Riqualificazione Darsena. M5S difende la scelta del Governo: “Sanata situazione incostituzionale”

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È bagarre sul blocco dei fondi del Bando Periferie, che coinvolge numerosissimi Comuni italiani, Ravenna compresa, firmataria della convenzione con cui si assegnavano alla città risorse per 12.8 milioni di euro per il progetto “Ravenna in Darsena il mare in piazza”. Appena 2 giorni fa il sindaco Michele de Pascale aveva annunciato con soddisfazione l’invio dei progetti esecutivi a Roma. Poi ieri, la doccia fredda dell’emendamento al decreto Milleproroghe, approvato in Senato, che sposta al 2020 quasi 3,8 miliardi di fondi 2018 del bando periferie per 96 Comuni della seconda graduatoria.

Non solo de Pascale tra i sindaci emiliano romagnoli in protesta, secondo quanto riportato da una nota Ansa: lo stop “sarebbe gravissimo se diventasse definitivo”, ha commentato il sindaco di Bologna, Virginio Merola, preoccupato per interventi per 18 milioni con  progetti esecutivi già presentati”. “Modena è toccata solo marginalmente”, fa eco il sindaco Gian Carlo Muzzarelli che dice “rischiamo anche noi di perderne una quota”. Ln e 5s “vogliono riprendersi” 18 milioni di Parma, tuona il sindaco ex M5s Federico Pizzarotti, facendo “appello al buon senso”: “tornate indietro e fermate questo scempio”. 

Oggi intervengono sull’argomento Laura Castelli, Sottosegretario M5S all’Economia e i parlamentari romagnoli 5 Stelle Marco Croatti, Carlo Ugo de Girolamo e Giulia Sarti: “Rivendichiamo con orgoglio l’emendamento del decreto proroga termini da noi promosso grazie al quale si sblocca finalmente 1 miliardo di euro per investimenti degli 8000 Enti locali. È il colmo che oggi il Pd ci attacchi visto che ha votato a favore dell’emendamento ma, soprattutto, dopo che ha promesso dei fondi con una norma sulla quale è intervenuta una pronuncia di illegittimità costituzionale: le sentenze della Consulta non valgono più per il Partito democratico?”

“In merito alla questione dei fondi per le periferie relativi ai progetti locali bisogna fare chiarezza. Il Governo – aggiungono i parlamentari – è intervenuto per dare attuazione alla sentenza della Corte costituzionale n. 74 del 2018. Abbiamo pertanto garantito immediata finanziabilità per i primi 24 progetti che hanno ricevuto un punteggio superiore a 70/100. Ma, vista la necessità di rispettare la sentenza della Consulta, è stato necessario intervenire per analizzare i restanti progetti e valutare quali abbiano davvero una funzione di rilancio per le periferie. In ogni caso le spese progettuali già sostenute verranno rimborsate”.

“Va comunque sottolineato – prosegue la nota di M5S – che il bando per le periferie era stato finanziato dal precedente Governo per metà dell’importo complessivo. Si trattava quindi di mere promesse più che di risorse messe realmente a disposizione. Con tale strumento, inoltre, si è tolto ai sindaci il diritto di scegliere come usare le risorse come affermato dalla Corte Costituzionale. Abbiamo perciò deciso di utilizzare le risorse stanziate per le convenzioni negli anni 2018 e 2019 non solo per alcuni dei progetti dei Comuni capoluogo che hanno partecipato al Bando, ma per tutti gli 8.000 Comuni d’Italia, al fine di consentire alle tante amministrazioni comunali con avanzi di amministrazione di poterli utilizzare immediatamente per investimenti in opere pubbliche, secondo un criterio di premialità e di equità e rispetto di principi costituzionali”.

“Siamo convinti – spiega il sottosegretario insieme ai deputati penta stellati – che i progetti non siano tutti uguali: è necessario distinguere tra i Comuni che hanno dato avvio a progetti già esecutivi e su cui si è già investito per il rilancio delle periferie e chi invece utilizza questo fondo al solo scopo di creare progetti di facciata. Ci lascia esterrefatti che il Pd, responsabile delle politiche di tagli e del crollo degli investimenti pubblici, accusi l’attuale governo che ha invece sbloccato risorse altrimenti ferme e ha esteso enormemente la platea a tutti gli 8.000 Comuni. Gli attacchi ricevuti si trasformano comunque in un boomerang perché l’emendamento 13.2 che ha istituito il nuovo Fondo è stato votato all’unanimità da tutte le forze politiche, anche dallo stesso Partito Democratico e dal senatore Matteo Renzi” concludono il sottosegretario e i parlamentari pentastellati.

“Grazie ad un nostro emendamento al milleproroghe – è la puntualizzazione dei portavoce pentastellati – sono stati sbloccati gli avanzi di amministrazione: i Comuni potranno investire sul territorio le risorse che hanno in cassa. Vengono quindi allentati i vincoli attuali consentendo agli enti locali di espandere la spesa per investimenti, rimediando agli effetti del patto di stabilità prima e del pareggio di bilancio poi che hanno costretto i sindaci a subire tagli e ridurre i servizi essenziali. Quindi ora sarà possibile sbloccare per tutti i Comuni 140 milioni di euro per l’anno 2018, 320 milioni di euro per l’anno 2019, 350 milioni di euro per l’anno 2020 e 220 milioni di euro per l’anno 2021″

“Tutto ciò grazie a un Fondo istituito per favorire gli investimenti degli Enti locali attraverso l’utilizzo dei risultati di amministrazione degli esercizi precedenti – aggiungono -. Un miliardo di euro in 4 anni da investire per migliorare la qualità della vita dei cittadini. Il Governo è intervenuto per attuare la sentenza 74 del 2018 della Corte costituzionale, che ha rilevato l’illegittimità della gestione centralistica del Fondo per le periferie previsto peraltro per meno di 100 Comuni. Abbiamo garantito immediata finanziabilità per i primi 24 progetti che hanno ricevuto un punteggio superiore a 70/100. Per gli altri, vista la sentenza della Consulta, è stato necessario intervenire per valutare quali progetti abbiano davvero una funzione di rilancio per le periferie”.

“È necessario – prosegue la nota – distinguere tra i Comuni che hanno dato avvio a progetti già esecutivi e su cui si è già investito per il rilancio delle periferie e chi invece utilizza questo fondo al solo scopo di creare progetti di facciata. In ogni caso le spese progettuali già sostenute verranno rimborsate. Abbiamo perciò deciso di utilizzare le risorse stanziate per le convenzioni negli anni 2018 e 2019 non solo per alcuni dei progetti dei Comuni capoluogo che hanno partecipato al Bando, ma per tutti gli 8.000 Comuni d’Italia, al fine di consentire alle tante amministrazioni comunali con avanzi di amministrazione di poterli utilizzare immediatamente per investimenti in opere pubbliche, secondo un criterio di premialità e di equità e rispetto di principi costituzionali”.

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