Allo studio misure eccezionali per le imprese o non riusciranno a ripartire. Il sindaco di Cervia pensa al dopo epidemia

Siamo in un momento critico dell’epidemia. Nell’ultimo mese di grandi sacrifici, abbiamo visto i numeri dell’infezione da nuovo coronavirus aumentare sempre più, per poi cominciare lentamente a contrarsi. Si vede insomma la luce in fondo al tunnel, ma è ancora lontana e per raggiungerla davvero bisognerà continuare ad attenersi alle misure di distanziamento sociale imposte. Tutti dicono che non è ancora il momento di abbassare la guardia e farsi prendere dall’entusiasmo. Un entusiasmo, che a sentire i sindaci, non è assolutamente giustificato. Come a dire: rincuoriamoci con il frutto delle nostre fatiche, ce n’è bisogno, ma la partita è ancora aperta e per vincerla occorre continuare ad essere ligi alle restrizioni.

È però il momento di cominciare a chiedersi “cosa succederà dopo” e di progettare strategie di uscita da una crisi che è, in prima battuta, sanitaria ma anche economica. Di questo abbiamo parlato con il sindaco di Cervia, Massimo Medri.

Qual è il punto della situazione in città e come vanno le restrizioni alla mobilità? I cervesi le rispettano?

Cerchiamo di tenere costantemente aggiornata la popolazione sull’evoluzione della parte sanitaria dell’epidemia: attualmente i casi positivi sono saliti a 42, con un centinaio di persone in quarantena preventiva, in base alle indagini epidemiologiche effettuate. Purtroppo dobbiamo contare anche 2 decessi, ma gli ultimi dati segnalano un rallentamento delle positività, cosa che ci fa ben sperare. Sull’applicazione delle disposizioni, posso dire che la città di Cervia ha risposto bene.

Qual è l’impatto delle misure di contenimento del contagio sull’economia cervese e come vi state preparando al “dopo”?

L’impatto è fortemente negativo, sono saltati una serie di eventi che avevamo programmato a primavera e che costituivano il nostro sforzo per prolungare la stagione e dare più respiro all’economia turistica della nostra città. Uno sforzo che negli anni passati aveva dato risultati utili. L’inevitabile annullamento ha travolto non solo noi come Comune, ma tutti gli imprenditori che avevano scommesso sull’allungamento della stagione, decidendo di aprire in anticipo alberghi, ristoranti, stabilimenti balneari. Attualmente c’è un forte problema di liquidità per le aziende, che va ad incidere sulle future riaperture. Come Comune stiamo preparando misure eccezionali per sostenere sia le famiglie sia le imprese.

A cosa si riferisce in particolare?

Stiamo lavorando ad un’ “unità di crisi”, formata da tutte le organizzazioni economiche e sindacali, che si confronti con gli istituti bancari per studiare strumenti capaci di ridare liquidità alle aziende e favorire la ripresa. Ci vogliono anche misure locali, da affiancare a quelle che predisporrà il Governo. Se non le aiutiamo fortemente, molte delle nostre imprese rischiano di non riuscire a riaprire, schiacciate tra affitti da pagare, interessi su mutui in essere, personale da assumere e zero liquidità.

Come immagina l’estate 2020? completamente persa? Si salverà qualcosa?

Gli imprenditori si stanno preparando a riaprire all’insegna della parola d’ordine “non molliamo”. Mi arrivano tanti messaggi in cui mi si chiede se si può cominciare a pulire gli alberghi, le attività: i preparativi si stanno facendo. Attualmente è impossibile stimare la perdita economica, ma è enorme. Tutto dipende da quando si potrà cominciare a riaprire: se riusciamo a non perdere i mesi centrali dell’estate, qualcosa di certo si potrà salvare. Per quest’anno possiamo comunque scordarci il turismo estero, i confini resteranno chiusi.

Con quali modalità si potranno affrontare le riaperture?

Resta indiscutibile che di riapertura si potrà parlare solo a seguito di indicazioni in questo senso da parte del Governo. La priorità è far rientrare l’emergenza sanitaria e non è ancora il momento di abbassare la guardia. In questa prospettiva, le aziende stanno pensando con grande senso di responsabilità a modalità di fruizione dei servizi diverse rispetto al passato. Si potranno sfruttare di più gli spazi aperti, posizionare gli ombrelloni più distanziati tra loro, mettere meno tavoli nei ristoranti, gli alberghi riflettono su come sanificare le loro strutture di areazione, per esempio.

E sul fronte degli aiuti alle famiglie?

Nel comune di Cervia ci eravamo già attivati attraverso l’assistenza domiciliare alle persone costrette a rimanere in casa, perché in quarantena o impossibilitati ad assolvere alle esigenze primarie, come la spesa e l’acquisto dei farmaci. In più avevamo attivato un contatto telefonico con tutti gli over 75 per non lasciarli soli. Ora, il provvedimento del Governo ci ha permesso di attivare anche il sostegno alimentare: in due giorni ci sono già arrivate 150 telefonate e ne abbiamo evase 80 (i numeri si riferiscono alla giornata di ieri, n.d.r.), distribuendo buoni spesa da 30 euro, che da lunedì diventeranno 50, utilizzabili in negozi e supermercati. Per farne richiesta si può chiamare il 329 2104995, l’istruttoria della pratica è estremamente rapida, abbiamo tagliato il più possibile la burocrazia, per far arrivare in fretta i soldi nelle tasche dei cittadini che ne hanno bisogno.