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LA POSTA DEI LETTORI / Possa trovare pace lo spirito guerriero di Raoul Gardini

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C’ è un gran fervore quest’ anno, nel ricordare Raul Gardini, a 25 anni dalla sua morte. Condivido pienamente, la forte iniziativa musicale del maestro Muti, perché ritengo che spetti al silenzio armonico, tentare di trovare pace, alla vita terrena di un figlio grande, di questa silenziosa Ravenna.

Non entro nel merito di giudizi sulle opere e invero ritengo, non ve ne sia alcun bisogno. Son certo, invece, che se passiamo a salutarlo al porto, di fronte al Moro di Venezia, ci sussurra: “…la vita significa tutto quello che è sempre stato, il filo non viene tagliato; perché mai sarei lontano dai vostri occhi, forse solo perché non mi vedrete più…no, non sono lontano, sono solo dall’ altro lato della strada”.

Il suo era un grande sogno, che andava a vela e non aveva orizzonti definiti, ma che si spostavano sempre più in là, sorretti, come erano, da un solido timoniere. Dopo la sua morte si è riassopito, il sogno di un popolo maestro, il suo orgoglio generoso. Il cerchio di una cultura antica si è rotto, per l’ennesima volta, le tessere di quel mosaico, sparse, ma l’albero sacro, divelto anni fa, nella piazza che è titolata al popolo, attende solo di essere ripiantato.

Vorrei che questa città spiegasse le vele, a partire da tutto il suo passato, i suoi miti, ma anche dalla fiducia nei giovani d’oggi. Vorrei che questa città, tornasse a indignarsi per questo silenzio assordante, che copre solo le mediocrità emergenti.

Vorrei che questa città, capisse almeno il 23 luglio, di quanto si è impoverita la sfida al futuro, con la sua morte. Ricordo che un gigante silente, fondatore della Chiesa di Ravenna, ha anch’egli, il suo dies natalis il 23 luglio: Apollinare, migrante siriano, da Antiochia. Appare certo del tutto casuale, ma simbolicamente rafforzativo. Offro un mio breve, modesto sonetto, che invero par più una vela sfilacciata, come son certo gradirebbe Raul Gardini in rispettoso silenzio verso la famiglia e titolato a Ravenna.

Ravenna,
immaginario che s’insinua
si fa strada nella memoria
d’un antico nucleo urbano
realtà di nuovi boulevard
dagli orizzonti indefiniti

Ravenna,

le acque vincono le terre
e irrompono con un cuneo salino
nel cuore della città
in un reciproco alternarsi
spezzando l’atavica paura.

 

Daniele Vistoli

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