“L’Anticasta”presentato questa sera a Bologna. Qualche domanda a uno degli autori, Michele Dotti

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Questa sera alle 21 allo Stand Libreria del Parco Nord della Festa
dell’Unità di Bologna sarà presentato il libro "L’Anticasta – L’Italia
che funziona
" . Il testo traccia un percorso
tra i Comuni dell’Italia a 5 stelle; realtà straordinarie dal punto di
vista del risparmio energetico e economico, della mobilità sostenibile,
della produzione di energia da fonti rinnovabili, della gestione dei
rifiuti, dell’acqua e del territorio. Uno dei due autori è il faentino
Michele Dotti, al quale abbiamo posto
un paio di domande.

Come è nata l’idea del libro?
L’idea di questo libro nasce durante la lavorazione del video "Viaggio nell’Italia dei Comuni a 5 stelle" che Marco Boschini, a nome dell’Associazione dei Comuni Virtuosi di cui è Coordinatore nazionale, mi ha chiesto di realizzare lo scorso anno, curandone la regia. Girando l’Italia per quasi 3.000 km insieme alla troupe di Flatmind in pochi mesi mi sono reso conto che c’erano delle esperienze davvero "straordinarie" che meritano assolutamente di essere raccontate, perchè possano diffondersi ovunque e divenire in qualche modo "ordinarie". E la cosa stupenda è che in questa idea siamo riusciti a coinvolgere tanti autori importanti come Maurizio Pallante, Jacopo Fo, Alex Zanotelli, Francesco Gesualdi, Franca Rame, il prof. Andrea Segre e molti altri ancora. Il loro contributi hanno creato una preziosa cornice di senso al quadro che andava delineandosi lungo il cammino,creando organicità  in tutte queste esperienze concrete già  realizzate nel nostro paese, che ora stanno iniziando a mettersi in rete, contaminarsi e arricchirsi vicendevolmente.

Parlate di Comuni a "5 stelle". C’è qualcosa che accomuna queste città virtuose? E se c’è è nel tipo di amministrazione, nella politica o nella mentalità delle persone?
L’esperienza dei Comuni Virtuosi è assolutamente trasversale, da tutti i punti di vista: si tratta di Comuni piccoli e grandi, del nord e del sud d’Italia, al mare come in montagna, e anche dal punto di vista politico ci sono esperienze straordinarie promosse da giunte di vario colore. Quello che conta, almeno a livello locale, sono le persone e la loro buona volontà, il desiderio di migliorare la qualità  di vita dei propri concittadini nel rispetto dell’ambiente, con buonsenso e concretezza. La chiave di volta, l’elemento comune a tutte le esperienze che abbiamo osservato, mi pare di poter dire che sia la "partecipazione"! Le amministrazioni che hanno avuto fiducia nella capacità dei propri cittadini di costruire un futuro migliore e li hanno coinvolti investendo tempo e risorse in questo, ora stanno raccogliendo i frutti di questa scelta!

Cosa funziona bene a Faenza e cosa invece è  migliorabile?
In generale io credo che si possa sempre migliorare! E preferisco
essere sempre costruttivo piuttosto che polemico. A Faenza in questi anni sono stati fatte alcune cose buone, sulle fonti rinnovabili, sul recupero delle acque, sul risparmio energetico, ma non sono state adeguatamente comunicate alla città e forse è mancato un reale coinvolgimento della popolazione. Su questo occorrerebbe concentrarsi, su questa prospettiva di promozione della partecipazione, piùche su singole progettualità per quanto importanti. Io credo che molti cittadini a Faenza siano già sensibili su questi temi, solo che attualmente si ritrovano disillusi e credono che il cambiamento non sia più possibile, perciò hanno tirato i remi in barca e hanno rinunciato ad impegnarsi. Si tratta di risvegliare queste energie e rimetterle in gioco, valorizzandone anche la creatività , la fantasia, la capacità  di comunicare attraverso linguaggi diversi, che possano raggiungere altre persone ancora. La politica certamente poggia sulla cultura, il vero livello sulquale occorre intervenire, quindi anche attraverso l’informazione e l’educazione, se vogliamo cambiare davvero le cose. Dobbiamo restituire ai nostri ragazzi, ma anche agli adulti direi, la capacità di sognare un futuro migliore, il piacere di impegnarsi insieme per realizzarlo e la consapevolezza di poterlo fare realmente! Bisogna coltivare quella che Paulo Freire chiamava la "nostalgia del futuro", di un futuro migliore, più giusto, pacifico e solidale. Allora credo proprio che il protagonismo dei cittadini sboccerà  da sé come il fiore in un prato quando i tempi sono maturi
"

Michele Dotti, educatore e formatore, si dedica all’educazione allo sviluppo prevalentemente in ambito scolastico È volontario dell’associazione Mani Tese, con una lunga esperienza in vari stati dell’Africa; ha promosso progetti di solidarietà, campagne di com-mercio equo e viaggi di turismo responsabile.

La presentazione del libro sarà alle 21. Partecipano gli autori  Marco Boschini e Michele Dotti. Modera Andrea Segré, preside della facoltà di Agraria della Università di Bologna.

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