Benzoni (LpRA): “Referendum 17 aprile, tanti buoni motivi per votare no”

L'opinione di Gianluca Benzoni di Lista per Ravenna e le sue indicazioni agli elettori per il referendum che si voterà domenica prossima

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“Per promuovere un referendum bastano delle firme, ma chi va a votare ha il dovere di raccogliere tutte le informazioni e non lasciarsi abbindolare da messaggi suggestivi, slogan o demagogia alla Greenpeace. Il referendum viene ERRONEAMENTE fatto passare come un quesito per esprimere parere favorevole o sfavorevole alle trivelle. FALSO, le trivelle continueranno ad essere costruite a prescindere dal risultato del referendum. Dunque sia chiaro che il referendum non vuole porre fine alle trivellazioni.”

 

“Il referendum riguarda il rinnovo delle concessioni delle piattaforme già esistenti entro le 12 miglia; esse peraltro sono già regolamentate dal D.L. 128/10 il quale, ben 6 anni fa ha bloccato la prospezione, ricerca ed estrazione di idrocarburi in genere (olio o gas) entro le 12 miglia. Le piattaforme esistenti entro le 12 miglia, come è stato recentemente dimostrato a Marina di Ravenna, non creano problemi di inquinamento e l’AUSL con tanto di certificazione ha accertato la salubrità in tutti i profili dei mitili ivi pescati. Dunque nessun inquinamento.”

 

“A Ravenna, le stesse sono anche attrazione turistica. Esse creano occupazione per una porzione importante della città di Ravenna. Ecco invece gli effetti se al referendum vincesse il sì:

“Le trivelle entro le 12 miglia continuerebbero ad esserci, inattive ma sempre presenti. A Ravenna ci sarebbe una immediata ed importante perdita di posti di lavoro…. Si ingrosserebbero enormemente la straziante fila dei ‘disoccupati Acmar-Iter’ e non solo; ci sarebbe un aumento del prodotto da importare sovraccaricando di navi i nostri mari. Aumentano le tasse: anche se poco si dice di questo aspetto, si sappia che l’estrazione di idrocarburi è pesantemente tassata ed una minor produzione impoverirebbe anche le casse dello Stato e delle Regioni che dovranno necessariamente compensare la perdita con nuove tasse sui cittadini.”

 

“I dati ufficiali (al 31.12.2015) del Ministero dello Sviluppo Economico (UNMIG), mostrano che la data di scadenza delle concessioni per tali piattaforme, è quasi immediata e non consentirebbe di gestire nessuna transazione verso altre fonti. Si tratta di 31 concessioni produttive. In caso di vittoria del Sì il danno maggiore avverrebbe entro il (2018) con 18 piattaforme chiuse. Entro quella data 18 giacimenti di gas metano, quel ‘gas metano che ti dà una mano’, verrebbero chiusi!”

 

“Infine, mentre noi stiamo qui a discutere se far cessare le nostre risorse, sappiate che il Montenegro ha già lanciato un programma internazionale per cercare giacimenti di gas e petrolio in Adriatico, proprio nel Mare Nostrum. Andrà a finire che pagheremo per avere il gas del ‘nostro mare’. Ma allora perché questo referendum? Chi ha voluto il referendum? Il referendum non è stato chiesto dal popolo, ma è voluto da alcune Regioni che non sono interessate alle trivelle. Sono forse diventate improvvisamente paladine dell’ambiente o forse queste Regioni stanno cercando di giungere ad una revisione del rapporto istituzionale fra Stato e Regioni nel settore energetico? Come dire, dove ci son soldi vogliamo partecipare tutti?”

 

“Il referendum è il modo peggiore per affrontare temi di politica industriale perché necessita l’intervento di persone altamente specializzate e con elevato senso di responsabilità nei confronti di tutto il paese. Vota NO!”

 

Gianluca Benzoni Lista per Ravenna Pres. Ass. Riprendiamoci Ravenna

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