Il Ravenna Festival 2014 inaugura domani con Svetlana Zakharova e Vadim Repin

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Al Pala de Andrè il gala di danza-concerto ‘Pas de deux for Toes and Fingers’, spettacolo esclusivo e inedito per
l’Italia

Un quarto di secolo di grandi emozioni e meraviglie sotto il segno
della creatività e dell’invenzione artistica e senza conoscere frontiere
o limiti geografici, per un evento raffinato e allo stesso tempo
popolare, tra filologia e visionarietà, tradizione e ricerca e
sperimentazione. Un percorso iniziato l’1 luglio 1990 e che si è snodato
intrecciando idee e fratellanze, all’insegna della qualità e di
appuntamenti esclusivi.

Così, la venticinquesima edizione di Ravenna Festival – che si
soffermerà anche sui cent’anni dello scoppio della prima guerra mondiale
– non poteva che aprirsi con uno spettacolo esclusivo e inedito per
l’Italia,
nel perfetto equilibrio di due linguaggi universali come la
musica e la danza: il Gala Concerto ‘à la russe’ intitolato ‘Pas de deux
for Toes and Fingers’
, protagonisti assoluti due artisti straordinari
come Svetlana Zakharova, étoile del Bolshoi di Mosca, e Vadim Repin,
violinista e direttore d’orchestra, coppia nella vita e nell’arte.

Sul
palcoscenico, insieme a Svetlana e Vadim, direttore e solista
dell’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini, Antonin Barakovskij (primo
violino dell’Orchestra Sinfonica della Radio Bavarese), Vjačeslav
Lopatin e Andrej Merkur’ev (étoiles del Teatro Bolshoi di Mosca),
Vladimir Varnava (ballerino e coreografo del Teatro Mariinskij) e
Dmitrij Zagrebin (solista del Balletto del Teatro Stanislavskij di
Mosca). Lo spettacolo è stato realizzato grazie al prezioso contributo
di Eni.

Svetlana Zakharova, eccelsa ed acclamatissina
ballerina russa, cresciuta al Mariinskij di San Pietroburgo, dove
diventa ben presto ‘zarina’; poi incontrastata protagonista del Bolshoi,
è oggi un’artista sempre più curiosa e culturalmente spregiudicata. A
Mosca, metropoli cosmopolita dove si incrocia l’intellighenzia russa,
l’incontro con il violinista Vadim Repin – "il migliore e più perfetto
violinista mai udito" secondo Yehudi Menhuin – ha dato vita a una fra
quelle coppie di vita e di scena che scandiscono, illuminandola, la
storia artistica del paese, amate e onorate dal grande pubblico. Il
cuore del programma proposto al Pala De André è caratterizzato
dall’interesse di Svetlana per la coreografia contemporanea e dal
desiderio di cimentarsi in momenti ‘propri’ ed esclusivi. Dopo il
debutto a Mosca del primo spettacolo che portava il suo nome il Gala ha
preso e continua a prendere tante forme quanti sono stati e saranno i
palcoscenici dove viene presentato. E, dopo sei anni di rappresentazioni
in giro per il mondo, con programmi che si possono ormai definire
‘d’autore’ e accanto ai danzatori russi più in vista, affermati o
emergenti, è arrivato il momento per il Gala di Svetlana Zakharova di
assumere la forma più eccezionale, quella che vede co-protagonista il
marito Vadim Repin.

Incrociati i rispettivi repertori la
ballerina e il violinista hanno composto un programma di miniature
coreografiche e musicali che sono pièces de résistance per ognuno, tutte
intimamente percorse da quell’amorevolezza reciproca che mette il
partner nella luce migliore. A partire dal brano che ne è il cuore: ‘La
morte del cigno
‘, in cui i languori del coreografo Mikhail Fokine,
estenuati dall’interpretazione di Svetlana, acquistano nuovi bagliori
grazie all’esecuzione rapinosa di Vadim Repin dei capricci di Camille
Saint-Saëns. Per l’étoile, che non la intende come una composizione
classica bensì come l’inizio della coreografia moderna, è un assolo che
racchiude tutta una vita, dall’inizio alla fine.

