Renata, infermiera a Ravenna, in quarantena per Covid-19: ho contagiato anche le mie figlie e mio marito, ma il peggio è passato

“Ho avuto paura ma ora che sono tornata a casa, voglio mandare un messaggio di incoraggiamento a tutti coloro che affrontano la malattia”. Renata Gorniak è un’infermiera del Santa Maria delle Croci di Ravenna. Da 12 anni lavora nel reparto di oncologia. È stata ricoverata per 12 giorni al Covid Hospital di Lugo, dopo aver contagiato anche il marito e le due figlie. Ora che il peggio è passato ed è tornata casa, a Fusignano, la cosa che le manca di più è il poter abbracciare le sue figlie: “viviamo in casa ma ancora separate. Spero che domani dimettano anche mio marito”.

La vita di Renata è cambiata il 25 marzo quando ha iniziato ad accusare i primi sintomi: febbre alta e malessere. Dopo 4 giorni le è stato fatto il tampone e il giorno successivo ha ricevuto la conferma: positiva al Coronavirus. “Il lunedì sera è iniziato un netto peggioramento – racconta Renata – la febbre non scendeva e facevo fatica a respirare, quindi abbiamo chiamato il 118 e sono stata ricoverata al Covid Hospital di Lugo. Ho avuto davvero paura, non solo per me anche per mio marito, per le mie figlie e per mio suocero”.

Nel reparto Covid è rimasta 12 giorni, sottoposta a terapie mirate e ossigenoterapia: “ho potuto sperimentare cosa significhi vivere la malattia, dal punto di vista del paziente e non solo come infermiera. È stata un’esperienza forte che mi ha permesso di comprendere quanto siano importanti anche i piccoli gesti, semplici accortezze che per un paziente fanno la differenza quando si affronta una situazione come questa”.

renata G - covid19

Nel frattempo la situazione a casa si è rivelata difficile: tutta la famiglia è risultata positiva al coronavirus. Il marito di Renata ha iniziato ad accusare sintomi evidenti, fino a quando non è stato necessario il ricovero all’ospedale di Lugo. Le due figlie di 22 e 16 anni, fortunatamente asintomatiche, sono rimaste a casa da sole, sorvegliate a distanza dai vicini di casa che si sono preoccupati della spesa e di non fargli mancare nulla. Solo il nonno fortunatamente non è stato contagiato, perché vive in un appartamento separato.

“In ospedale pensavo a ciò che stava vivendo la mia famiglia, ero davvero molto preoccupata. Ero consapevole di essere stata io a portare il virus a casa e ad aver contagiato tutti – prosegue -. È chiaro che sapevo che, lavorando in ospedale, ero esposta al rischio di contagio, ma non credevo che potesse accadere tutto ciò. Nel reparto di Oncologia noi operatori usavamo mascherine chirurgiche e guanti, ma evidentemente qualcosa non ha funzionato”.

Ora Renata è a casa. È più tranquilla ma attende il secondo tampone per due figlie: “al momento sono asintomatiche ma ancora non hanno fatto il secondo tampone, quindi cerchiamo di mantenere le distanze di sicurezza anche in casa. Da quando sono tornata non le ho ancora abbracciate né baciate e questa è la cosa più difficile. Per precauzione non mangiamo neppure assieme, io mangio in una stanza separata. È davvero difficile ma sappiamo che è necessario. Ora aspettiamo che torni a casa anche mio marito che dovrebbe essere dimesso domani”.

“In questi momenti difficili, ho potuto rendermi conto in prima persona di quanto sia importante la solidarietà e la cura da parte di medici e infermieri che lavorano a stretto contatto con i malati, come nel caso del Covid Hospital di Lugo: fanno un lavoro eccezionale, dal punto di vista fisico ed emotivo”.

Renata racconta una situazione che le è rimasta nel cuore: “una notte ho chiesto un po’ d’acqua, avevo molta sete. La giovane infermiera che mi ha portato la bottiglietta d’acqua, con una voce flebile mi ha confessato che anche lei stava morendo di sete ma che non poteva bere perché indossando tuta protettiva, mascherina e copertura sul volto, le era impossibile bere fino al termine del turno”.

“Anche i miei vicini sono stati meravigliosi, si sono presi cura delle miei figlie che non potevano uscire di casa né fare la spesa né buttare il pattume. E loro si sono presi cura di loro – conclude Renata – . Anche il Sindaco di Fusignano è stato molto gentile. Mi ha chiamata diverse volte, per sapere come stavamo. Tutta questa solidarietà mi ha aiutata. Nel bisogno ho sentito la vicinanza di tante persone”.

Commenti

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  1. Scritto da Petar

    Forza Renata!!! Bravissima persona; ottima infermiera; mai una parola fuori luogo. Tantissimi auguri!!!