Partito Democratico: verso il congresso, in Romagna sembra tutto chiaro

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La Romagna si schiera, senza tanti distinguo, con Pier Luigi Bersani, nella corsa per il nuovo leader del Partito democratico.
Dal presidente della Regione Vasco Errani agli onorevoli di casa nostra Vidmer Mercatali (Ravenna), Gabriele Albonetti (Faenza) e Massimo Marchignoli (Imola) e poi giù dai consiglieri regionali ai segretari territoriali, si fatica a trovare qualcuno contrario.

Il congresso d’autunno vedrà in pista come candidati, a meno di sorprese, oltre al piacentino Bersani (già ministro all’Economia) il ferrarese Dario Franceschini, attuale segretario del Pd.

Il terzo nome, da tanti invocato, soprattutto dagli under 40, per ora non è emerso, tranne il fatto di qualche rinuncia, come quella del sindaco di Torino Sergio Chiamparino.

Entro il 21 luglio, termine ultimo per presentare le candidature si saprà se ci sarà.

«Sostengo con convinzione la candidatura di Bersani perché è un innovatore vero, persona pragmatica ed ha dimostrato di avere già idee chiare rispetto a come dovrà essere il partito – sottolinea intanto il segretario provinciale del Pd Alberto Pagani -. Serve radicamento ed un profilo chiaro del Pd, Bersani saprà darlo».

Così oltre ai big, al lavoro per sostenere l’ex ministro ci sono anche i consiglieri regionali Miro Fiammenghi e Mario Mazzotti, tanti sindaci delle città romagnole fra Ravenna, Faenza e Imola.

Al momento non si vedono o si sentono troppi supporter per Franceschini.
La base invece appare ancora in attesa, schierarsi in maniera così decisa, da una parte o dall’altra, non sarà sempre cosa facile.
Così, anche alle feste di partito, qualcuno a bassa voce sottolinea come «poi in fondo Franceschini non sia stato così male, anzi, alcune cose chiare le ha dette e pure fatte».

Ma Bersani è sostenuto in primis da Massimo D’Alema, amatissimo ancora oggi in tutta la Romagna «rossa». Si capisce così come oltre al tour di Bersani fra feste del Pd ed altri eventi, da queste parti nelle prossime settimane arriveranno proprio D’Alema (Imola, giovedì 9 luglio) e altre figure di primo piano del partito.

La partita, che vede Bersani apparentemente grande favorito, grazie anche alla dote che gli porterà Bassolino dalla Campania, si potrebbe riaprire con le primarie del dopo congresso. Ed in questo caso tutti potranno votare, oltre i gruppi dirigenti, anche centinaia di migliaia di cittadini iscritti o solo simpatizzanti del Pd.

Ma cosa serve al Pd oggi?
Dopo la botta delle elezioni Europee e pure delle Amministrative, è necessaria una discussione vera ed approfondita su come rilanciare o addirittura rifondare il partito.
Questo dibattito dovrebbe coinvolgere anche le regioni dove il Pd ha resistito alle Provinciali e Comunali, confermando numerosi sindaci, come in Emilia Romagna.

Fino ad oggi questo dibattito non si è aperto, sarebbe necessario farlo presto, il congresso forse aiuterà.

D’altronde alle porte ci sono, nel 2010, altre tornate delle elettorali: le Comunali a Faenza, ma soprattutto le Regionali dove, partendo dal 40% ottenuto dal Pd alle Europee, non tutto può essere dato per «scontato», come è avvenuto per tanti anni passati.

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