L’appello per salvare il Sistema Sanitario universalistico “La Sanità Pubblica è sotto attacco. Difendiamola!” in poche ore ha già superato le 2.500 firme

“La Sanità Pubblica è sotto attacco. Difendiamola!” Con questo slogan, che vuole chiamare tante forze e soprattutto i cittadini – trasversalmente – a raccolta per difendere il Servizio Sanitario Nazionale universalistico a rischio di collasso, è stato presentato ieri a Ravenna un appello, che ha come primi firmatari diversi sindaci della Romagna e altre personalità politiche, associative e sindacali. Appello che in poche ore ha già raccolto oltre 2.500 adesioni.

Sanità Ospedale

Il documento è stato presentato da Giovanni Bissoni, già Assessore regionale alla Sanità dell’Emilia-Romagna, Michele de Pascale, Sindaco di Ravenna, Enzo Lattuca, Sindaco di Cesena, Vasco Errani, ex Senatore, già Presidente della Regione, Marinella Melandri, segretaria CGIL Ravenna, Paolo Palmarini, segretario UIL FPL Ravenna e Francesco Feletti, segretario ANAAO per la Romagna.

L’intento dei promotori è di non limitare il dibattito e l’iniziativa a una sola parte politica, bensì di mobilitare il più vasto arco varie di forze e soprattutto i cittadini, costruendo una forte consapevolezza e creando una grande mobilitazione, ha ricordato ieri Vasco Errani: “Senza la mobilitazione delle coscienze e dei cittadini, se il dibattito resterà chiuso fra gli esperti, fra Regioni, Comuni, Ausl e Governo non riusciremo a raggiungere il nostro obiettivo” di salvare il sistema sanitario universalistico, bene pubblico essenziale.

Sanità

L’APPELLO È SU CHANGE.ORG

Movimento per la Sanità Pubblica ha lanciato questa petizione e l’ha diretta a Orazio Schillaci (Ministro della Salute) – Un gruppo di donne e uomini con ruoli idee e funzioni diverse, insieme ad un gruppo di professionisti sanitari, ma anche semplici cittadine e cittadini preoccupati per l’attacco alla già indebolita sanità pubblica, hanno deciso di fare qualcosa. Ecco la ragione di questo appello, dare vita ad una vasta mobilitazione in difesa della sanità pubblica. Vi chiediamo di firmare, diffondere e condividere perchè senza una sanità pubblica efficiente e con risorse adeguate non esiste il diritto costituzionale alla salute.

Il testo dell’Appello per la Sanità Pubblica

“La salute è un diritto fondamentale per tutte le persone, che la nostra Costituzione tutela e che lo Stato deve garantire. Purtroppo le condizioni in cui versa il nostro SSN sono drammatiche. Rispetto alla riforma del 1978 c’è stato un cambiamento demografico non ancora metabolizzato in modo adeguato: siamo una società invecchiata e che invecchierà ancor di più. Sono anni che lo Stato non investe quanto necessario in termini di risorse finanziarie, professionali, riforme. L’impatto della pandemia sull’intero sistema aveva aperto la speranza per adeguati investimenti sul servizio sanitario. Così non è avvenuto, quanto meno in termini congrui.”

“Un sistema già indebolito, costretto a dare priorità alla gestione della pandemia, ha raggiunto risultati efficaci grazie allo straordinario impegno professionale, ma contestualmente si è infiacchita la capacità di risposta assistenziale ai bisogni delle persone, le liste d’attesa sono incrementate, l’accesso a prestazioni a pagamento sono aumentate in modo esponenziale, il ricorso a sistemi assicurativi è stato stimolato e, più in generale, è aumentato l’abbandono delle persone fragili per salute, età, condizioni economico-sociali. All’impatto pandemico si sono aggiunte le ricadute economico-finanziarie dovute alla guerra in Ucraina, l’inflazione, il caro bollette, aggravando ulteriormente la situazione finanziaria delle Regioni, dei Comuni e delle famiglie.”

