Processo Cagnoni a Ravenna: l’imputato chiamato a rispondere, tante le domande e i fatti da chiarire

Domani venerdì 23 marzo nell’Aula di Corte d’Assise di Ravenna sarà il giorno di Matteo Cagnoni. Il noto professionista sarà chiamato a deporre: è l’unico imputato per il brutale assassinio della moglie Giulia Ballestri, ritrovata morta il 19 settembre del 2016 nella villa di famiglia di Via Padre Genocchi a Ravenna. Lui è in carcere ormai da un anno e mezzo e continua a dichiararsi innocente. Ha chiesto per tre volte gli arresti domiciliari, per tre volte respinti dai magistrati. 

Ha scritto lettere. Ha rilasciato dichiarazioni spontanee. Ha cercato in tutti i modi di allontanare da sé l’amaro calice della condanna pubblica e dell’ignominia. Ma non c’è riuscito.

Per l’opinione pubblica è da tempo “il” mostro, “il” colpevole. Per fortuna, i processi si fanno in tribunale non sui giornali, in tv o nei bar. Quindi, come è giusto, aspettiamo la fine del procedimento a suo carico e le sentenze, tutte le sentenze, prima di giudicare l’uomo Matteo Cagnoni colpevole o innocente.

Ma domani, finalmente toccherà a lui spiegare e rispondere alle tante domande sul tappeto. Sono tante quelle in attesa di risposta, in effetti. Da quelle di carattere psicologico a quelle più legate al quadro probatorio a suo carico: insomma dovrà raccontare la sua versione dei fatti e spiegare i suoi comportamenti.

Perché mentre i familiari e gli amici cercavano preoccupati Giulia, scomparsa da molte ore, anzi da due giorni, lui non sembrava preoccupato affatto e si occupava d’altro? Perché non tornò da Firenze a Ravenna una volta saputo della scomparsa della moglie, ma invece trovò il tempo e il modo di andare all’aeroporto di Bologna e dal suo avvocato in centro a Bologna?

Come mai ci sono tracce di sangue di Giulia sui suoi jeans? Come mai il ramo usato per colpire Giulia e impregnato del suo sangue sembra provenire da una casa di Cagnoni, lontana dal luogo del delitto?

Perché i cuscini sporchi di sangue della villa di Via Padre Genocchi dove fu massacrata Giulia sono stati ritrovati nella casa paterna di Firenze, dove Matteo Cagnoni aveva portato i figli? Come mai la borsa bianca che Giulia Ballestri aveva prima di sparire sembra la stessa che Cagnoni ha portato con sé a Firenze?

E perché quella fuga precipitosa dalla finestra all’arrivo delle Forze dell’Ordine nella casa di Firenze, se non aveva nulla da temere?

Ce ne sarebbero tante altre. Domani, forse, le prime risposte dell’imputato.