Festa nazionale Unità a Ravenna. Scudellari e Emmanuelle Sigal inaugurano la Tenda Socjal Club

Venerdì 24 agosto doppio concerto dei due cantautori al Pala De Andrè

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Un avvocato penalista con la vena del cantastorie, una giramondo franco-israeliana che ha fatto dell’Italia (e della Romagna) una seconda casa. È con il doppio concerto di Giacomo Scudellari e di Emmanuelle Sigal che la Festa dell’Unità Nazionale inaugura la Tenda Socjal Club, venerdì 24 agosto alle 21, nel parco del Pala De Andrè a Ravenna.

Giacomo Scudellari è un cantautore 31enne di Ravenna, che tolta la toga da avvocato è passato dal palazzo di giustizia ai palchi dello Stivale, in un intenso tour per presentare l’ultimo disco, “Lo stretto necessario”, uscito per Brutture Moderne/Audioglobe e prodotto da Francesco Giampaoli (Sacri Cuori, Classica Orchestra Afrobeat). Il suo è un autentico cantautorato classico, ispirato alla tradizione degli anni Settanta, carico di autoironia, riferimenti sottili a vissuti, luoghi comuni, ma votato a una rivisitazione in chiave contemporanea di una narrativa folk. Scompaiono le melodie tristi, i ritmi sono incalzanti, le melodie “maggiori”, segnali di una gioia nei confronti della vita presa com’è, tra gioie e delusioni.

“Lo stretto necessario” è frutto di anni di gavetta, che hanno portato Scudellari all’incontro con Francesco Giampaoli. Ne è nato un disco che deve molto agli ascolti di Faber, Paolo Conte, De Gregori e Guccini. Giganti, dai quali il giovane cantautore ha preso a giuste dosi: i nove brani sono un inno alle tradizioni, alle piccole gioie, come il “Cantico della sambuca” o “Addio tristezza”. L’ottimismo – condito con piccole dosi di cinismo – di “A poter scegliere” si unisce ai tratti più poetici di “La luna ha sempre ragione”, ballata che accompagna verso il brano finale che dà il titolo all’album.

Emmanuelle Sigal da Parigi si è spostata molto, girando per Bolzano, Berlino, Venezia e Bologna. Ha partecipato alla realizzazione di “Delone”, lavoro di Sacri Cuori, insieme a personaggi come Marc Ribot, Howe Gelb, Dan Stuart. “Table rase” raccoglie melodie che vanno dallo swing al folk al jazz con un cantautorato che miscela francese, italiano, inglese. Estro e timidezza si uniscono a un’incredibile personalità artistica che emerge in particolar modo nel live. Nell’album si incontrano anche valzer malinconici come Laisse les parler, ma anche country come Bless. Un mix unito dall’abilità di un pool di musicisti di prim’ordine, e che vanta la partecipazione di Enrico Farnedi ai fiati.

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