Schianto aereo del 2011: rinviato a giudizio il pilota che precipitò con 10 paracadutisti a bordo

L'uomo, un riminese di 56 anni, è accusato di disastro aviatorio colposo e sarà processato con il rito abbreviato

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Si schiantò al decollo con 10 paracadutisti a bordo. Per l’incidente, avvenuto il 2 aprile 2011 all’aeroporto civile de La Spreta di Ravenna, è stato rinviato a giudizio il pilota, un riminese di 56 anni, accusato di disastro aviatorio colposo. Accolte così le tesi dell’accusa, sostenuta dal PM Cristina D’Aniello, che aveva chiesto il processo, il pilota sarà processato con rito abbreviato, come da sua richiesta.

Sulla base dell’inchiesta, l’uomo è ritenuto responsabile dell’incidente, secondo l’ accusa, “per negligenza, imperizia e inosservanza dei regolamenti aeronautici di sicurezza”. Solo per un caso fortunato nel disastro non rimase ucciso nessuno. Feriti però i paracadutisti che si erano imbarcati per un turno di lanci, ad eccezione di un bambino faentino che all’epoca dell’incidente aveva dodici anni e aveva preso posto nel seggiolino accanto al pilota. La maggior parte dei trasportati se la cavò con lesioni giudicate guaribili tra i venti e i novanta giorni, fatta eccezione per il pilota stesso, ricoverato a lungo in ospedale e una giovane donna sammarinese, che riportò lesioni permanenti.
I testimoni a terra riferirono di aver visto il Pilatus alzarsi in volo, poi virare all’ improvviso verso sinistra e infine precipitare da un’altezza di circa 35 metri, per fortuna in maniera quasi parallela al terreno. Nel velivolo il pilota non avrebbe imposto ai paracadutisti di allacciare le cinture di sicurezza. I consulenti del pm ravennate sono giunti alla conclusione che il pilota, dopo aver constatato un improvviso e graduale calo di potenza al motore, subito dopo il decollo avrebbe dovuto evitare una brusca inversione di rotta con virata a sinistra a bassa quota e a velocità ridotta, per cercare invece di sfruttare tutta la lunghezza della pista per atterrare.

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