“Siamo di fronte ad un pericolo incombente: il superamento dell’universalismo sanitario del SSN con l’avvio di fatto di un universalismo selettivo la cui conseguenza sarà una sanità che si rivolge prioritariamente ai poveri, progressivamente più povera, aggravando quelle diseguaglianze che sempre più caratterizzano il nostro Paese. È unanimemente riconosciuto che già oggi le differenze inaccettabili nella società, in rapporto a istruzione, condizioni di vita e di lavoro, età e genere portano anche a diseguaglianze di salute. Le persone socialmente più disagiate si ammalano di più ed hanno maggiori difficoltà di accesso tempestivo a servizi di buona qualità. La fine dell’universalismo peggiorerà ulteriormente le cose.”

“Oggi serve con urgenza un coordinato insieme di provvedimenti con l’obiettivo di:

  • avere più medici, infermieri, personale sanitario e assistenziale per garantire accesso ai servizi, recupero liste d’attesa, riorganizzazione dei servizi territoriali. Personale adeguatamente formato e valorizzato, riconoscendone il ruolo strategico e adeguando salari, diritti, progressioni di carriera;
  • rafforzare l’assistenza territoriale per dare concretezza alla presa in cura delle persone, sostegno ai caregiver, integrazione sociale e sanitaria per garantire la domiciliarità. Particolare attenzione va posta alle aree interne, montane e collinari;
  • rivedere l’organizzazione della medicina generale e pediatria di libera scelta e assicurare la operatività di team multi professionali;
  • mettere in sicurezza gli ospedali a partire dai PP.SS e dall’Emergenza-Urgenza;
  • fare realmente delle Case della Comunità una sede in grado di semplificare l’accesso ai servizi, un luogo di partecipazione dei cittadini, del volontariato, del terzo settore;
  • rafforzare i dipartimenti di Salute mentale e Sanità pubblica, con attenzione particolare a prevenzione e sicurezza sul lavoro;
  • rivedere e innovare anche i percorsi formativi con maggiore collaborazione fra SSN e Università;
  • investire in ricerca pubblica e intervenire sul mercato farmaceutico. L’opposto della recente riforma di Aifa.”

“Riforme a scala nazionale, rafforzamento dell’universalismo nell’accesso ai servizi hanno un valore insostituibile ma necessitano di maggiori risorse. Poiché il Paese non può indebitarsi ulteriormente, se vogliamo evitare il ritorno a sistemi mutualistici-assicurativi, queste risorse vanno reperite con un sistema fiscale equo e progressivo. I segnali che emergono dalla legge di bilancio di questo Governo vanno in direzione opposta: risorse nettamente insufficienti per servizi sociali e sanitari, l’espansione della flat tax, i condoni e il sostegno all’evasione fiscale. Ancora più preoccupante l’accelerazione del percorso legislativo per introdurre, anche in Sanità, l’Autonomia differenziata. Premessa per una dirompente risposta frastagliata, Regione per Regione, a problemi trasversali che riguardano l’intero sistema sanitario e che da tempo richiedono una risposta unica e nazionale: un altro grimaldello per abbattere l’universalismo e per consolidare le disuguaglianze regionali che caratterizzano da sempre il nostro SSN. I necessari provvedimenti per la messa in sicurezza del nostro Servizio Sanitario Nazionale non sono più rinviabili. IL MOMENTO È ORA!”

