Daini. Per le associazioni animaliste, le soluzioni della Regione E-R sono solo “crudeli acrobazie”

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In una lunga nota, inviata alla stampa, 11 associazioni animaliste esprimono la totale contrarietà alla decisione della Regione Emilia Romagna di risolvere il problema dei daini, attraverso un “piano di rimozione”. Secondo le associazioni si tratterebbe di una strage annunciata.

“Dopo mesi di notizie di probabili abbattimenti, con tanto di numero degli esemplari da sacrificare – senza peraltro notizia del numero reale degli animali né della modalità dei censimenti effettuati – leggiamo sui quotidiani di questi giorni quella che riteniamo una provocazione senza capo né coda – dichiarano Animal Freedom, Animal Liberation, BolognAnimale, C.L.A.M.A. Ravenna, Comitato ambiente e salute Emilia Romagna, Cruelty Free, Di Versi & Voci, Lega nazionale per la difesa del cane, LAC Lega Abolizione Caccia, MiciAmici Bologna, Rifugio Amore Bestiale.

“Pare infatti che la Regione Emilia Romagna intenda avviare un piano di rimozione dei daini in collaborazione con i Carabinieri forestali e il Parco del Delta del Po; gli animali coinvolti ammonterebbero a oltre 500 esemplari (oltre ai 311 della pineta di Classe sarebbero interessati anche 208 daini del ferrarese), e sarebbero catturati, sterilizzati e trasportati, “anche presso privati” – prosegue la nota -. Il tutto per risolvere il “problema” di incidenti sulla Statale Adriatica e lungo la rete ferroviaria, appiglio adottato anche nella delibera ammazza-daini del 2014 da parte della Provincia di Ravenna, allora competente in materia; peccato che lo stesso Presidente non avesse idea del numero degli ipotetici incidenti stradali, mentre quelli ferroviari causati dai daini nel periodo antecedente alla delibera ammontassero a zero”.

“Ora, a parte i dubbi sui numeri effettivi dei capi, calcolati in non si sa quale modo fino alle unità, risulta che Ispra avesse già nel 2015 dato parere negativo sulla possibilità di trasferire i daini in zone recintate, “escludendo chiaramente la possibilità di costituire un allevamento con animali catturati in natura”; che cosa è cambiato nel frattempo? – si domandano le associazioni -. Perché non pensare in prima battuta alla soluzione più semplice, ovvero l’allestimento di recinzioni, dissuasori e catarinfrangenti in loco che impediscano ai daini di dirigersi verso la strada? Perché spostarli per sottoporli a sterilizzazione, quando per agire sul tasso di natalità (ove fosse veramente necessario) si può ricorrere con buoni risultati anche alla castrazioni chimica e all’immunoterapia, come afferma il biologo Samuele Venturini in una relazione facilmente consultabile on line, e come avviene da anni in nord America con vaccinazione con sostanze specie-specifiche?

“La cattura dei daini, che da via Aldo Moro viene rappresentata come una passeggiata di salute, sarebbe una quasi strage: questi animali hanno un sistema cardiocircolatorio molto delicato e le pratiche cruente per la cattura li decimerebbero per infarto, senza contare gli animali feriti o con le zampe spezzate – sottolineano le associazioni -. Chi mai sarebbero questi fantomatici privati in grado di accogliere tanti animali ? Lo zoo Safari? Chi controllerebbe il loro stato di salute, le condizioni dei siti dove sarebbero collocati? Una delle ipotesi apparse inizialmente sulla stampa parlava di cattura e di successiva macellazione: non e’ che questi accordi fra privati si risolverebbero sui banchi frigo e nei piatti di qualche ristorante?

Secondo le firmatarie, il piano ideato dalla Regione comporterebbe spese ingentissime: “un bel tesoretto che certamente farebbe gola a tanti. Non sarebbe più idoneo investire in metodi ecologici (recinzioni, dissuasori, eventualmente sterilizzazione chimica senza necessità di trasporto e di battute alla Indiana Jones), e quindi anche facilmente controllabili da parte dei cittadini?” 

“Nessuna delle associazioni firmatarie del presente comunicato stampa è stata mai interpellata dai dirigenti regionali, né la Regione si è mai degnata di rispondere alle numerose e mail e richieste di incontro – sottolineano -. Ribadiamo che le nostre proposte sono sempre state ben diverse dai piani sparati sui giornali, che lascerebbero molto spazio all’improvvisazione e a seri dubbi sulla corretta gestione degli ingenti fondi che dovrebbero essere erogati. Quindi no a deportazioni improvvisate, né tanto meno a plotoni di esecuzione per animali innocenti – provvedimenti irrazionali, crudeli ed incivili”.

 

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