Addio a Sergio Zavoli, è morto a Roma il celebre giornalista nato a Ravenna

Il cordoglio del Presidente Bonaccini, del sindaco di Ravenna de Pascale, del sindaco di Cervia Medri, del sindaco di Russi Palli, del Senatore Aldo Preda e del presidente di TCR Mingozzi

Si è spento oggi, mercoledì 5 agosto, all’età di 96 anni a Roma Sergio Zavoli, giornalista, ex parlamentare e presidente Rai. Nato a Ravenna il 21 settembre 1923, è stato un giornalista e uomo politico italiano.

Debuttò nel giornalismo a  soli vent’anni e fece carriera fino ad arrivare a lavorare per Radio RAi nel 1947. Nel 1962 creò la trasmissione televisiva Processo alla tappa, un programma sportivo incentrato sul Giro d’Italia. Zavoli è stato conduttore e autore di altri programmi di successo come Nascita di una dittatura (1972).

Vicino al Partito Socialista Italiano, dal 1980 al 1986 fu presidente della RAI e nel 1981 pubblicò il suo primo libro, Socialista di Dio, che vinse il Premio Bancarella. Una volta dimessosi dall’incarico di presidente continuò sia la sua carriera televisiva (presentando programmi come Viaggio intorno all’uomo, La notte della Repubblica, Viaggio nel Sud) sia quella letteraria e nella veste di autore vinse il Premio Basilicata con Romanza (1987). Dopo il reportage Nostra padrona televisione (1994) entrò in politica con i Democratici di Sinistra. Nel 1998, vinse il Premio Cimitile con l’opera Ma quale giustizia? (Edizioni ERI-RAI Piemme). Dal 2001, dopo Viaggio nella scuola, si assentò dal piccolo schermo. Le sue ultime fatiche letterarie furono Dossier cancro (1999), Diario di un cronista (2002), e Il ragazzo che io fui (2011) dove racconta la storia della sua vita e un capitolo fondamentale del nostro Paese.

Per lo “straordinario contributo apportato alla causa del giornalismo italiano”, il 26 marzo 2007 la facoltà di Lettere e filosofia dell’Università di Roma Tor Vergata gli conferì honoris causa la laurea specialistica in Editoria, comunicazione multimediale e giornalismo, onorificenza che, come osservò Edmondo Berselli, “assomiglia a una tautologia” in quanto Zavoli è senz’altro il più noto giornalista televisivo italiano.

Venne eletto al Senato nelle liste dei Democratici di Sinistra nel 2001, nelle liste dell’Ulivo nel 2006 e nel Partito Democratico nel 2008 e nel 2013. Premio alla carriera 2008 Circolo Culturale Gian Vincenzo Omodei Zorini – Arona. Dal 4 febbraio 2009 fu presidente della Commissione di Vigilanza Rai. Nella XVII legislatura fu il senatore eletto (esclusi quindi i senatori a vita) più anziano in carica. Dal 2007 fu presidente della Scuola di Giornalismo dell’Università di Salerno.

Il cordoglio del presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini

“Ci lascia un grande giornalista, un maestro della televisione, uno straordinario narratore e osservatore del proprio tempo, che fu anche uomo delle Istituzioni. Una figura di straordinario spessore, umanità, intelligenza e cultura, che ha messo la propria vita a disposizione del servizio pubblico”.
Così il presidente della Giunta regionale dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, ricorda Sergio Zavoli, giornalista, scrittore e politico, che si è spento all’età di 96 anni.
“Zavoli era nato a Ravenna, cresciuto a Rimini, di cui era cittadino onorario, aveva radici forti e un solido legame con questa terra, di cui resterà una delle espressioni più alte. Alla nostra Regione, lo voglio ricordare, ha fatto un dono grandissimo. Dal 2004 al 2017 ha presieduto la Fondazione emiliano-romagnola per le vittime dei reati: strumento di sostegno vero, sia morale che economico, per chi ha subito e sofferto reati particolarmente efferati. E anche in questo ruolo ha messo tutto sé stesso, e il suo forte senso della giustizia e della verità. Ai familiari- aggiunge il presidente- va l’affettuoso pensiero e il commosso abbraccio dell’intera comunità regionale”.

Il cordoglio del sindaco di Ravenna Michele de Pascale

È con grande commozione che apprendo della morte di Sergio Zavoli, illustre concittadino e importante figura del giornalismo, della cultura e della politica del nostro Paese. Zavoli è stata una personalità di spicco, che ha segnato la storia dell’informazione, raccontando l’Italia con attenzione e lucidità grazie ad uno stile pacato, mai sopra le righe, da fine intellettuale quale era. Pur vivendo da anni a Roma, dove ha sviluppato gran parte della sua intensa e prolifica attività, era molto legato alla Romagna e a Ravenna dove per molti anni ha presieduto la giuria del Premio Guidarello e dove è stato presidente del comitato di promozione per Capitale della Cultura 2019. Le mie più sincere condoglianze alla sua famiglia e ai suoi cari, ma anche al mondo culturale e politico che perde uno dei suoi migliori interpreti.

