Folta assemblea dei Gruppi Whatsapp di Ravenna. Presentato il progetto SIcURA

È un progetto per la sicurezza urbana condiviso fra cittadini, Polizia Municipale e Amministrazione comunale - All'incontro di Sala D'Attorre il Comandante della Municipale Giacomini e il Vice Sindaco Fusignani

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Ironia della sorte? Potere delle coincidenze? O piuttosto la riprova di una microcriminalità sempre più diffusa? Fatto sta che ieri sera, mentre nella centralissima sala D’Attorre di Casa Melandri, molto affollata, si svolge l’incontro promosso da Ravenna Sos Chat e Sicurezza Forese Sud insieme alla Polizia Municipale, in una casa di Bastia avviene un furto e la notizia viene data in diretta. A parte questo, l’incontro dei “gruppi di sicurezza partecipata” è filato via liscio. 

Sala gremita come per le grandi occasioni, un forte riconoscimento del ruolo positivo che questi gruppi possono svolgere all’interno della comunità e l’annuncio dell’avvio di un progetto per la sicurezza urbana condiviso fra cittadini, Polizia Municipale e Amministrazione comunale. Prima di dare la parola ai vari soggetti in campo, Lorenzo di Ravenna Sos Chat che ha il compito di fare gli onori di casa, dice che non si parlerà di politica. Ma tant’è: quello della sicurezza è un nervo scoperto ed uno dei elementi di punta della competizione elettorale, quindi meglio evitare strumentalizzazioni.

Le storie dei gruppi che sono confluiti in Ravenna Sos Chat e in Sicurezza Forese Sud sono molto simili. In tutte Facebook e Whatsapp hanno segnato un vero punto di svolta nel loro sviluppo. Andrea Malpezzi fa parte del gruppo del quartiere Alberti, nato due anni fa. “L’idea – spiega – ci è venuta leggendo i giornali, dei tanti furti che avvengono a Ravenna”. Inizialmente si ritrovano in una decina, iniziano a girare per il quartiere. Ma solo in apparenza si tratta di semplici passeggiate: “Abbiamo iniziato a guardare il nostro quartiere con occhi nuovi”. Poi, grazie a Whatsapp l’esperienza si allarga e si consolida. “Da dieci che eravamo – prosegue Malpezzi – siamo diventati tantissimi. Abbiamo creato un gruppo bellissimo di 180 persone”.

Quella del quartiere Alberti, sottolinea non senza una punta di orgoglio, “è tutt’ora un laboratorio e abbiamo formato un bel gruppo di referenti per i vari quartieri”. Barbara Aprile, referente della chat per la città, spiega come Ravenna Sos Chat sia diventata una vera e propria rete, “un luogo di scambio di informazioni che vengono poi rimbalzate nei vari gruppi”. Dai modus operandi dei criminali alle bufale che imperversano sul web: “Informiamo e rassicuriamo – dice Barbara sorridendo – La pagina di Facebook ci ha aiutato moltissimo. Siamo in tanti e abbiamo scoperto che ci sono tante realtà simili anche nei paesi, con modi di lavorare comuni anche se si tratta di realtà diverse. Abbiamo cominciato a dialogare fra di noi e abbiamo pensato che fosse giusto e corretto farci conoscere dalle forze dell’ordine e collaborare. La Polizia municipale è presente nella nostra chat centrale dei referenti, gli agenti possono leggere tutte le segnalazioni ed eventualmente intervenire in modo tempestivo”.

A Flavia Maroncelli prima e a Manuel Zanfini poi il compito di illustrare le esperienze del forese. Il gruppo di Flavia, quello di Massa Castello-Ducenta nasce anch’esso due anni fa da un primo nucleo composto da amici, colleghi, vicini di casa e anche in questo caso la molla è una spiacevole circostanza: quattro effrazioni compiute quasi in contemporanea in altrettante abitazioni nel paese. Ancora una volta grazie a Whatsapp il gruppo si amplia, riconquistando quel rapporto di buon vicinato che per vari motivi si era perduto. Il problema del forese, spiega Flavia Maroncelli sono le case sparse.

L’idea originale che viene elaborata come deterrente nei confronti dei malintenzionati è un cartello (fondo giallo scritta nera) nei pressi delle case degli iscritti al gruppo che segnala il collegamento rapido al vicinato e la segnalazione di situazioni sospette a tutti gli altri residenti e alle forze dell’ordine. Su sessanta case con il cartello, solo una ha subito la visita dei ladri. Anche Manuel Zanfini del gruppo di Santo Stefano-Carraie racconta di un’esperienza crescente e di un rapporto di collaborazione fra le varie realtà. “Vogliamo abbracciare tutti i paesi da Ravenna verso Forlì e Cesena, perché queste sono le zone più colpite a causa della presenza di case più isolate. Vogliamo continuare la collaborazione con Ravenna Sos chat e con le forze dell’ordine”.

