Infrastrutture. Ponti e strade a rischio in Emilia Romagna: Ugl chiede tavolo con esperti

Più informazioni su

“Chiediamo al presidente della Regione Emilia-Romagna , Stefano Bonaccini, la convocazione urgente di un tavolo con i rappresentanti di tutte le organizzazioni sindacali e degli assessori incaricati su logistica, infrastrutture e mobilità, per fare il punto sull’avanzamento delle opere infrastrutturali progettate e in itinere e accertarne i livelli di sicurezza ed i piani occupazionali legati alla manutenzione”. È questa la richiesta del segretario generale regionale dell’Ugl Emilia-Romagna, Tullia Bevilacqua, visto il dibattito in corso a livello nazionale ed anche in Emilia-Romagna dopo la tragedia del crollo del Ponte Morandi a Genova.

Nella nostra regione un’associazione difesa consumatori (il Codacons) ha indicato una serie di manufatti che necessiterebbero di verifiche e indagini urgenti per accertarne il livello di sicurezza. Si tratta di tre ponti sul fiume Po a Viadana-Borretto (a Reggio Emilia), Colorno-Calsalmaggiore (in provincia di Parma), e Ragazzola-San Daniele, nei Comuni di Polesine – Zibello nel parmense e di San Daniele Po nel cremonese.

“In Romagnaspiega l’Ugl in una nota – il sorvegliato speciale è l’E45, con i sindaci di Ravenna e della Valle del Savio in provincia di Forlì-Cesena che hanno chiesto verifiche tecniche a ponti, viadotti, gallerie, lungo tutta la strada che unisce Orte a Ravenna. In queste ore un esperto nazionale di infrastrutture come  Giovanni Cardinali, ex ingegnere capo della Provincia di Arezzo, ha detto sostanzialmente che l’ 45 è da rifare, in quanto strada costruita con il vecchio cemento armato precompresso, sensibile al  freddo, al vento, all’escursione termica, alla corrosione ed alla trazione, diventato tristemente noto a Genova. Materiale che sembrava perfetto negli anni ‘60 ma oggi assolutamente superato. Un’arteria realizzata prima della classificazione sismica di   Bagno di Romagna e Pieve Santo Stefano, località unite da un tratto di carreggiata recentemente crollato”.

“Come sindacato chiediamo si dia la precedenza alla manutenzione e alla sorveglianza del nostro patrimonio stradale – continua l’Ugl -. Chiediamo si migliorino la sicurezza delle strade e si garantisca il lavoro di chi deve attuarne la manutenzione. Non si contano i casi di cantonieri ed operai coinvolti per primi nelle tragedie infrastrutturali, in strada, come in ferrovia. Chiediamo inoltre la verifica delle nostre strade montane dove viaggiano migliaia di studenti e lavoratori pendolari”.

L’Ugl chiede che si discuta al tavolo regionale lo stato di avanzamento del piano Anas di “risanamento strutturale del viadotti dell’Emilia-Romagna”, tra cui rientra anche il piano di riqualificazione dell’E 45, che si verifichino la congruità delle spese, lo stato degli appalti, e la realizzazione dell’ammodernamento infrastrutturale.

“Come sindacato non possiamo non rilevare la debolezza dei rapporti di lavoro posti in essere fra la stessa Anas e gli ispettori di cantiere assunti con contratti a tempo determinato: sono precari in un ruolo subalterno col committente. Riteniamo, inoltre, che sia necessario attingere da una lista di professionisti e tecnici esterni e indipendenti per far svolgere l’attività di sorveglianza – affidata oggi a personale interno –  per verificarne lo stato di conservazione o il presentarsi di criticità nella rete stradale. Le  ispezioni periodiche delle opere viarie  maggiori ad oggi sono comunque insufficienti e non sfuggono alla regola tutta italiana che a controllare un bene sia lo stesso controllato”. 

Più informazioni su