Spintoni e offese al personale sanitario del pronto soccorso, denunciati in tre

Avevano spacciato per gravi le condizioni del padre per evitare la fila al pronto soccorso. Smascherati, si sono dati alle offese contro le infermiere e la lite stava per sfociare in rissa. Provvidenziale l'intervento della polizia

Più informazioni su

La Polizia di Stato ha denunciato un padre con i due figli di origine senegalese, ora tutti cittadini italiani, per i reati di interruzione di pubblico servizio, violenza privata e danneggiamento a causa di una lite scoppiata nei giorni scorsi al pronto soccorso dell’ospedale di Ravenna. Tre infermiere avevano infatti richiesto l’aiuto della polizia per arginare le intemperanze di tre persone di colore che stavano inveendo con frasi oscene e volgari nei loro confronti sin dal loro arrivo.

I tre erano arrivati a tutta velocità con la propria auto sulla rampa di accesso al pronto soccorso, rischiando di investire le persone in transito e il personale sanitario e per questo erano stati invitati a gesti a moderare la velocità.

Il conducente, sceso dal mezzo, aveva alloracominciato ad urlare aiuto ai sanitari perché il padre, a suo dire,  stava male. Data immediata assistenza all’uomo, il personale medico si era però reso conto che il paziente non si trovava in gravi condizioni, per cui i tre erano stati invitati ad attendere il proprio turno all’accettazione.

A quel punto uno dei figli aveva cominciato ad inveire contro tre infermiere proferendo nei loro confronti offese verbali dando loro delle ”puttane, stronze sempre sedute a non fare nulla”.

Al tentativo di chiamare le forze di polizia per evitare che la situazione degenerasse ulteriormente i tre, padre infermo compreso, avevano anche cercato di impedire la telefonata dell’infermiera, trattenendola per un braccio e, nella concitazione, un forte urto portava anche al danneggiamento della tastiera di un computer.

L’arrivo della polizia è stato a quel punto fondamentale per ripristinare l’ordine, identificare gli autori, tutti con precedenti di polizia e denunciarli in stato di libertà all’autorità giudiziaria.

Più informazioni su