CGIL: “Appalto raccolta rifiuti, nessuno ha partecipato al bando di Hera”

Costantino Ricci, segretario provinciale della Cgil di Ravenna esprime preoccupazione in merito e chiede una presa di posizione delle istituzioni per risolvere la faccenda una volta per tutte, garantendo cittadini e lavoratori

Più informazioni su

“Nessuna impresa o consorzio ha presentato un’offerta economica per la gestione della raccolta rifiuti nella nostra provincia”. Lo dichiara la Cgil, che “guarda con preoccupazione all’evoluzione della vicenda”.

“Nel corso di un anno – commenta Costantino Ricci, segretario provinciale della Cgil di Ravenna – siamo passati da una cambio di appalto ad aprile, quando vinse Aimeri ovvero Ambiente 2.0 del gruppo Biancamano che gestì il servizio tra molte proteste e segnalazioni di disservizi fino allo scorso maggio quando il contratto fu risolto. C’è poi stato l’affidamento transitorio a un raggruppamento di imprese facente capo alla Ciclat. La situazione si è ulteriormente modificata visto che, a quanto sembrerebbe, nessuno ha presentato un’offerta nella nuova gara indetta da Hera. L’unica certezza che abbiamo è che fino ad ora ci hanno rimesso i lavoratori. C’è chi ha perso l’impiego, chi è tornato a contratti part time, chi ancora non si vede riconosciuti tutti i diritti maturati e tutte le competenze economiche del contratto nazionale da applicare”.

La Cgil non è la prima volta che interviene pubblicamente su questa vicenda. “Abbiamo sollevato molte perplessità – dice ancora Ricci – in merito alla recente gara indetta da Hera che è passata da una base d’asta di 22 milioni di euro di febbraio 2016, agli attuali 18 milioni. La multiutility giustificò questa diminuzione della base d’asta con lo scorporo della pulizia dell’arenile dalla gara. Riteniamo che ora le istituzioni ravennati debbano assumere una posizione chiara in merito a quanto accaduto. Sono infatti le stesse istituzioni che hanno affidato a Hera la raccolta dei rifiuti”.

“E’ legittimo ipotizzare che il bando di gara – continua Ricci – sia andato deserto perché la base d’asta è stata ritenuta troppo esigua rispetto alla mole di lavoro da svolgere e garantire? Se così fosse, riteniamo che Hera debba assumersi in pieno la responsabilità di questa situazione e che debba trovare una soluzione per non mettere in difficoltà le comunità della nostra provincia e i lavoratori. Se invece le motivazioni dovessero essere altre, sarebbe ancora più grave. Hera è concessionaria del servizio che gli enti locali le hanno affidato, ne ha la responsabilità, quindi svolga il servizio direttamente se non è in grado di subaffidarlo”.

“In ogni caso – conclude -, qualunque sia la soluzione, Hera dovrà garantire a tutti i lavoratori coinvolti l’applicazione dei diritti e delle tutele concordate, tra azienda e rappresentanze sindacali, nel recente protocollo appalti, incluse la clausola sociale ed il contratto nazionale di settore, compreso l’ultimo accordo sottoscritto sul diritto di precedenza. A questo punto è necessario che anche Atersir batta un colpo e ci dica se questa situazione è compatibile con le regole della concessione. Questa vicenda deve essere risolta una volta per tutte. E’ necessario un servizio di qualità all’altezza dei costi sostenuti dai cittadini e per assicurare ai lavoratori la dignità, i diritti e le retribuzioni previste dal contratto nazionale”.

Più informazioni su