Ravennati alla guida: 20.216 infrazioni compiute nel 2018 e 73.404 punti persi sulla patente

L’Osservatorio regionale per l’educazione alla sicurezza stradale ha elaborato i dati relativi all’anno 2018, fotografando la situazione relativa all’area di Ravenna con l’insieme delle violazioni che comportano una decurtazione dei punti della patente. Nel 2018 dunque le infrazioni complessivamente commesse dai ravennati sono state 20.216 mentre i punti decurtati ai ravennati sono stati 73.404. Si tratta comunque di dati in calo rispetto allo stesso rilevamento del 2017.

TUTTI I DATI

I residenti in provincia di Ravenna, fascia di età sopra i 14 anni, al 31 dicembre 2018 erano 341.946 di cui 270.682 titolare di patenti attive (A, B, C, e D), pari al 79,16%, in crescita rispetto alla media regionale che è pari al 77,89%. Nell’area ravennate nel 2018 sono state registrate 20.216 infrazioni pari al 7,47% (rapporto fra numero di patentati e numero di infrazioni). Nel 2017 le infrazioni erano state 25.007 quindi nel 2018 sono calate dell’8%, conseguentemente sono calati i punti decurtati, passati da 89.968 a 73.404 nel 2018.

Le patenti più numerose sono quelle B che permettono di guidare: motoveicoli quali tricicli e quadricicli; motocicli fino a 125 cm³ e 11 Kw, solo in Italia; autoveicoli abilitati al trasporto di persone e cose (compresi caravan e autocarri) con un massimo di 9 posti totali e con massa complessiva fino a 3,5 tonnellate e anche trainanti un rimorchio fino a 750 Kg; macchine agricole e macchine agricole eccezionali; macchine operatrici ad esclusione di quelle eccezionali; mezzi adibiti a servizio di emergenza con massa complessiva a piano carico fino a 3,5 tonnellate.

Le patenti attive nell’area ravennate al 29/03/2019 risultano così suddivide: 2.228 di tipo A, 252.039 di tipo B, 11.822 di tipo C, 4.589 di tipo D e 4 NC. Ovviamente il maggior numero di infrazioni (18.405) e di punti decurtati (66.783) riguardano le patenti di tipo B. L’Osservatorio sottolinea che le infrazioni possono essere state commesse non necessariamente sul territorio ravennate, ma anche dai guidatori ravennati in altre parti d’Italia.

Analisi delle principali infrazioni

A) Superamento limiti di velocità (art. 142 CdS). Il superamento dei limiti di velocità si conferma l’infrazione principe. Tale infrazione è la concausa, assieme alla distrazione, dell’81% dell’incidentalità stradale (fonte Commissione parlamentare trasporti). Nel 2018: 11.751 infrazioni e 35.711 punti in meno per le patenti B; 735 infrazioni e 2.244 punti in meno per le patenti C, 304 infrazioni e 925 punti in meno per le patenti D.

B) Passaggio con semaforo rosso e violazione della segnaletica stradale, ad eccezione dei segnali di divieto di sosta e di fermata (art. 146 CdS). È la seconda infrazione più frequente. Nel 2018: 2.125 infrazioni e 10.496 punti perduti per le patenti B, 144 infrazioni e 668 punti in meno per le patenti C, 39 infrazioni e 186 punti in meno per le patenti D.

C) Mancato allacciamento delle cinture del conducente e/o trasportato minorenne; o mancato uso dei seggiolini per bambini; o alterare il corretto uso delle cinture (art. 172 CdS). Un dato sorprendente riguarda il mancato allacciamento delle delle cinture anteriori o posteriori o mancato uso dei sistemi di ritenuta dei bambini (seggiolini) che risulta la terza infrazione più sanzionata per l’Osservatorio. Nel 2018: 1.236 infrazioni e 6.360 punti decurtati per le patenti B, 134 infrazioni e 670 punti per le patenti C, 45 infrazioni e 225 punti per le patenti D.

