Aggiornamento Coronavirus. Sempre 97 i casi in regione, nessun nuovo caso nelle ultime ore

Nessun caso in provincia di Ravenna - Anche all'ospedale di Ravenna predisposto triage per primi controlli delle persone

AGGIORNAMENTO DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA DEL 27 FEBBRAIO ORE 15.30

I casi di positività al Coronavirus in Emilia-Romagna restano 97, come risultava nella tarda mattinata: 63 a Piacenza, 18 a Modena, 10 a Parma, tutti riconducibili al focolaio lombardo, e 6 a Rimini. Nessun caso a Ravenna, a Forlì e a Cesena.

Rispetto a ieri sono 50 i nuovi casi odierni, che riguardano prevalentemente Piacenza (35), Modena (10), Parma (2) e infine Rimini (3). Nelle prime tre città i casi sono tutti correlati al focolaio lombardo, nel caso riminese tutti i nuovi casi sono correlati al primo paziente di Rimini (dipendenti o avventori del suo locale di San Clemente; qui è in corso un’indagine epidemiologica per capire da dove è arrivato il virus).

L’Assessore Venturi: non c’è ragione di ritenere che esista un focolaio di Coronavirus autoctono in Emilia-Romagna

Dei 97 infettati dal virus finora, 54 persone sono in isolamento nelle loro case e quindi la malattia segue in questo caso un decorso tranquillo, molti di questi 54 sono senza sintomi; 36 sono ricoverati nei reparti ordinari di malattie infettive degli ospedali e la maggior parte di quelli ricoverati non è grave. Solo 6 pazienti sono in terapia intensiva. Un paziente come si sa è morto.

L’Assessore Venturi ha affermato infine che presumibilmente nella giornata di domani, con l’insediamento della nuova Giunta regionale e del nuovo Assessore alla Sanità Raffaele Donini, saranno prese le nuove misure che riguarderanno scuole, musei, teatri, cinema in vigore nei prossimi giorni. L’Assessore uscente non ha voluto anticipare nulla, ma ha affermato che si sta affermando l’idea di allentare le misure di precauzione prese in un primo tempo. In ogni caso, le decisioni spetteranno alla nuova Giunta regionale ed è questione di ore a questo punto.

Presidi di protezione distribuiti a breve, anche ai medici di base

L’assessore ha ricordato che si sono già svolti alcuni degli incontri previsti in assessorato con i medici per fronteggiare insieme le criticità, a partire dalla mancanza dei presidi di protezione. Rispetto a martedì, quando si è svolta la riunione con i medici ed è stato rivolto anche dal presidente Stefano Bonaccini un appello a livello nazionale per reperire il materiale necessario a tutela degli operatori, la situazione è migliorata: sono già stati ripartiti tra le Aziende sanitarie i quantitativi (sulla base della popolazione e dei casi presenti); nelle prossime ore avverrà la distribuzione e anche i medici di famiglia disporranno dei presidi di protezione individuale.

Riammissione a scuola: nessun bisogno di sanificare gli istituti

Sarà la nuova Giunta, operativa da domani, ad assumere le prossime decisioni – a partire dalla riapertura o meno di scuole e servizi educativi per l’infanzia – anche attraverso la valutazione condivisa con la comunità scientifica, le autorità nazionali, le altre Regioni e i Comuni.

“Sono il primo ad auspicare un ritorno verso una maggiore normalità – ha affermato Venturi -, anche per dare un segnale ai cittadini, alle famiglie e ai ragazzi che sono a casa da scuola. Ma si ragionerà sulla base delle valutazioni fatte in modo approfondito con esperti e tecnici”.

Una cosa, intanto, l’assessore ha voluto chiarire: non c’è alcun bisogno di sanificare le scuole, perché in Emilia-Romagna non c’è un solo caso positivo proveniente da asilo nido, materne o scuole di ogni ordine e grado.

Immissione a scuola dei bambini: nessun certificato medico necessario, ad eccezione di malattia superiore ai 5 giorni (lo prevede il decreto del Governo)

Come già chiarito ierinon è necessario alcun certificato medico per il rientro a scuola (di ogni ordine e grado) degli studenti. È necessario, invece, se l’assenza da scuola è dovuta a una malattia di durata superiore a cinque giorni: in questo caso, a stabilirlo è il decreto del presidente del Consiglio dei ministri (23 febbraio 2020, n.6), fino al 15 marzo la riammissione a scuola dovrà avvenire, appunto, dietro presentazione del certificato medico, in deroga alle disposizioni vigenti in Emilia-Romagna dove la certificazione di riammissione scolastica è stata abolita da anni.

