L’Unione approva il Piano d’ambito per la gestione dei rifiuti urbani di Atersir

Raccolta porta a porta mista, modello di economia circolare e tariffazione puntuale

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L’Unione dei Comuni della Bassa Romagna ha condiviso la scelta del nuovo Piano d’ambito per la gestione dei rifiuti urbani, che rappresenterà la base di una prossima gara europea, con la votazione favorevole dei Sindaci che hanno partecipato al consiglio di Atersir (Agenzia territoriale dell’Emilia-Romagna per i Servizi idrici e rifiuti) che si è svolto lo scorso 2 novembre.

Il nuovo Piano prevede sostanzialmente un incremento della raccolta porta a porta mista per l’indifferenziata e l’umido, con il mantenimento di cassonetti stradali per plastica, carta e vetro e lattine.

L’obiettivo del nuovo piano è quello di ridurre la produzione di rifiuti pro capite, che in provincia di Ravenna attualmente si attesta a 764 kg/abitante all’anno e in particolare di raggiungere l’obiettivo dei 150 kg pro capite come quota di rifiuto indifferenziato. I sindaci dell’Unione hanno ritenuto che “tra le proposte di Atersir, quella scelta sia quella più funzionale al modello di economia circolare (non ci sono prodotti di scarto e le materie prime vengono riutilizzate) e di tariffazione puntuale (si paga in base a quanto si conferisce da tariffa anziché che a tassa recuperando i costi dell’Iva), sotteso alla nuova legge regionale in materia di raccolta dei rifiuti”. Le Amministrazioni locali sono chiamate a moltiplicare gli sforzi per una politica ambientale virtuosa e coerente con i principi comunitari.

Gli obiettivi regionali, entro cinque anni, sono la raccolta differenziata al 73%, la riduzione del 25% della produzione pro-capite di rifiuti, il riciclaggio al 70%, il contenimento delle discariche e l’autosufficienza regionale. Oggi nella provincia di Ravenna la raccolta differenziata si attesta sul 56,4%. In tale ottica si pone il tema fondamentale di una tariffa puntuale, con una precisa responsabilizzazione dei cittadini attraverso l’applicazione del principio di equità contributiva (“chi inquina paga”).

“Sotto questo profilo la raccolta porta a porta, come dimostrano le prime sperimentazioni avviate sul territorio favorisce rispetto al sistema “stradale” una raccolta più virtuosa e non elusiva, maggiormente funzionale dunque agli obiettivi di riutilizzo dei rifiuti e di contenimento dei conferimenti in discarica. Al tempo stesso, non in tutte le aree è necessario estendere questo sistema; il porta a porta può essere dunque affiancato da un sistema di raccolta di tipo stradale, come previsto nello scenario proposto da Atersir. In questo modo il sistema adottato rappresenta un buon equilibrio in termini di efficacia del sistema e di contenimento dei costi e quindi delle tariffe. Una scelta come questa favorisce anche, in prospettiva, la riduzione dei costi legati al conferimento in discarica e, quindi, delle stesse tariffe. Inoltre, i nostri Comuni potranno usufruire degli incentivi previsti dalla legge regionale e non dovranno sostenere gli aumenti progressivi della ecotassa per lo smaltimento”.

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