Nascere ai tempi del Coronavirus. L’esperienza della neo mamma Martina, partoriente all’ospedale di Ravenna

Partorire ai tempi del Coronavirus, con le misure restrittive di contenimento del virus, in atto anche nei reparti di ostetricia e ginecologia, non è sicuramente l’esperienza che una neo mamma e un neo papà si erano immaginati durante i nove mesi di gravidanza. Immagini di dare alla luce il tuo bambino/a circondata dall’affetto del tuo partner e dei tuoi cari, di festeggiare questo nuovo inizio con il supporto e l’amore di parenti, amici, colleghi. Invece, dopo la lunga fatica del parto, ci si ritrova da sole. Le donne che hanno partorito dopo l’emanazione dei decreti anti Covid-19 e quelle che lo faranno nelle prossime settimane, hanno vissuto o vivranno questa esperienza in modo diverso da quelle che hanno partorito nei mesi scorsi.

Infatti, allo stato attuale delle cose,  la persona che accompagnerà la mamma a partorire, che sia il compagno, la mamma, un’amica o un parente, potrà assistere soltanto al parto. Non si può sostare in sala d’attesa, né in sala travaglio, né in reparto. Sia prima che dopo il parto la neo mamma resta da sola con il neonato/a, assistita da ostetriche e ginecologhe, fino alle dimissioni dalla struttura. Martina, 32anni, vive con il suo compagno a Ravenna ed è una delle neo mamme che ha dato alla luce il proprio bambino, in questo caso Lucio, durante questa emergenza sanitaria, esattamente lo scorso 27 marzo.

“Oggi sono la donna più felice del mondo – ci racconta Martina – . Sono a casa con il mio bel bambino ed il suo papà. Certo avevo immaginato diversamente la giornata del parto, come credo la immagini ogni futura mamma, ma va bene così. Alla fine l’amore che ti travolge è così grande, che passa tutto: il dolore del parto, la preoccupazione di partorire rischiando di essere contagiate o di contagiare, ritrovarsi da sole a gestire un bimbo appena nato senza il supporto di famiglia e parenti. Non voglio spaventare le future partorienti, anzi. Voglio incoraggiarle e trasmettere loro messaggi positivi, di speranza: i nostri bimbi sono nati o nasceranno comunque circondati da un amore immenso. In reparto ci sono persone fantastiche che vi assisteranno e non vi lasceranno mai da sole. E poi, non è meraviglioso pensare che nonostante tutto, in queste giornate così buie, in cui si è circondati solo da notizie poco incoraggianti, la vita continui ad andare avanti, imperterrita, come la primavera, il susseguirsi del ciclo delle stagioni, dove la natura si rianima, fiorisce e le giornate sono più luminose?

“Ritornando alla mia esperienza, da martedì 24 marzo, almeno per quanto riguarda l’ospedale di Ravenna, non è più possibile per i papà o per la persona che la neo mamma decide di avere al suo fianco, restare in reparto durante il travaglio o subito dopo la nascita e per tutta la durata del ricovero. Quindi – spiega Martina – sia per il travaglio che per il post partum si è da sole, ovviamente assistite dall’equipe medica. Al papà è permesso entrare solo in sala parto. Il mio parto non è stato semplicissimo, ho perso tanto sangue, le ore di travaglio sono state lunghissime, quindi una volta nato il bambino, non potendo alzarmi dal letto, le ostetriche hanno permesso a mio marito di sostare ancora un po’ in sala per occuparsi della pulizia del neonato e per lasciarmi i cambi di cui avrei avuto bisogno.”

“Subito dopo è uscito e ci siamo rivisti solo dopo due giorni, al momento delle dimissioni. Avendo perso molto sangue, sono rimasta in ospedale più a lungo, ma in genere, se non si hanno particolari complicazioni, dopo un giorno dal parto, si può tornare a casa. Ovviamente per chi ha un cesareo programmato o lo farà, il ricovero durerà di più, credo siano in tutto tre/quattro giorni. Il consiglio che do alle mamme che partoriranno in queste condizioni – aggiunge Martina – è quello di preparare tutto il necessario, magari aggiungendo nella borsa per la nascita uno, due cambi in più per voi e per il bimbo/a, perché sarete sole durante tutto il ricovero. Non è permesso a nessuno di accedere all’ospedale anche solo per portarvi un cambio in più. Quindi, in questo caso, abbondare con una vestaglia in più, una tutina in più, non farà male di certo”.