Per evitare afflussi eccessivi negli ambulatori dei medici di base e dei pediatri di libera scelta, il consiglio è di non presentarsi direttamente ma di contattare preventivamente il medico. E, per i pazienti con la febbre o con sintomi respiratori, rimane valida la raccomandazione di non recarsi negli studi dei medici senza averli contattati prima per telefono.

Naturalmente, anche in questo periodo e come sempre, i medici rilasceranno ai propri assistiti certificazioni sul loro stato di salute che attestino i dati anamnestici raccolti e i rilievi clinici constatati o oggettivamente documentati. Quindi i lavoratori che vogliono fruire del congedo per l’assistenza ai figli minori potranno ottenere gratuitamente dal medico, generalmente il pediatra di base, il certificato che attesti unicamente lo stato effettivo di malattia del figlio. Non possono essere chiesti certificati di malattia o di riammissione scolastica se non per i casi in cui lo stato di malattia sia effettivamente intervenuto.

Laboratori per i tamponi e numero verde regionale: 1.899 chiamate

Ai laboratori per l’analisi dei tamponi di Bologna (Crrem del Sant’Orsola) e Parma (laboratorio dell’Università),per i quali è stata rafforzata l’operatività con l’acquisto di ulteriori tecnologie, si aggiunge da oggi il laboratorio Unico del Centro Servizi dell’Ausl Romagna,con sede a Pievesestina di Cesena.

Si ricorda anche il numero verde regionale, 800.033.033 (oltre a quelli attivati direttamente dalle Aziende sanitarie e al numero nazionale 1500per ricevere informazioni e indicazioni sul comportamento da tenere in presenza di sintomi sospetti.

Al numero verde regionale 800.033.033 oggi sono arrivate 1.899 chiamate, con una percentuale di risposta del 75,9 %./EC

AGGIORNAMENTO DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA DEL 27 FEBBRAIO ORE 12.43

Sono 97, in Emilia-Romagna, i casi di positività al Coronavirus: 63 a Piacenza, 18 a Modena, 10 a Parma, tutti riconducibili al focolaio lombardo, e 6 a Rimini.

Nessuno dei nuovi pazienti è in terapia intensiva, dove invece rimangono i tre di ieri (uno all’ospedale di Piacenza e due a Parma), e la maggior parte si trova in condizioni non gravi; molti sono addirittura asintomatici o presentano sintomi modesti (febbricola e lieve tosse).

L’aumento dei riscontri positivi – che ieri pomeriggio erano 47 – è dovuto anche all’elevato numero di tamponi refertati nella nostra regione (1.033) ed effettuati nei giorni scorsi anche su persone asintomatiche spesso in contatto di casi positivi, prima che le nuove indicazioni nazionali stabilissero la necessità di fare il test tampone solo in caso di sintomi manifesti.

Rispetto a ieri pomeriggio, i 50 nuovi casi riguardano prevalentemente Piacenza, dove sono 35; 10 a Modena, sempre contatti del primo caso che si era recato nell’area rossa del Lodigiano; 2 a Parma e 3 a Rimini (tutti correlati al primo paziente di Rimini).

Si precisa inoltre che, contrariamente alle precedenti comunicazioni, non sarà allestito un modulo provvisorio per il triage a Cento (Fe).

Il prossimo aggiornamento sull’argomento verrà da una conferenza stampa alle 15,30 di oggi con l’assessore Sergio Venturi in Regione.

AGGIORNAMENTO REGIONE EMILIA ROMAGNA DEL 26 FEBBRAIO ALLE ORE 19

Una mamma, positiva al Coronavirus, che all’ospedale di Piacenza partorisce un bambino che sta bene e che non ha il virus, e i primi due pazienti dimessi. Sempre dal nosocomio piacentino, infatti, sono usciti un signore di Codogno e un operatore sanitario di Piacenza che lavora al Pronto soccorso del Comune lodigiano, dove fece il triage al paziente 1 (il primo a essere contagiato in Italia). Entrambi, adesso, osserveranno un periodo di isolamento precauzionale a casa, ma stanno bene.

Mauro Codeluppi, direttore Malattie infettive all’ospedale di Piacenza, spiega: “I due pazienti che abbiamo dimesso ieri non avevano una sintomatologia grave. Pur avendo contratto il virus, non sono mai andati incontro a insufficienza respiratoria, ma solo a febbre e sintomi respiratori minori. Il primo, il triagista che lavora all’ospedale di Codogno, è stato in reparto dalla notte tra sabato e domenica fino a ieri mattina. Il secondo, medico del nostro ospedale, ha avuto un ricovero ancora più breve, da domenica a martedì. Entrambi sono stati dimessi perché ormai senza febbre e clinicamente guariti, con l’unica raccomandazione di trascorre un ulteriore periodo di isolamento a casa, per il tempo necessario a escludere una residua contagiosità.

