Giuseppe Conte ha annunciato un’ulteriore stretta: chiusi tutti i negozi, i bar, i ristoranti, le mense, tutte le attività commerciali e gli esercizi pubblici non essenziali

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Il Dpcm 11-3-2020

Nel giorno in cui l’OMS ha sancito che il Coronavirus è una pandemia, cioè è un’epidemia globale, l’Italia con il Governo di Giuseppe Conte ha fatto due cose importanti. La prima: ha deciso di stanziare 25 miliardi per affrontare le conseguenze sanitarie, sociali, economiche e culturali della crisi prodotta dal virus. La seconda, annunciata questa sera 11 marzo in diretta tv alle 21.45: ha scelto di dare un’ulteriore stretta alle misure di prevenzione e precauzione. Saranno chiusi infatti in tutta Italia – il decreto è allegato qui sopra in testa all’articolo – tutti i negozi, i bar, i ristoranti, le mense, tutte le attività commerciali e gli esercizi pubblici non essenziali. Chiudono anche gli alberghi, parrucchieri ed estetisti e piccole attività artigianali. Restano aperti solo i negozi di generi alimentari e di prima necessità, le farmacie e le parafarmacie, le edicole.

Restano aperte invece le attività produttive industriali, quelle di trasporto, le attività bancarie, finanziarie e assicurative e anche le attività agricole. Quindi non è l’Italia “chiusa” – tutta zona rossa sigillata – come era stato chiesto nei giorni scorsi da varie parti e in particolare dalla Regione Lombardia e dai Sindaci delle principali città lombarde che sono quelle più sotto pressione. Ma è un qualcosa che ci va abbastanza vicino.

Restano naturalmente in vigore tutte le altre norme e quelle sugli spostamenti delle persone e sugli assembramenti che vanno assolutamente evitati. Le persone devono restare a casa e possono spostarsi eventualmente solo per tre ragioni: per ragioni di lavoro, per ragioni di salute, o per uno stato di necessità come quello di fare la spesa.

Conte ha ringraziato tutti gli italiani per lo sforzo che stanno facendo. Ha spiegato con la progressività delle misure commisurate all’emergenza il fatto che in quattro giorni il Governo sia stato costretto a prendere misure via via più restrittive man mano che cresceva la diffusione del virus. Ha detto agli italiani di non aspettarsi la soluzione del problema in pochi giorni perché ci vorranno almeno due settimane prima di vedere i risultati concreti di questo grande sforzo collettivo. Naturalmente ha chiesto a tutti di collaborare nella lotta alla diffusione del virus e ha rassicurato sul fatto che l’Italia è un grande paese e sarà in grado di superare questa prova.

L’ELENCO DELLE ATTIVITÀ APERTE È RIPORTATO NEL DECRETO CHE TROVATE IN TESTA ALL’ARTICOLO

QUESTA LA NOTA DIFFUSA DAL SINDACO DI RAVENNA

CORONAVIRUS – Aggiornamento alle 22.30 dell’11 marzo.
Il Presidente del Consiglio ha appena annunciato nuove misure di prevenzione e contrasto alla diffusione del Coronavirus.

CHIUSURA di tutte le attività commerciali, di vendita al dettaglio, ad eccezione dei negozi di generi alimentari, di prima necessità, delle farmacie e delle parafarmacie

CHIUSURA di negozi, bar, pub, ristoranti e esercizi artigianali assimilabili. Consentite solo le consegne a domicilio.

CHIUSURA di parrucchieri e centri estetici.

Le industrie e le fabbriche e la logistica potranno continuare a svolgere le proprie attività produttive, assumendo protocolli di sicurezza adeguati a proteggere i propri lavoratori.

Garantito lo svolgimento dei servizi pubblici essenziali tra cui i trasporti, i servizi di pubblica utilità, i servizi bancari, postali, finanziari, assicurativi. Nonché di tutte quelle attività accessorie rispetto al corretto funzionamento dei settori rimasti in attività.

Garantite le attività del settore agricolo, zootecnico, di trasformazione agroalimentare comprese le filiere che offrono beni e servizi rispetto a queste attività.

Appena sarà disponibile il testo del DPCM prepareremo una sintesi esaustiva.

 

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Commenti

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  1. Scritto da Ale76

    È opportuno rispettare le indicazioni di comportamento “sociale” per contrastare la diffusione del virus.

    NON ASSALTATE I SUPERMERCATI perché non ha senso farlo e si trova sempre cibo, quello non manca mai.

    In Lombardia ci hanno visto giusto fino ad ora e forse era meglio fare da subito come hanno fatto là….

    Teniamo duro

  2. Scritto da Umberto

    Bravo presidente