Sospinta
dall’Adagio di Tomaso Albinoni, riscritto per il violino cantabile di
Vadim Repin, esce la natura delicatamente astratta di Zakharova in
Distant Cries‘, soave sinfonia di linee e palpiti. Nato da un felice
incontro con Edwaard Liang, il duo (con lei Andrej Merkur’ev) ha preso
forma con naturalezza: il coreografo americano di origini taiwanesi,
ricorda l’étoile, le ha spiegato il significato della composizione e ha
rimodellato su di lei la coreografia. Peccato, ha aggiunto, che non sia
stata creata per lei, ma la rende felice sapere che molti spettatori
abbiano trovato nella sua interpretazione un senso nuovo, mai scorto
prima.

‘Plus. Minus. Zero‘, che affida al violino di Vadim Repin
gli scabri ed ineffabili tintinnii del ‘Fratres’ di Arvo Pärt, sigla un
nuovo legame artistico con il giovanissimo coreografo russo Vladimir
Varnava. Casuale il loro incontro: l’étoile restò colpita da alcune sue
miniature composte per i ballerini del Mariinskij, delle quali apprezzò
la vena surreale dai tratti ironici, la plasticità del movimento e
l’originalità compositiva. Il coreografo e la ballerina avevano
immaginato un numero diverso da quello che che viene proposto ma, come
accade nella vita, tutto è cambiato, portandoli infine a condividere la
scena. Con una piccola storia da raccontare: un uomo e una donna legati,
benché ognuno viva la propria esistenza, lui preso dalla routine, lei
persa nelle sue frivolezze.

Vadim Repin, oltre al ‘Concerto
per violino e orchestra d’archi n. 1 in re minore’ di Felix Mendelssohn
ha scelto per sé una manciata di brani che per timbri e virtuosismi
intrecciano legami con la danza, quali ‘Tambourin chinois’ op. 3 di
Fritz Kreisler, ‘Csárdás’ di Vittorio Monti, ‘Estrellita’ di Manuel
Maria Ponce. Nel ricco programma anche il Concerto per due violini
(Repin e Barakovskij) e orchestra in re minore di Johann Sebastian Bach.

Il
violinista russo lascia la scena solo per un brano di derivazione
cinematografica, firmato da John Williams, ‘Revelation‘, che con la
coreografia della giapponese Motoko Hirayama è diventato l’emblema
contemporaneo di Svetlana Zakharova, in ideale dittico con ‘La morte del
cigno’. Sembianze da Sonnambula balanchiniana, la ballerina russa è
particolarmente legata a questo assolo, eseguito così tante volte che
vedere in camerino quella piccola sedia azzurra che porta sul palco e
che l’ha accompagnata in giro per il mondo, la rassicura. Quando vide il
brano in Giappone le piacque molto e pensò che, se fosse stato suo,
avrebbe danzato per la prima volta scalza. Era un numero creato dalla
coreografa per sé, ma che l’étoile sente di aver ormai fatto proprio.
Ogni volta, confida, le succede di inventare e raccontare una propria
storia, sempre diversa: ne ha visione appena prima di entrare iniziare,
quando ha già il braccio teso nella prima posa della coreografia. E
rivela anche che durante l’esecuzione le capita di provare così tante
emozioni che quasi esplodono; altre volte invece si chiude in se stessa,
o le viene voglia di piangere. Tuttora non capisce perché succeda,
forse è la musica a toccarla nel profondo, a indurle pensieri intensi e
slanci emotivi; e in quei sette minuti soffre profondamente, benché alla
fine si faccia luce in lei la speranza di un cambiamento.

L’inedito
trio La Ronde des lutins, donato dal ballerino danese Johan Kobborg,
riporta in scena Vadim Repin, a regalare l’indiavolato ‘Scherzo
fantastico, op. 25’ di Antonio Bazzini. Svetlana Zakharova vi appare
nell’insolito ruolo di un folletto, deliziosamente femminile nonostante
il costume à la garçonne, assediata per gioco da due partner (Lopatin  e
Zagrebin) capaci di eseguire ogni prodezza tecnica pur di attirare la
sua attenzione, ma che nulla possono contro il gioco di sguardi e
l’amorevole intesa tra la ballerina e il violinista. Intime
corrispondenze aleggiano tra i due artisti sulla scena, la travalicano e
arrivano al pubblico con l’autenticità della vita.

Info e prevendite: 0544 249244 – www.ravennafestival.org
Biglietti: da 15 euro (ridotti 12) a 60 euro (ridotti 55)
"I giovani al festival": fino a 14 anni (5 euro); da 14 a 18 anni (50% tariffe ridotte)

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