Intanto, in Emilia-Romagna il numero di casi positivi sale a 47, alla luce dei quasi 630 test tampone refertati: 28 a Piacenza, 8 a Parma, 8 a Modena – tutti riconducibili al focolaio lombardo – e 3 a Rimini, sui quali sono in corso approfondimenti epidemiologici.

Dei 47, sono 3 i pazienti in terapia intensiva, quasi la metà sono in isolamento domiciliare a casa. Diciassette nuovi casi registrati: 8 nel piacentino, 4 nel parmense, 3 nel modenese e 2 nel riminese.

“Continuiamo a non avere elementi per parlare di focolaio in Emilia-Romagna, anche alla luce delle nuove positività- sottolinea l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Sergio Venturi-. Ribadisco che il nostro sistema sanitario è perfettamente in grado di sostenere la situazione al meglio, sia per quanto riguarda i cittadini sia nei confronti del personale sanitario. Proseguono inoltre gli accertamenti sui casi ancora in corso di analisi, che sono circa una quarantina a fronte degli oltre 600 tamponi ad oggi refertati. E da domani- aggiunge Venturi- ai due attuali laboratori di Bologna e Parma si affiancherà anche quello di Pievesestina in provincia di Cesena. Desidero inoltre tranquillizzare le famiglie che in queste ore si erano poste l’interrogativo se fosse necessario un certificato medico per il rientro a scuole dei loro figli alla riapertura delle scuole. L’Ufficio scolastico regionale mi ha infatti confermato che non sarà necessario alcun certificato medico per essere riammessi a scuola. Quanto a episodi di fake news- conclude-, non si fermano le denunce alla polizia postale da parte delle aziende sanitarie”

Punti triage esterni agli ospedali

Si rafforza il numero dei presidi, a protezione degli operatori sanitari, che serviranno a dividere già all’ingresso i pazienti con possibili sintomi da Coronavirus dagli altri. La Protezione civile regionale ha infatti predisposto, oltre ai 3 già allestiti a Piacenza, nuovi moduli provvisori per il triage, dove poter sottoporre le persone ai primi controlli prima di accoglierle all’interno dei servizi ospedalieri: 3 a Modena (Mirandola e Vignola Pavullo); 1 a Ferrara (Cento); 1 a Ravenna. Altri sono previsti a Bologna, Parma, Reggio Emilia, Rimini e Forlì Cesena.

Più controlli e numero verde regionale 800.033.033

È attivo il numero verde regionale 800.033.033 che è a disposizione delle persone che potranno chiamare per avere informazioni e indicazioni sul comportamento da tenere in presenza di sintomi sospetti. E da giovedì ai due laboratori finora operativi per l’esame dei tamponi – il Crrem del Sant’Orsola di Bologna e quello dell’Università di Parma, per i quali è stata rafforzata l’operatività con l’acquisto di ulteriori tecnologie – si aggiungerà quello di Pievesestina (Cesena), in capo all’Ausl Romagna.

Secondo il principio della massima precauzione, non solo in Italia ma anche in Emilia-Romagna si sta eseguendo un elevato numero di tamponi (oltre mille in regione), e l’indicazione sul territorio regionale è quella di effettuare tamponi e di eseguire una tac del torace a tutte le persone ricoverate con polmonite interstiziale. A Piacenza sarà aperto il presidio medico avanzato a protezione degli operatori, che servirà a dividere già all’ingresso i pazienti con possibili sintomi da Coronavirus dagli altri.

I provvedimenti assunti

Ricordiamo il testo, trasmesso dalla Regione alle Prefetture, con i chiarimenti applicativi dell’Ordinanza emanata dal ministero della Salute e dal presidente della Regione Emilia-Romagna, che resterà in vigore fino a domenica 1° marzo. Viene dato lo stop a tutte le manifestazioni e le iniziative che, comportando l’afflusso di pubblico, esulano dall’ordinaria attività delle comunità locali. Le autorità territoriali competenti potranno disporre ulteriori prescrizioni, in ragione di particolari esigenze delle comunità locali

Previsti anche specifici incontri in assessorato con farmacisti, medici di base e pediatri di libera scelta, alcuni dei quali già fissati, per fare il punto della situazione ed esaminare insieme problemi e criticità; l’assessorato è al lavoro, inoltre, per esaminare il tema della protezione degli operatori sanitari nelle carceri.