I primi firmatari dell’Appello

  • Abbonizio Marzia Segretaria Spi CGIL Forlì
  • Allegni Gessica Sindaca di Bertinoro
  • Bargossi Malù Presidente Auser Forlì
  • Bissoni Giovanni Pensionato
  • Borghesi Laura Medico
  • Brigliadori Michela. Infermiera
  • Bucci Silvia Segretaria CGIL Cesena
  • Calcoli Claudio Medico
  • Calipari Marilena Dipartimento Sanità Pubblica Rimini
  • Carradori Tiziano Direttore Ausl Romagna
  • Ceccarelli Paola Infermiera
  • Cimatti Antonella Terapista
  • Clementi Giovanni Coordinatore servizi riabilitazione Rimini
  • de Pascale Michele Sindaco di Ravenna e Presidente CTSS
  • Dradi Lisa Segretaria FP CGIL Ravenna
  • Errani Vasco già Senatore
  • Feletti Francesco Medico e Segretario ANAAO
  • Garavini Milena Sindaca di Forlimpopoli
  • Garcea Nicola Segretario Spi CGIL Cesena
  • Giacomini Ornella Segretaria FP CGIL Rimini
  • Giorgini Maria Segretaria CGIL Forlì
  • Gozzoli Matteo Sindaco di Cesenatico
  • Guerrini Andrea Presidente CDA Tecnici Prevenzione Ambiente luoghi lavoro – ordine TSRM – PUTRP Forlì Cesena Rimini
  • Lattuca Enzo Sindaco di Cesena
  • Lucarelli Christian Segreteria FP CGIL Rimini
  • Lusenti Carlo Medico
  • Marangolo Maurizio Medico ospedaliero pensionato
  • Masini Nadia già parlamentare
  • Masotti Maura Segretaria Spi CGIL Ravenna
  • Masotti Mirko Segretario FP CGIL Forli- Cesena
  • Melandri Marinella Segretaria CGIL Ravenna
  • Micheletti Simona Medico
  • Montalti Stefano Presidente fondazione Alzheimer
  • Morgagni Diana Medico
  • Neri Walter Medico
  • Palazzi Ignazio Medico
  • Palmarini Paolo Segretario UIL FPL
  • Parma Alice Sindaca di Santarcangelo
  • Pavolucci Isabella Segretaria CGIL Rimini
  • Petitti Emma Presidente Assemblea legislativa Emilia-Romagna
  • Sadegolvaad Jamil Sindaco di Rimini
  • Sanniti Stefano Ingegneria biomedica
  • Sarpieri Carlo Presidenza regionale Auser
  • Travaglini Giuseppe Medico
  • Turicchia Giorgio Medico
  • Valbonesi Daniele Sindaco di S. Sofia. Segretario PD Forlì

Commenti

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  1. Scritto da TRISTANO ONOFRI

    La sanità pubblica non è sotto attacco da adesso. In Lombardia è cominciato lo smantellamento della sanità pubblica, a favore di quella privata, da parte del pregiudicato FORMIGONI. Smantellamento che è proseguito con la gestione Maroni e successivamente Fontana. Eppure i lombardi (bontà loro) hanno continuato a votare per 5 mandati Formigoni, per 1 mandato Maroni e per 2 mandati Fontana. Quindi la sanità pubblica è stata smantellata dagli stessi cittadini che continuano a votare i soliti.

  2. Scritto da Lorenzo

    da sbellicarsi dalle risate. Questi governano da 50 e passa anni la regione. Se non se ne fossero accorti, con il DPR del 14 gennaio 1972 n 4 sono passate alle regioni le competenze in materia sanitaria. Un manipolo di direttori generali, come carradori, sono passati dalle auls alla regione, “governando” la sanità dell’emilia romagna. I risdultati sono sotto gli occhi di tutti. Rifetti popolo.