Non poteva mancare il racconto di una disavventura a lieto fine che ha visto il bagnacavallese Andrea Leggeri ritrovare l’auto rubata grazie alla chat, a dimostrare la concretezza di un lavoro fatto con spirito di servizio. Ma l’incontro di ieri sera ha fatto capire che qualcosa è davvero cambiato nel non sempre facile rapporto fra questi gruppi di cittadini e le forze istituzionalmente deputate alla sicurezza, tanto che si sta lavorando sempre di più per rafforzare la collaborazione. Introdotto da un video con il collega e comandante della Polizia Municipale di Cesenatico Alessandro Scarpellini, che dopo una serie di consigli utili ai cittadini sottolinea l’importanza dei gruppi di controllo di vicinato, la parola passa al Comandante della Municipale di Ravenna, Andrea Giacomini.

Giacomini spiega che quella della sicurezza è “una macchina complicatissima al cui vertice c’è il Prefetto e che vede come attori principali la Polizia di Stato, l’Arma dei Carabinieri e la Guardia di Finanza”. All’interno di questo macchina un ruolo sempre più importante viene svolto dalla Polizia Municipale in virtù del contatto più diretto con i cittadini. C’è, spiega il Comandante della Municipale di Ravenna, un “mondo di mezzo” delle informazioni di quelli che non riguardano i reati veri e propri che vanno sempre e comunque segnalati tempestivamente alle Forze dell’Ordine che “possono essere però un campanello d’allarme”. Informazioni che circolano nelle varie chat dei gruppi di sicurezza partecipata. Informazioni, rincara la dose Giacomini, importanti per la sicurezza.

Ed è questo lo spirito del progetto SIcURA, che si pone l’obiettivo che queste informazioni circolino in maniera “più organizzata”, senza però “ledere l’autonomia dei gruppi, le abitudini di chi si relaziona al loro interno”. “Ravenna Sos Chat – aggiunge – è uno dei soggetti di maggior peso e abbiamo iniziato a partecipare quotidianamente alla immediatezza delle informazioni intervenendo direttamente o allertando le altre forze di polizia”. La convinzione del Comandante della Municipale è che l’esperienza dei gruppi di vicinato vada allargata: “Ci rivolgiamo ai cittadini, le persone sono il miglior rilevatore di situazioni di pericolo”.

Le Circoscrizioni saranno quindi il luogo per chiedere informazioni e per aderire ai vari gruppi”. Nello stesso tempo, aggiunge “Ravenna sta provando di dotarsi di una piattaforma informatica dove fare convogliare tutti i dati per migliorare il servizio”. Si tratta comunque di “lavori in corso” come anche il programma SIcURA deve ancora partire. Ma comunque essere arrivati a questo punto è motivo, assicura, di grande soddisfazione.

La parola passa al pubblico e in alcuni interventi prevale l’amarezza, a dimostrazione che se anche si sta cercando di creare un clima di fiducia, la strada è ancora lunga e complicata. Una signora la stessa che riferisce del furto in diretta, parla di senso di impotenza del cittadino, che è arrabbiato, sfiduciato. Chiede se ci saranno altri incontri oltre a quello di stasera soprattutto nel forese. Giacomini ne annuncia uno per il 26 febbraio a San Bartolo, “ma siamo disponibili ad incontrare tutti”.

Una signora bionda racconta di essere stata pesantemente importunata da quattro stranieri al supermercato che l’hanno anche seguita quando è salita in auto, tanto da costringerla a fermarsi davanti alla caserma dei Carabinieri. Non c’è solo il ricordo della paura per quello che ha subito, ma l’amarezza per l’indifferenza delle persone, in particolare degli uomini presenti. Un uomo parla di certezza della pena. “Mentre facevo la denuncia – racconta – il simpaticone è uscito. A me chi mi protegge?”.

C’è chi, forse per fare vedere le cose da un’altra prospettiva parla di due ragazzi che conosce bene che hanno pagato il loro debito con la giustizia e che adesso sono persone stimabilissime. La sala applaude, ma qualcuno sottovoce ha da ridire. Ma c’è anche chi chiede come si fa ad entrare in un gruppo, o fino a che punto un privato cittadino può spingersi, nel caso, ad esempio, si veda qualcuno abbandonare i famosi rifiuti ingombranti fuori dai cassonetti.

Poi poco dopo le 23 l’incontro si scioglie.

 

Ro. Em.

 

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