Profanato con simboli nazisti anche il monumento ai partigiani di “Ponte degli Allocchi” a Ravenna foto

Il Sindaco Michele de Pascale: "ho chiesto al Prefetto di convocare un tavolo urgente. Reagiremo con durezza"

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Dopo Camerlona, Ponte degli Allocchi a Ravenna. A pochi giorni dal primo episodio, un secondo atto vandalico e profanatorio di chiaro stampo nazista è stato scoperto in mattinata in uno dei luoghi simbolo della lotta partigiana a Ravenna. I simboli del nazismo – due S stilizzate – sono comparse sul monumento commemorativo della strage del Ponte degli Allocchi, in pieno centro a Ravenna, in Circonvallazione al Molino: sono state scoperte questa mattina 21 febbraio. Oltre alle due S c’è la scritta “merde”.
Le due SS sono state tracciate sulle foto dei Caduti, uccisi nella strage del 25 agosto del 1944, e ai piedi del monumento è stato scritto  ‘Ciao Artioli’ chiaro riferimento intimidatorio a Ivano Artioli, presidente provinciale dell’Anpi di Ravenna.

artioli

Questo secondo episodio allarma in quanto segue a breve distanza dalla profanazione del Sacrario della Brigata Cremona di Camerlona. Poi prontamento ripulito. Un terzo episodio è stato segnalato dal quotidiano Corriere Romagna oggi in edicola: una croce celtica è comparsa sulla sede dell’Associazione Amici del Mato Grosso a Savarna.

DICHIARAZIONE DEL SINDACO DI RAVENNA MICHELE DE PASCALE

“Insieme al vice sindaco Eugenio Fusignani ho chiesto al Prefetto di convocare un tavolo urgente per rispondere in maniera risoluta al gravissimo oltraggio al monumento del Ponte dei Martiri, uno dei simboli più importanti della memoria dell’intera nostra comunità, che si riconosce nei valori democratici, costituzionali e patriottici. Le attività di pulizia sono già in corso e saranno terminate tra qualche ora.
Lo ribadisco, reagiremo con durezza e metteremo in campo tutte le azioni necessarie a individuare i responsabili e consegnarli alla giustizia. Le indagini sono in corso e le forze dell’ordine sono già in azione”.

PONTE DEGLI ALLOCCHI O DEI MARTIRI

Il complesso monumentale “Omaggio alla resistenza” profanato è stato realizzato da Giò Pomodoro nel 1980 ricorda uno dei fatti più tragici vissuti dalla città di Ravenna. Il 18 agosto 1944 il giovane gappista Umberto Ricci, soprannominato Napoleone, aveva atteso su quel ponte il passaggio di Leonida Bedeschi, un feroce brigatista nero soprannominato Cattiveria. Doveva essere solo un appostamento per riconoscerlo, ma poi Ricci gli aveva sparato uccidendolo. Mentre si allontanava in bicicletta fu raggiunto per caso da un auto con tre tedeschi a bordo che poterono immaginare l’accaduto. Catturato e consegnato alla Brigata Nera “Ettore Muti”, fu inutilmente torturato per una settimana, per estorcergli i nomi dei compagni del Gap.

Il 24 agosto i vertici e gli esecutori più in vista della B.N decisero di dare una risposta memorabile all’attentato partigiano: dalle carceri furono prelevati altri antifascisti, precedentemente arrestati come il professor Mario Montanari, un giovane rappresentante dell’Azione Cattolica che aveva aderito al Partito d’Azione e faceva parte della delegazione militare del CLN, Lina Vacchi, l’operaia che aveva più volte guidato gli scioperi di quell’anno alla Callegari e per questo si era esposta fino all’arresto; Aristodemo Sangiorgi e Pietro Zotti collaboratori della stampa clandestina, Michele Pascoli, barbiere e dirigente del PCI clandestino a Ravenna, Domenico Di Janni, Augusto Graziani, Raniero Ranieri, Valsano Sirilli e Giordano Valicelli.

All’alba del 25 agosto furono condotti sul Ponte degli Allocchi, presso una delle porte della città che dava sulla campagna per essere fucilati. Montanari riuscì a sfuggire alla custodia dei carcerieri, ma fu raggiunto da una raffica di mitra a poche centinaia di metri. Dopo le prime dieci fucilazioni, a Umberto Ricci e Natalina Vacchi fu riservata l’impiccagione, che entrambi affrontarono con sprezzante coraggio.

Al primo fu conferita la medaglia d’Argento al V.M. e alla seconda la medaglia di Bronzo.

Due messaggi di Ricci alla madre, scritti a matita con mano incerta e usciti miracolosamente dal carcere, sono stati pubblicati fra le Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana fin dal 1952.

Recentemente l’area memoriale è dedicata anche agli 87.000 combattenti delle Forze Armate nella guerra di Liberazione.

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Commenti

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  1. Scritto da Ivano

    Qui serve una risposta corale

  2. Scritto da Giovanni lo scettico

    Da quando la destra ha aumentato i suoi voti, questi episodi si ripetono sempre più spesso.

  3. Scritto da Alessandra

    Credo che sia pieno di razzisti, fascisti e simpatizzanti con ideologie xenofobe ma è anche pieno di stupidi non in grado di valutare il danno che si sta creando e la gravità della propria azione. Al giorno d’oggi molte persone o molti ragazzini farebbero qualsiasi cosa per avere quarto d’ora di notorietà. Andare sul giornale o salire agli onori della cronaca pare l’unica cosa a cui ambire. Genitori tenete gli occhi aperti e affrontate l’importanza del rispetto della cosa pubblica e la gravità di certe azioni. Se poi sono i razzisti ad agire, cerchiamo di isolarli. La situazione non va sottovalutata.

  4. Scritto da Massimo siroli

    Caro Ivano chiedi una risposta corale ma mi sembra che da una parte non ci sentono.purtroppo non sarà colpa anche di quello che ha cancellato la parola fas ista e nazista dal proprio vocabolario??????