Cardiologia, sull’utilizzo dell’ecocardiografo nella gestione del paziente con deformazione miocardica. All’evento parteciperanno esperti in fisiopatologia, ecocardiografia e studio della deformazione miocardica di livello nazionale e internazionale.

“Nell’arco degli ultimi 20-30 anni la disponibilità di nuove tecniche ecocardiografiche basate sul Doppler tissutale e, in seguito, sullo “speckle tracking”, ha consentito di valutare e quantificare la deformazione del miocardio – spiegano gli organizzatori del Convegno -. Ne sono derivati parametri di funzione cardiaca globale e regionale che si sono aggiunti ai parametri tradizionali dimostrando di fornire informazioni aggiuntive sia in termini diagnostici sia prognostici in un ampio spettro di patologie cardiache.

“Se da un lato la valutazione della deformazione miocardica longitudinale del ventricolo sinistro mediante il “global longitudinal strain” è entrata ormai nella pratica clinica, le sue possibili applicazioni e valenza diagnostica e prognostica sono in continua espansione. Negli ultimi anni, inoltre, sta emergendo l’importanza della quantificazione della deformazione atriale sia nell’ambito della valutazione della funzione diastolica del ventricolo sinistro sia nella valutazione della cardiomiopatia atriale” proseguono.

“Scopo del corso è sottolineare il valore aggiunto dello studio ecocardiografico della deformazione miocardica nella pratica clinica quotidiana, approfondendone alcune applicazioni quali la diagnosi precoce di cardiomiopatie, la loro stratificazione prognostica e la valutazione della risposta alla terapia.  La funzione diastolica verrà approfondita partendo dal Doppler tradizionale per arrivare al significato dello strain atriale. Infine, una sessione sarà dedicata alla valutazione ecocardiografica del cuore d’atleta, dell’atleta con pregressa infezione da Sars-Cov-2 e del paziente con “long-covid”” concludono gli organizzatori.

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