Infermiera di Lugo, i figli della vittima chiedono risarcimento da 1 milione

Il Tribunale emette un decreto di citazione per l'Ausl ritenendola responsabile civile

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I due figli di Rosa Calderoni, la paziente 78enne morta in ospedale a Lugo, nel ravennate, l’8 aprile 2014 per una iniezione letale di potassio, hanno chiesto un milione di euro (500 mila a testa) di risarcimenti per l’accaduto. Lo scrive oggi Il Resto del Carlino e lo rilancia l’Ansa.

La richiesta è contenuta nella costituzione di parte civile che gli avvocati Maria Grazia Russo di Ravenna e Marco Martines di Forlì hanno presentato fuori udienza alla Corte d’Assise di Ravenna, presieduta dal giudice Corrado Schiaretti di fronte alla quale il 16 ottobre prossimo partirà il processo contro l’ex infermiera 43enne Daniela Poggiali, in carcere da un anno con l’accusa di omicidio pluriaggravato e di peculato di due fiale di potassio. Il Tribunale ravennate, sempre su richiesta dei due legali, ha anche emesso decreto – si legge sempre nel Resto del Carlino e nell’Ansa – per la citazione dell’Ausl romagnola quale responsabile civile. Il che significa che l’Azienda – che nello stesso processo potrebbe pure costituirsi in parte civile contro l’infermiera – in caso di condanna dell’imputata potrebbe essere chiamata a pagare in solido con la sua ex dipendente la cifra stabilita dalla Corte. La 43enne, difesa dall’avvocato Stefano Della Valle, si è sempre detta innocente tanto da avere escluso l’ipotesi di un abbreviato.

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