Sicurezza. Intervista al Prefetto Enrico Caterino: massimo impegno nella lotta ai reati predatori

Caterino: "Allo stato attuale non ci sono segnali di infiltrazioni della criminalità organizzata radicate nella provincia di Ravenna"

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Enrico Caterino è arrivato a Ravenna a fine luglio 2018 per ricoprire la carica di Prefetto. In questi primi quattro mesi nel Palazzo del Governo di Piazza del Popolo, il Prefetto Caterino ha avuto modo di costruirsi un quadro preciso di quelle che sono le criticità del territorio, in particolare sul tema della sicurezza, e di quali sono gli aspetti positivi della provincia ravennate.

La città è bella ed affascinante – dice -. Con una vitalità culturale quasi sorprendente. Ho trovato i ravennati accoglienti ed ho notato, con piacere, una grande sinergia tra le istituzioni e le Forze dell’Ordine e un buon rapporto anche tra istituzioni e cittadini. In altre regioni c’è un clima diverso e i cittadini hanno maggiore diffidenza”. Con un commento molto positivo nei confronti di Ravenna e dei ravennati, ha inizio l’intervista rilasciata dal Prefetto alla nostra testata. 


”Sul terreno dell’ordine e della sicurezza pubblica – prosegue Caterino – non ci sono situazioni particolarmente preoccupanti. Ovviamente il tema dei reati predatori, che si è ulteriormente evidenziato proprio nelle ultime settimane, con l’avvicinarsi del periodo natalizio, è la criticità su cui stiamo mettendo a punto specifiche strategie. Si tratta di una tipologia di reato molto sentita dai cittadini. Proprio le azioni da mettere in atto per contrastare i furti in appartamento e negli esercizi commerciali sono stati al centro del Comitato dell’Ordine e la Sicurezza Pubblica, tenutosi pochi giorni fa.”

È di qualche settimana fa la statistica sulla Qualità della vita 2018 di ItaliaOggi. Ravenna era in 107a posizione alla voce Criminalità. Cosa ne pensa?
“Innanzitutto va sottolineato che i dati pubblicati da ItaliaOggi sono relativi al 2016 e ad alcuni mesi del 2017. Bisogna leggere quella classifica con attenzione perché l’indice viene ricavato dal numero delle denunce. Questo vuol dire che qui a Ravenna c’è un senso civico molto sviluppato e che i cittadini tendono a denunciare anche cose che probabilmente dal punto di vista penalistico sono poco rilevanti. Cosa che non accade in altre realtà della Penisola, dove si denuncia meno. Sicuramente i ravennati hanno maggiore fiducia nelle Forze dell’Ordine e questo, che è un aspetto sicuramente positivo, penalizza il dato complessivo, perché viene letto (dalle statistiche, ndr) in maniera negativa. Bisogna sempre vedere come viene sviluppata e letta la classifica, senza strumentalizzare i dati o creare allarme sociale.”

Negli ultimi anni, anche nella nostra provincia sono stati registrati segnali che evidenziano infiltrazioni della criminalità organizzata. Crede che anche il nostro territorio sia seriamente in pericolo?
“La criminalità organizzata ha cambiato il suo modus operandi, adesso agisce molto di più in ambito finanziario, sottotraccia, per cui sono meno frequenti gli inserimenti violenti che si verificavano in passato. Per quanto riguarda la provincia di Ravenna la situazione al momento risulta abbastanza tranquilla. Non è stata rilevata la presenza di organizzazioni criminali, come mafia o camorra, ma non posso negare che l’attenzione sia sempre molto alta. Non bisogna mai abbassare la guardia. In tale ottica vengono effettuati con la massima scrupolosità gli accertamenti antimafia; ci sono verifiche che vengono fatte regolarmente (nei confronti di imprese o aziende) i cui esiti portano al rilascio delle relative certificazioni o, qualora rivelate controindicazioni, all’emanazione di provvedimenti interdittivi. Comunque, ripeto, allo stato attuale non ci sono segnali di infiltrazioni della criminalità organizzata radicate nella provincia di Ravenna”.

Spesso ritorna il tema di Ravenna capitale dei foreign fighters. Crede sia un titolo di stampa corretto o che sia un’esagerazione? Cosa si sta facendo, nella nostra provincia, in merito al contrasto al terrorismo internazionale di matrice islamista?
“Qui a Ravenna le Forze dell’Ordine operano molto bene. Finora sono riuscite ad affrontare prontamente questo fenomeno ed hanno verificato e accertato che la radicalizzazione (di matrice islamista) non è sostanzialmente collegata con la moschea di Ravenna. Le Forze di Polizia sono molto attente e i controlli sono assidui. Una delle ipotesi avanzata da qualche organo di stampa è che questi soggetti siano attratti dal territorio ravennate per il giro di sostanze stupefacenti, ma non è così, perché anche nei confronti del fenomeno dello spaccio e del traffico di tali sostanze vi è un’efficace azione di contrasto da parte delle Forze dell’Ordine. Le ultime operazioni messe in atto confermano che c’è un costante controllo del territorio e che le Forze di Polizia sono molto efficienti.”

Lei ha già parlato di una grande sinergia tra le istituzioni e le Forze dell’Ordine. Ci spiega meglio
.
“Qui ho trovato un’ottima situazione, poiché anche le Polizie Municipali sono molto collaborative e questo aiuta le Forze dell’Ordine nel controllo del territorio. È importante la sicurezza partecipata, sia da parte delle polizie locali che da parte dei sindaci, perché nell’ambito urbano il degrado influisce su quella che è la sicurezza percepita dai cittadini. Aree degradate o abbandonate creano maggior insicurezza. Ho trovato delle polizie locali molto ben organizzate, sia a Ravenna che nel forese, e questo aiuta l’attività del Prefetto. L’azione congiunta delle Forze dell’Ordine e della Magistratura accompagnata dalla preziosa collaborazione degli enti a qualsiasi titolo coinvolti sul tema della sicurezza e della gestione della cosa pubblica permette sicuramente alle Istituzioni di essere più efficienti e di assicurare una adeguata risposta alle richieste di maggiore sicurezza che provengono dai cittadini. Qui il sistema funziona. Lo si vede anche nel Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, formato dai vertici di Questura, Carabinieri, Guardia di Finanza, dal Sindaco e dal Presidente della Provincia, con la partecipazione laddove richiesta anche degli altri Sindaci della provincia. Il Comitato si attiva ad ogni “segnale”, per dare risposte immediate. Viene convocato in maniera costante, spesso limitato alle riunioni tecniche/operative (anche se non sempre viene data notizia alla stampa). In questo periodo prenatalizio il Comitato, come già detto, sta alzando il livello di attenzione con particolare riguardo ai reati predatori, mettendo in atto nuove linee di intervento per rendere più incisa l’azione di presidio e controllo del territorio. Puntiamo a prevenire e contrastare la diffusione di condotte criminali e a garantire maggiore visibilità alle Forze dell’Ordine, così da aumentare la percezione di sicurezza nei cittadini, sia di Ravenna che nel forese”.

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