  3. Scritto da Nicola Tritto

    Non riesco a comprendere certe prese di posizione come questa petizione che vede come attore principale il Sindaco di Ravenna, quella Ravenna che ha agevolato la ri-elezione del governatore Bonaccini alla guida dell’Emila Romagna, lo stesso governatore che nella sua campagna elettorale, spalleggiata dalle sardine, vicini all’estremismo di sinistra, elogiava la Sanità regionale definendola all’avanguardia a livello europeo. Ebbene, questo avveniva solo pochi mesi fa. Ci sono poi cittadini, intellettualmente onesti, che denunciano da anni disservizi, fuga di eccellenze e un’Area Vasta che ha messo nelle retrovie la nostra città. Vogliamo negare che ci sono delle responsabilità politiche? quelle responsabilità che vedono governatore e Sindaco in prima fila, quella politica che ha massacrato la nostra Sanità pubblica che da anni è in difficoltà, quella Sanità che dal 2012 a livello nazionale, è stata governata dal Pd e/o con l’appoggio del partito di Bonaccini e De Pascale. Ci sono state meno risorse programmate e tagli mai visti prima e oggi ne paghiamo le conseguenze. Quindi, e rispondo a coloro che vivono con il paraocchi, non solo in questi anni la sinistra ha affossato la sanità pubblica, ma se, nel caso ci fossero stati governi precedenti a questi anni, governi di destra, dieci anni erano sufficienti per rimettere in carreggiata la Sanità e riprendere il controllo della situazione. Ma non c’è stato nulla di tutto questo. Invece si ritrovano in piazza per manifestare contro un governo, dopo oltre dieci anni voluto dai cittadini, che non ha nessuna responsabilità su questa e altre materie. Evidentemente manca qualcosa nel valutare in quelle stanze queste e altre situazioni. Manca qualcosa…

  4. Scritto da Direttore

    Egregio Nicola Tritto, tutti hanno tagliato sulla sanità pubblica. Destra e sinistra. E continuano a tagliare. Questo appello dice: basta tagli, servono più risorse o c’è il collasso del SSN. È anche un’autocritica, come è stato illustrato durante la presentazione. Questo per ripristinare un po’ di verità e non fare il solito scaricabarile o la solita polemica politica. Naturalmente, ognuno è poi libero di farsi una sua opinione, di ritenere l’appello inutile o insincero e di non firmarlo. LA REDAZIONE

  5. Scritto da Porter

    Dobbiamo anche renderci conto, in aggiunta ad ogni altra considerazione, che aumentare le spese per le armi comporta una proporzionale diminuzione delle spese del welfare e quindi anche della sanità pubblica. Guardiamo gli USA: hanno un bilancio della difesa spaventoso ed 800 basi militari all’estero sparse nel mondo a scapito di cosa poi? Della inesistenza del servizio sanitario gratuito. Non crediate che sia una coincidenza.
    Oggi in nome della difesa di non si sa bene di quali interessi (il nostro ed UE no di sicuro)ci viene chiesto dalla Nato un aumento del nostro impegno. A scapito di cosa?
    Indovinate un po’ !!!

  6. Scritto da Maria Elena Rolla

    Pienamente d’accordo

  7. Scritto da Catia

    La sanità ,la scuola, i servizi per i cittadini insieme ad una diversa considerazione del pubblico sono una delle priorità del nostro paese.Occorre uno sforzo comune di tutti.in primis dei dirigenti, dei ministri per invertire la rotta.Quindi sensibilità, ,impegno per costruire qualcosa di diverso che abbia come finalità il bene della salute ,lontano da logiche affaristiche, di potere e di prestigio personale.

  8. Scritto da stanco

    Per salvare la sanità pubblica vanno fatte almeno 2 cose:

    – abolire la possibilita per i medici, di esercitare la libera professione all’interno e con la strumentazione degli ospedali pubblici. O nel pubblico o nel privato. Si eliminrebbero così, le lunghe attese per un esame.

    – tutti noi, che piaccia o no, siamo responsabili quando facciamo un ‘esame o una visita a pagamento, perché in questo modo i nostri soldi non vanno nel sistema pubblico, ma nelle tasche di qualcuno.

  9. Scritto da Sonia Acanfora

    È vergognoso tutto questo, la sanità è sempre stata pubblica e di tutti. Il governo deve investire di più e assumere nuovi medici e personale sanitario