“Tutte le ostetriche che mi hanno assistito durante il parto e dopo, sono state degli angeli. Non le ringrazierò mai abbastanza – ci dice Martina -,anche perché ritrovarsi da sole con un bambino appena nato, quando magari non puoi muoverti dal letto e hai bisogno di qualcuno anche per andare in bagno, non è facile. Non sai se il tuo bimbo si attaccherà subito al seno, se avrai problemi o meno con l’allattamento; è vero le paure sono tante e possono travolgerti. Ma dico alle future mamme: non fatevi prendere dallo sconforto, avrete al vostro fianco ostetriche, medici e ginecologhe meravigliose! Vi sentirete comunque circondate da un grande amore, anche senza la vostra famiglia.”

“Non c’è infatti alcuna limitazione in tale senso: l’assistenza sanitaria in reparto sia durante che dopo il parto è garantita come di norma. Cioè, mi spiego meglio, il numero di personale sanitario che si prende cura di voi durante e dopo il parto non è stato ridotto. E non si respira un clima di tensione dovuto al Covid-19: c’è la massima disponibilità da parte di tutti a farvi sentire il più a vostro agio possibile e a garantirvi tutta l’assistenza di cui avrete bisogno. Ovviamente con le necessarie precauzioni e i dispositivi di sicurezza del caso: tutte le ostetriche e le ginecologhe, infatti, durante il parto indossano le mascherine e anche il papà (è importante che ve le portiate da casa e per la mamma ne consiglio almeno due). Anche io ho dovuto indossarla. Certo non è stato il massimo per la respirazione, infatti dopo un po’ l’ho tolta, ma ripeto il mio parto non è stato uno dei più semplici.”

“Il rientro è stato emozionante, come credo lo sia per tutti i neo genitori che ritornano a casa per la prima volta con il loro bambino – racconta Martina -. Ovviamente, per le misure restrittive da Covid-19, i parenti e gli amici non possono farci visita, dando il loro benvenuto al bambino. Ad esempio, i miei suoceri non hanno ancora conosciuto Lucio e nemmeno i miei genitori pur vivendo nella stessa città. Ma va bene così. In questi casi la tecnologia, con Skype, video, foto e le tante applicazioni che ci sono, aiuta ad accorciare le distanze e a sentirsi più vicini. Avremo tanto tempo a disposizione per festeggiare Lucio, una volta passata la tempesta che stiamo vivendo.”

“Mi auguro il prima possibile, anche per le mamme che partoriranno nei prossimi mesi e per tutte le persone che si trovano da sole in ospedale. Il mio pensiero è rivolto a tutte loro. Voglio continuare ad essere positiva e a pensare che da tutto questo usciremo vittoriosi; non so, come dicevo prima, la nascita di Lucio mi ha trasmesso un amore immenso e profondi sentimenti di speranza. Si tratta di un amore che faccio fatica a descrivere. Più grande, per la vita, per la natura e per l’universo. Chissà se questa emergenza sanitaria, una volta finita, non lasci a ciascuno di noi qualcosa di buono: magari quel senso di umanità ed di altruismo che abbiamo un po’ tutti perduto, strada facendo”.

Commenti

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  1. Scritto da miki

    Prima di tutto, tantissimi auguri!!!
    Grazie per aver condiviso la tua esperienza, piena di coraggio e speranza.

  2. Scritto da olivia

    Sono mamma due volte (di femmine), sono nonna due volte… capisco l’emozione, ma anche che manca il piacere di vedere subito la piccola creatura (uno dei miei nipoti, prematuro, l’ho visto solo sul monitor per venti giorni). Il tempo ti darà modo di recuperare! Congratulazioni e complimenti per la tua forza!e…BENVENUTO LUCIO!!! AUGURI, AUGURONI!!!