Dossier sulle mafie in Emilia Romagna, Matteucci: “Fanghiglia infamante contro il ministro Delrio”

Secondo il sindaco di Ravenna nella pubblicazione "Tra la via Aemilia e il West", a cui ha contribuito anche il Gruppo dello Zuccherificio, sono "scritte anche cose completamente false"

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“A mio giudizio uno dei problemi del grande movimento Antimafia è che ogni tanto si affaccia una frangia minoritaria che sostiene che sono praticamente tutti mafiosi o collusi coi mafiosi , salvo loro e chi li applaude. Anche figure importanti che hanno speso la loro vita contro la criminalità organizzata sono state vittime di questa degenerazione estremista e in definitiva maniacale, frazione pur minoritaria del movimento di persone, associazioni e istituzioni che combattono le mafie.È ciò che mi è venuto in mente leggendo la …come definirla?… fanghiglia contenuta nel testo dal titolo “Tra la via Aemilia e il West, pubblicato su gruppodellozuccherificio.org“: lo afferma il sindaco di Ravenna Fabrizio Matteucci riferendosi al dossier antimafia realizzato dalle associazioni AdEst, Gruppo dello Zuccherificio di Ravenna, Gruppo Antimafia Pio La Torre di Rimini e dal movimento Rete di San Marino e pubblicato online pochi giorni fa.

Matteucci spiega unaposizione così critica”Ci sono scritte cose che insinuano una collusione passiva del Ministro Graziano Delrio con la malavita presente a Reggio Emilia.
E sono scritte anche cose completamente false: Delrio non ha mi preso parte a nessuna processione in omaggio a boss della ‘ndrangheta”.

“Conosco Graziano Delrio da 15 anni – spiega il primo cittadino – e mi sono sufficienti a testimoniare la sua moralità che probabilmente gli autori delle infamie scritte non sanno neanche dove sta di casa.
Per esperienza e conoscenza diretta sono testimone della tradizione di buon governo di Reggio Emilia, tradizione di buon governo che trova cristallina conferma anche nell’attuale Amministrazione Comunale.
Sento il dovere di prendere la parola per difendere l’onorabilità di una persona per bene.
Per ora mi limito a pubblicare un comunicato del Comune di Reggio Emilia del 20 febbraio del 2009, anni dei quali gli autori di questa fanghiglia scrivono “Delrio non si era accorto della presenza mafiosa nella sua città“.

Ecco il comunicato del 20 febbraio del 2009 del Comune di Reggio Emilia: ‘Come i partigiani lottarono durante la Resistenza per liberarci dall’oppressione e dalla sopraffazione, così voi siete i partigiani del nostro tempo, impegnati nella lotta per la libertà, per la liberazione dall’oppressione che la mafia e la ‘ndrangheta alimentano. Abbiamo chiamato partigiani i ragazzi del consorzio Goel delle cooperative sociali della Locride che abbiamo accolto a Reggio il 25 aprile scorso. Chiamiamo partigiani voi. Ci onora perciò consegnarvi il Primo Tricolore, che è simbolo di libertà, fratellanza, eguaglianza, legalità e solidarietà vicendevole: valori non negoziabili alla base della nostra democrazia e per i quali vi battete. Questo per dirvi che noi siamo con voi e che Reggio è anche la vostra casa’.

Con queste parole il sindaco di Reggio Emilia, Graziano Delrio ha consegnato oggi il Primo Tricolore – nato nella città emiliana nel 1797 come vessillo della Repubblica Cispadana in opposizione alla tirannia – al procuratore distrettuale antimafia di Reggio Calabria, Nicola Gratteri e al professor Antonio Nicasio, giornalista e scrittore, autore di libri sul fenomeno mafioso e sulla ‘ndrangheta.

Il magistrato e l’autore erano ospiti, all’auditorium Gerra del Centro internazionale Malaguzzi, del Consorzio di solidarietà sociale Oscar Romero e di Confcooperative che, con il patrocinio del Comune, hanno promosso un incontro con gli studenti sul tema ‘Giovani e legalità – Il coraggio di progettare il futuro’”.

Riporta ancora Matteucci: “‘L’incontro di oggi – ha detto Delrio in tale occasione – è una tappa importante di un percorso che si sta compiendo a Reggio Emilia, sul tema della legalità, con attenzione ai grandi temi quanto alla quotidianità: dunque la cultura della legalità e la legalità dei comportamenti anche nella vita di ogni giorno e di ogni persona. Un percorso che ha avuto momenti pubblici di grande rilievo, come il concerto di Luciano Ligabue per l’associazione Libera, la cittadinanza onoraria conferita a Roberto Saviano e appunto l’incontro con i ragazzi del Goel, piccoli cooperatori e imprenditori che creano occupazione e strappano terreno alla mafia: riaffermando il diritto al lavoro, un diritto che la mafia nega, essi generano libertà e futuro. Un percorso che ci porta vicini a questi eroi della legalità’. ‘L’Amministrazione comunale – ha poi concluso il sindaco – è impegnata nel garantire la massima trasparenza, attraverso l’accesso agli atti e con il Protocollo sugli appalti firmato con le imprese. In questi comportamenti, in queste scelte anche amministrative e nel quotidiano vigilare, si traduce la nostra attenzione alla legalità, consapevoli che il ‘cortile degli altri’ non è questione d’altri, ma ci riguarda tutti’.”

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