Pronte 1 milione di mascherine per gli operatori. Intanto la Regione ha reperito 1 milione di mascherine chirurgiche da utilizzare negli ospedali e negli ambulatori, a cui se ne aggiungeranno 500mila a settimana dalla prossima settimana, che saranno distribuite nei territori agli operatori sanitari. A questo proposito, l’assessore ha ricordato che è stato chiesto al Dipartimento di protezione civile, con cui la Regione è in costante contatto, di intervenire per aumentare la produzione nazionale dei presidi più sofisticati di protezione individuale per gli operatori, come mascherine, calzari, cuffie.

I contenuti dell’ordinanza regionale per l’Emilia-Romagna

Firmata, domenica 23 febbraio, dal Presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini e dal Ministro della Salute Roberto Speranza una apposita ordinanza. Dal 24 febbraio e fino all’1 marzo, CHIUSURA di tutte le scuole di ogni ordine e grado, asili nido, Università, musei, teatri, cinema, divieto di tenere manifestazioni ed eventi di ogni genere, concorsi, gite scolastiche.

COSA DEVE FARE CHI È ENTRATO IN EMILIA-ROMAGNA DA ZONE A RISCHIO

C’è, inoltre, la “Previsione dell’obbligo da parte di individui che hanno fatto ingresso in Emilia-Romagna da zone a rischio epidemiologico come identificate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità di comunicare tale circostanza al Dipartimento di Prevenzione dell’Azienda sanitaria competente per territorio per l’adozione della misura di permanenza domiciliare fiduciaria con sorveglianza attiva”.

INDICAZIONI PER LE DIREZIONI SANITARIE OSPEDALIERE

Le Direzioni sanitarie ospedaliere “devono predisporre la limitazione dell’accesso dei semplici visitatori alle aree di degenza, preferibilmente una persona per paziente al giorno”. Anche le RSA per non autosufficienti “dovranno limitare l’accesso dei visitatori agli ospiti”. L’Ordinanza “raccomanda fortemente che il personale sanitario si attenga alle misure di prevenzione per la diffusione delle infezioni per via respiratoria nonchè alla rigorosa applicazione delle indicazioni per la sanificazione e disinfezione degli ambienti previste dalle circolari ministeriali”.

RACCOMANDAZIONE ALLA POPOLAZIONE: NON SERVE AFFOLLARE I SUPERMERCATI

Alla luce di quanto verificatosi nei giorni scorsi, si fa presente alla popolazione che non c’è alcun motivo di affollare i supermercati. Le principali catene della grande distribuzione hanno fatto sapere di essere in grado di ricevere approvvigionamenti adeguati e costanti.

MERCATI APERTI

Per quanto riguarda i mercati, possono svolgersi regolarmente.

SEDI MUSEALI COMUNALI CHIUSE A RAVENNA

Palazzo Rasponi dalle Teste, sede di due mostre, è chiuso fino all’1 marzo compreso. Il Mar – Museo d’arte della città di Ravenna rimane chiuso fino all’1 marzo incluso. Ogni attività è sospesa. Chiusa fino all’1 marzo anche la Tomba di Dante. La mostra fotografica “Unicacina” allestita a Palazzo Rasponi 2 è chiusa.

Le misure igieniche che le persone sono chiamate a rispettare

Lavarsi spesso le mani, a tal proposito si raccomanda di mettere a disposizione in tutti i locali pubblici, palestre, supermercati, farmacie, e altri luoghi di aggregazione soluzioni idroalcoliche per il lavaggio delle mani
Evitare il contatto ravvicinato con persone che soffrono di infezioni respiratorie acute
Non toccarsi occhi, naso e bocca con le mani
Coprirsi bocca e naso se si starnutisce o tossisce
Non prendere farmaci antivirali né antibiotici, a meno che siano prescritti dal medico
Pulire le superfici con disinfettanti a base di cloro o alcol
Usare la mascherina solo se si sospetta di essere malato o si assiste persone malate
I prodotti Made in China e i pacchi ricevuti dalla Cina non sono pericolosi
Gli animali da compagnia non diffondono il nuovo coronavirus

Coronavirus - Le 10 regole

Oltre al numero verde regionale, 800.033.033, è disponibile il NUMERO TELEFONICO NAZIONALE 1500 al quale fare riferimento per ogni tipo di problema legato al Coronavirus.

Link utili:

www.salute.gov.it
www.regione.emilia-Romagna.it
www.auslromagna.it

Commenti

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  1. Scritto da Gianni C.

    siamo prontissimi!!

  2. Scritto da Mirko Ragazzini

    Chiudere le scuole e gli asili con i genitori al lavoro, qualcuno mi può spiegare a cosa serve???