Costringe la moglie a una vita da schiava, reclusa in casa al servizio della famiglia: arrestato

L'uomo, 27enne, le aveva tolto i documenti, le impediva di uscire e la costringeva ad avere rapporti sessuali accusandola di non essere all'altezza dell'amante

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I Carabinieri della Compagnia di Ravenna, nel pomeriggio di domenica 28 febbraio 2016, hanno tratto in arresto un uomo con l’accusa di maltrattamenti in famiglia: da alcuni mesi il marito aveva ritirato i documenti alla moglie e di fatto le impediva di uscire. Si tratta di una coppia di giovanissimi sposi, originari del Bangladesh: il marito, 27enne ha acquisito la cittadinanza italiana ed è un venditore di kebab in via Mazzini a Ravenna; dal novembre del 2015 l’uomo ha posto in essere una serie di vessazioni ed angherie nei confronti della donna, soltanto 21 anni, arrivando a lederne seriamente la dignità.

I Carabinieri della Stazione Carabinieri di Via Alberoni hanno posto fine alla triste storia ricevendo, con molte difficoltà data la situazione, la denuncia della donna e poi traendo in arresto l’uomo.

I militari di Ravenna già in due occasioni avevano effettuato interventi presso l’abitazione dove viveva, oltre alla coppia, tutta la famiglia del marito, compreso il fratello minorenne; l’ultimo episodio soltanto sabato scorso. Proprio in quell’occasione, durante l’ennesimo litigio, la donna costretta a rimangiarsi tutto davanti ai Carabinieri, ha lasciato trapelare un malessere che i militari sono stati bravi nel carpire nonostante le difficoltà di lingua: la donna, infatti, vivendo da segregata in casa non aveva ancora avuto modo di imparare l’italiano. Forse traendo spunto da quel fatto la giovane moglie, in un momento di solitudine in casa, è riuscita a contattare un connazionale che abita a Roma, il quale contattando a sua volta un avvocato, si è recato a Ravenna nella giornata di domenica e si è presentato alla Stazione Carabinieri di Via Alberoni. Per farsi raccontare i terribili aspetti della sua vita, i militari sono andati a prelevare la vittima direttamente a casa, quando nell’abitazione con lei era presente soltanto il cognato minorenne; portata la donna in Caserma, grazie alla traduzione del connazionale residente a Roma, è iniziato l’incredibile racconto.

Dal novembre dello scorso anno, la ragazza viveva una situazione insostenibile: le era fatto divieto di mangiare a tavola con tutta la famiglia e doveva arrangiarsi in cucina, da sola ed in orari diversi da quelli degli altri; le erano stati poi tolti i documenti dal marito, particolare non di poco conto se si pensa che per gli stranieri vige l’obbligo di portare sempre al seguito un documento identificativo. Inutile aggiungere dunque che la ragazza viveva ingiurie e vessazioni da parte di tutti i componenti della famiglia, oltre ad essere la sola ad occuparsi delle faccende domestiche; la donna, quando restava da sola in casa, veniva rinchiusa con la porta chiusa a chiave dall’esterno, unica eccezione soltanto quando era presente anche il fratello 16ene del marito, poiché solo quest’ultimo era libero di muoversi come meglio credeva.

Di fatto la ragazza poteva uscire solo se accompagnata dal marito o dai suoceri, cosa che evidentemente non doveva gradire molto, preferendo dunque stare a casa, tanto che ha raccontato ai Carabinieri che dal novembre scorso alla giornata di ieri, aveva messo il naso fuori di casa soltanto in 3 brevissime occasioni. A tutto questo si aggiungono i rapporti sessuali che ovviamente la donna negava al marito ma che lui riusciva comunque ad ottenere con minacce di morte o, a volte, con la violenza; il racconto, già di per sé ricco di dettagli e già idoneo per far azionare la macchina della Giustizia, ha avuto il suo apice nel triste e angosciante racconto della 21enne quando ha confessato che il marito, nell’umiliarla, le raccontava di una sua relazione extraconiugale con una donna italiana. L’uomo inveiva contro la giovane sposa dicendole che non era all’altezza della sua amante e continuava ad insultarla e minacciarla.

A questa tristissima faccenda hanno posto fine i Carabinieri della Stazione di Ravenna via Alberoni che, d’intesa con l’Autorità Giudiziaria di Ravenna, hanno tratto in arresto il cittadino del Bangladesh raggiungendolo sul posto di lavoro; l’uomo è stato accompagnato in carcere, mentre la moglie, ancora scossa e visibilmente sotto shock, ha chiesto ed ottenuto l’accoglienza di un centro anti violenza.

 

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