Regolamento “Case famiglia” per anziani. Assessora Morigi: “maggior qualità e più sicurezza”

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Ieri pomeriggio martedì 4 giugno, il consiglio comunale di Ravenna ha discusso, votato ed approvato la proposta di delibera sul “Regolamento per il funzionamento e la vigilanza nelle “Case famiglia”, le strutture residenziali per anziani, con un numero di ospiti fino a un massimo di sei”.
La delibera contiene importanti novità in merito alle “Case famiglia” per anziani. L’assessora ai Servizi Sociali Valentina Morigi ha spiegato che è stato “un processo di revisione che ha visto partecipare i diversi attori coinvolti”.

La Morigi ha illustrato le principali novità relative al nuovo “Regolamento per Case Famiglia per Anziani: “sono convinta che il Regolamento presenti elementi che aumenteranno la qualità delle Case famiglia che, pur essendo strutture private e non accreditate ai sensi della delibera di giunta regionale 564/2000 della Regione Emilia Romagna, fanno parte della rete dei Servizi e sono indispensabili per dare una risposta differenziata e articolata alle esigenze della popolazioni anziana”.

“Per rivedere tutto l’impianto, abbiamo atteso che la Regione Emilia Romagna promuovesse le nuove linee guide sulla Gestione delle Case Famiglia, abbiamo raccolto gli stimoli giunti dalla Commissione consiliare che si è riunita nei mesi passati e convocato le associazioni di categoria e sindacali al tavolo degli enti locali della Provincia – ha sottolienato la Morigi -. Grazie al tavolo, convocato in Provincia a cui sedevano i distretti di Ravenna, Faenza, Lugo, e l’Azienda Sanitaria, sono emersi alcuni aspetti molto importanti sulla revisione della bozza regolamentare”. 

L’Assessora ha spiegato che sono sei gli aspetti che garantiranno maggior qualità e maggior sicurezza agli anziani ospiti delle strutture.

1. Coinvolgimento dei medici di medicina generale 
“Abbiamo previsto che la persona anziana possa entrare in una Casa famiglia solo dopo che il medico curante ha emesso un certificato che attesta che la persona può vivere in una struttura di comunità. Tale vincolo garantisce una rete, a partire dal medico di base, che sia a conoscenza del collocamento dell’anziano nella casa famiglia” ha spiegato la Morigi.

2. Nuova modalità di apertura delle Case Famiglia 
“Con il nuovo Regolamento sarà necessario depositare SCIA prima di poter aprire una Casa Famiglia. Ciò comporta il coinvolgimento di un maggior numero di uffici dell’Amministrazione e quindi un maggior controllo in relazione all’adeguatezza della struttura in cui la Casa famiglia potrà aprire” sottoliena l’Assessora.

3. Rapporto continuo con i Servizi Sociali
“Al momento dell’ingresso dell’anziano nella Casa Famiglia, la schede dell’ospite sarà inviata ai Servizi Sociali. Vi sarà quindi un rapporto costante tra Casa e Servizi, fino al momento delle dimissioni. Un percorso che inizia quando l’ospite entra e prosegue per tutto il periodo di permanenza. Così i Servizi sociali saranno informati del decorso dell’invecchiamento della persona e sarà garantito un rapporto di monitoraggio costante” chiarisce la Morigi.

4. Formazione continua per gli operatori presenti all’interno della struttura
“Abbiamo previsto un monte orario minimo di formazione annuale per il personale che dovrà operare all’interno delle Case Famiglia. Sarà possibile utilizzare anche strumenti innovativi, come la piattaforma di e-learning presente nel portale della Regione Emilia Romagna, con pagine dedicate alla formazione della assistenti familiari” prosegue l’Assessora.

5. Coinvolgimento della Rete di comunità
“Abbiamo voluto scrivere nel Regolamento che il soggetto gestore della Casa Famiglia dovrà relazionarsi con il territorio, attraverso associazioni, pro Loco, consiglio territoriale – prosegue -. Sappiamo che ci sono associazioni di volontari che entrano con piacere in queste strutture per anziani, per dedicare tempo agli ospiti. Vogliamo che l’anziano possa vivere una vita di relazioni di comunità e di incontro con gli altri”.

6. Commissione Paritetica
“Ultima questione importante – continua l’assessora – è la costituzione, per la prima volta, di una Commissione Paritetica. Un luogo dove tutti i servizi dell’Amministrazione comunale, l’AUSL, le Associazioni di categoria e le Organizzazioni sindacali si incontrano puntualmente per chiarire aspetti regolamentari o presentare proposte migliorative o progetti innovativi rispetto alla gestione delle Case famiglia. La Commissione paritetica sarà un luogo di incontro e confronto.

Per ciò che riguarda i controlli – sottolinea la Morigi -, questi saranno garantiti dal maggior coinvolgimento di Ausl, Polizia Locale, SUAP (Sportello Unico per le Attività Produttive) e Servizi Sociali. L’amministrazione pubblica sarà attiva nel portare avanti i controlli nelle strutture, sia rispetto ai requisiti che alla qualità dei servizi offerti”.

“Voglio ricordare che i controlli – conclude l’Assessora – vengono fatti anche grazie alle segnalazioni dei cittadini, che poi vengono trasmesse agli uffici interessati che verificano e si attivano. Parliamo di “Welfare di comunità”, dove ogni cittadino può svolgere un ruolo importante, e può essere un’antenna sul territorio”. 

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