La cooperazione sociale dice No al DL Sicurezza. Firmato accordo etico per l’accoglienza dignitosa

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In seguito all’approvazione del Dl Sicurezza, le Associazioni cooperative Legacoopsociali Emilia Romagna, Confcooperative Emilia Romagna, Agci Solidarietà Emilia Romagna hanno firmato un accordo etico per “un’accoglienza rispettosa dei diritti delle persone e dei lavoratori”. Nell’accordo il mondo cooperativo si impegna a non partecipare ad eventuali gare di appalto indette sulla base del nuovo schema di capitolato previsto dal Decreto legge.

Nell’accordo, firmato ieri a Bologna, le Associazioni cooperative Legacoopsociali Emilia Romagna, Confcooperative Emilia Romagna, Agci Solidarietà Emilia Romagna dichiarano di riconoscersi nei principi inalienabili di solidarietà, rispetto e promozione della dignità di ogni persona senza discriminazioni di alcun tipo. Riconoscono inoltre “il rispetto del diritto d’asilo come delineato dalla Costituzione italiana quale diritto fondamentale della persona e principio fondante la Repubblica, auspicando una piena attuazione dell’art. 10 della Carta” e considerano la difesa dei diritti universali dell’Uomo la base su cui fondare la crescita e lo sviluppo della società intera.

EMANUELE MONACI di Agci Solidarietà, LUCA DAL POZZO di Federsolidarietà Emilia Romagna e ALBERANI ALBERTO di Legacoop Emilia Romagna spiegano che nel nuovo schema di capitolato di gare di appalto riguardante “la fornitura di beni e servizi per la gestione e il funzionamento dei centri di prima accoglienza per richiedenti protezione internazionale” vengono radicalmente rivisti i servizi per richiedenti protezione internazionale, con una riduzione della qualità e il rischio di disperdere il grande patrimonio etico e materiale rappresentato dalla buona accoglienza che cooperative sociali, associazioni, Enti Locali, enti religiosi e laici, singoli cittadini hanno saputo realizzare in tanti anni.
Inoltre “non sono previsti servizi quali l’orientamento formativo e lavorativo, l’insegnamento della lingua italiana, il sostegno nell’accesso ai servizi sanitari e sociali, la presa in carico psico-sociale per le situazioni vulnerabili”. Secondo il mondo cooperativo si delinea “una accoglienza ridotta di fatto al vitto e alloggio, al di sotto degli standard minimi previsti dalle Direttive Europee in materia”.

“Istruzione, formazione, inclusione sociale, incontro e coinvolgimento delle comunità locali sono elementi fondamentali per un’accoglienza improntata alla dignità e al rispetto della persona umana e imprescindibili per la coesione sociale, tanto più quando, come oggi, si rileva un incremento del clima di odio e di esclusione nei confronti degli stranieri, indipendentemente da quale sia il loro status giuridico – viene sottolineato nell’accordo -. Un’accoglienza che non preveda servizi qualificati di presa in carico e orientamento, insieme al quadro normativo delineato dalla L. 132/2018, determina di fatto una compressione dei diritti della persona accolta e una riduzione dello standard di personale. 
Secondo le associazioni cooperative ciò produrrà effetti negativi sulle condizioni stesse di lavoro, svilendo il ruolo degli operatori sociali in una mera funzione di controllo, richiedendo contestualmente che vengano svolte una pluralità di prestazioni senza il supporto di una equipe multidisciplinare e con un elevato rischio di burnout.
Inoltre  – spiegano i firmatari – la “Stima dei costi medi di riferimento” non prevede costi aziendali concernenti l’adempimento delle disposizioni in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, che, come previsto dall’art. 95, comma 10 del D.lgs. 50/2016, l’operatore economico deve obbligatoriamente indicare in sede di offerta.; e non prevede una serie di costi indispensabili per la corretta gestione delle attività richieste, quali l’allestimento e la manutenzione delle strutture e la fornitura di farmaci e prestazioni sanitarie non coperte dal SSN. Non sono previsti l’utile di impresa e le spese generali, ponendo dei dubbi circa la congruità della base d’asta, rilevato che l’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC), con propria Delibera n. 134 del 5 aprile 2018 precisa che “… la stazione appaltante ha il dovere di valutare la congruità dell’offerta economica, oltre che in relazione ai costi per il personale, per la sicurezza aziendale ed in relazione all’incidenza dell’utile di gestione, anche in relazione alle spese generali (Parere di precontenzioso n.139 del 20 giugno 2014; Parere di precontenzioso n. 230 del 16 dicembre 2015)“;

I sottoscrittori dell’accordo, in rappresentanza delle proprie cooperative associate, hanno espresso “preoccupazione per il deterioramento della qualità e della quantità dei servizi di accoglienza ritenendoli fondamentali per favorire i percorsi di integrazione e la coesione sociale, deterioramento che indurrebbe i lavoratori impegnati ad operare in condizioni rischiose e squalificanti” e si impegnano “a rendere nota alle istituzioni locali con le quali collaborano che le cooperative associate stanno valutando di non partecipare a eventuali gare di appalto indette sulla base del nuovo schema di capitolato” e inoltre hanno dichiarato che “saranno parte attiva dei progetti che fondazioni, pubbliche amministrazioni ed enti di terzo settore vorranno costruire nei prossimi mesi per rispondere ai nuovi bisogni delle comunità locali”.

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