Dichiarazione del Sindaco di Cervia Massimo Medri

La scomparsa di Sergio Zavoli lascia un vuoto incolmabile nella cultura italiana. Giornalista, scrittore e politico di eccellenza, che appartiene alla storia più luminosa del nostro Paese e ne ha saputo raccontare la Storia con inchieste da grande maestro dell’informazione. Ma anche un uomo di alte doti intellettuali e profonde qualità umane, che ha vissuto nella sobrietà e nella rettitudine. Immensa la sua produzione bibliografica soprattutto di saggi storici, che più volte ha presentato anche a Cervia, onorandoci della sua presenza.
Tutta l’Italia deve essergli grata.

Dichiarazione del Sindaco di Russi Valentina Palli

Ci lascia oggi, all’età di 96 anni, Sergio Zavoli. Cittadino onorario di Russi dal 27 maggio 2007, di Zavoli avremmo molto da scrivere, a partire dal rapporto di intimo affetto, immensa stima e sincera gratitudine che legava la nostra Città a Lui. Ci piace ricordalo con alcune delle parole che pronunció in seno al Consiglio Comunale di Russi, all’atto del conferimento della cittadinanza onoraria.

“Stiamo attraversando una specie di sindrome autodistruttiva, è diventato improvvisamente una specie di gioco, un gioco drammatico, serio, un gioco che ha delle fondamenta anche non tutte confessabili. Il gioco di cui parlo è quello del racconto di ciò che accade, come se non potesse più accadere ciò che accade. Come se non vi fosse più nulla da fare, da difendere, da esigere, come se la storia avesse preso per mano il nostro destino E decidesse di portarlo là dove vuole, lontano da noi e persino, in qualche caso, contro di noi. Ecco io credo che a questo ci dobbiamo ribellare, tutti insieme. Non c’è mai bisogno di politica come quando la politica in qualche modo ci autorizza a voltarle le spalle (…). È caduta sul nostro Paese una specie di disaffezione, di disincanto, di sentimento di resa, come se una sorta di fatalità per l’appunto guidasse il nostro agire. Noi dobbiamo riprendere in mano le nostre questioni e presentarle al Paese decidendo, essendo solleciti, chiari, chiedendo risposte e la popolazione farebbe bene a non rifugiarsi nella scontentezza, nella disaffezione, nel migliore dei casi nella nostalgia. Sarebbe bene continuare a fare domande, perché badate bene molto spesso le risposte non vengono perché non erano state fatte le domande, io questo l’ho imparato nel mio mestiere…”.

Grazie di tutto, Sergio.
La nostra Città si unisce al cordoglio della Tua famiglia e a quello di tutti coloro che Ti hanno voluto bene.

Il ricordo del senatore Aldo Preda

Sergio Zavoli era nato a Ravenna, e  di questo era orgoglioso, ricordava che la sua casa era a pochi metri da quella di Zaccagnini, al quale era legato da una antica amicizia. Era sempre disponibile a tutte le iniziative del nostro Centro Studi Donati o a quelle dell’Opera S. Teresa di Ravenna.
Si sentiva parte della “famiglia”  di Mons. Tonini, che aveva accompagnato con Biagi ed altri giornalisti all’ udienza  da Papa Wojtyla al momento della nomina a Cardinale. Mi regalò il dvd con  l ‘intervista nella “Notte della Repubblica” a Zaccagnini  sull’ assassinio di Aldo Moro. Ricordando quel colloquio si commoveva, si pentiva quasi di quella domanda un po’ provocatoria rivolta a Zac: “Se incontrasse la signora Moro cosa Le direbbe?” . Riportava la risposta di Zac:”Signora, se ho sbagliato, Le chiedo perdono.” Una pagina umanamente toccante di un grande giornalista, una risposta che da ancora valore alla politica.

Il ricordo di Giannantonio Mingozzi, Presidente Terminal Container Ravenna

Giannantonio Mingozzi lo ricorda con commozione: “l’ho conosciuto, in qualità di pubblico amministratore, grazie alla comune amicizia con Domenico Berardi ed alle sue frequenti presenze sia a Russi che a Ravenna, dove lascia un segno di qualità e di impegno indelebile, a partire dal Premio Guidarello, dal sostegno a Ravenna candidata in Europa a capitale della cultura ed alle tante iniziative che lo hanno visto protagonista e come ravennate eccellente sempre disponibile”. Ci ha insegnato, sottolinea Mingozzi, il grande valore dell’informazione per un contesto civile democratico e rispettoso delle idee altrui, ma inflessibile nel considerare il dovere etico indispensabile per chi assume impegni pubblici. In Parlamento era una delle voci più ascoltate e rispettate, dobbiamo ringraziarlo per avere onorato Ravenna, Russi e tutta la popolazione romagnola alla quale ha dedicato molta parte del suo lavoro, giornalistico, editoriale, televisivo e radiofonico.