D) Uso cuffie o apparecchi radiotelefoni durante la guida; o mancato utilizzo delle lenti se prescritte (art. 173 CdS). Risulta la quarta infrazione. Tale infrazione prevede una sanzione, secondo l’Osservatorio, troppo morbida, perché solamente in caso di recidiva, si procede alla sospensione della patente. Da tempo l’Osservatorio sollecita una modifica al Codice della Strada affinchè il ritiro avvenga già alla prima contestazione da parte delle Forze dell’Ordine. Nel 2018: 980 infrazioni e 4.965 punti persi per le patenti B, 74 infrazioni e 375 punti per le patenti C, 32 infrazioni e 160 punti per le patenti D.

E) Sosta nelle corsie riservate agli autobus; o sosta e fermata negli spazi riservati a veicoli per persone invalide o in corrispondenza di rampe, scivoli o corridoi di transito; sosta negli spazi riservati alla fermata degli autobus o dei taxi (art. 158 CdS). Le infrazioni sono un numero limitato, ma è da considerare il numero limitato di area sosta riservata a persone invalide. Nel 2018: 826 infrazioni e 1.666 punti per le patenti B, 35 infrazioni e 72 punti per le patenti C, 9 infrazioni e 18 punti per le patenti D. Il dato è significativo di un comportamento irrispettoso e di mancanza di educazione civica verso coloro che sono i più deboli fra gli utenti della strada, fa presente l’Osservatorio.

Da sottolineare che 129 sono state le infrazioni per chi ha circolato con tasso alcolemico superiore a quanto previsto dal CdS (art. 186): 120 per le patenti B, 7 per quelle C e 2 per le D, dimostrando che il fenomeno non è stata ancora debellato.

“I dati sopra analizzati attestano che è il comportamento umano errato sulla strada la causa principale dell’incidentalità. – commenta l’Osservatorio  L’incidentalità, oltre l’80%, viene universalmente imputata alla distrazione, causa principale o concausa con l’eccesso di velocità. Quando si parla di distrazione occorre ricomprendere tutte quelle  “dimenticanze” che contribuiscono a far diminuire l’educazione che dovrebbero avere tutti gli utenti della strada. Tutte le sfaccettature della distrazione fanno aumentare le probabilità di essere oggetti o soggetti di incidentalità. Un esempio significativo è che a oltre trent’anni dalla approvazione della legge, ci dimentichiamo ancora di allacciare le cinture di sicurezza e cosa ancor più grave non tutti utilizzano il dispositivo di ritenuta per trasportare i bambini, il cosiddetto seggiolino. Ci dimentichiamo di rispettare i limiti di velocità, di rispettare il semaforo rosso, di rispettare il diritto di attraversamento dei pedoni sulle strisce pedonali.”

 

E’ fondamentale, inoltre, sensibilizzare tutti gli utenti della strada, dal pedone al camionista, che occorre abbandonare atteggiamenti di bullismo stradale e di road-rage, rabbia e aggressività sulla strada.

Manca ancora la capacità individuale di interagire con gli altri su strada con rispetto reciproco.

La rabbia stradale sfocia in aperta aggressività, evidenziando che al cambio di tipologia di utente (da pedoni a ciclisti, ad automobilisti,.ecc..) permane in noi la ferma convinzione di essere al centro della strada e di avere sempre più ragione rispetto agli altri.

La strada è lo specchio del nostro agire nella società e quotidianamente ne siamo tutti attori e testimoni.

L’incidentalità non è una fatalità, ma una conseguenza dell’agire umano.

La “vision zero” dipende da ciascuno di noi, perché l’incidente non è quasi mai una fatalità, ma una conseguenza di un comportamento umano non corretto e non rispettoso delle norme del Codice della Strada.

Mauro Sorbi

Commenti

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  1. Scritto da Marco O.

    I limiti di velocità sono in gran parte incongrui. Farli applicare in modo così ossessivo è percepito (giustamente) male dalla popolazione degli automobilisti. Ma cos’hanno questi limiti di così sacro che non si possono ridiscutere? Non c’è un partito politico che voglia promuoversi con una raccolta di firme o una proposta di legge? Quando poi i limiti saranno corrispondenti al normale utilizzo di veicoli a motore… allora si potrà stangare senza pietà dei VERI trasgressori e non dei poveri sfigati capitati al momento sbagliato sotto un velox sbagliato.