Mascherina obbligatoria dalle 18 alle 6: quando e come usarla senza incorrere in sanzioni. Lo spiega il comandante della Polizia locale di Ravenna, Andrea Giacomini

Dopo un’estate in cui il messaggio del Governo è stato percepito come più spostato sul ritorno alla vita e alle attività abbandonate nel periodo del lockdown – sebbene sottostando ad alcune imprescindibili restrizioni -, in queste ultime settimane, complice l’aumento dei contagi, si sta virando nuovamente l’attenzione verso il rispetto delle norme sul distanziamento.

Ha fatto discutere, e non poco, la disposizione sull’obbligo della mascherina nell’orario dalle 18 alle 6 della mattina successiva. In molti l’hanno considerata inutile, addirittura ridicola: si è detto che il virus non guarda in faccia agli orari e si diffonde a qualunque ora del giorno e della notte, indiscriminatamente. Altri l’hanno avvertita come una limitazione senza senso della propria libertà: se sono all’aperto e non c’è nessuno, perché indossare la mascherina? Dov’è il rischio di contagio?

Cercando di fare chiarezza sulle nuove disposizioni abbiamo interpellato il comandante della Polizia locale di Ravenna, Andrea Giacomini.

Che senso ha questa norma, perché è stata emanata?

Si tratta di regole di autocontrollo, per stimolare la riflessione personale dei cittadini sulle “aree grigie” di comportamento, in cui permane il dubbio sull’uso dei dpi. Ci sono momenti in cui vige la certezza sull’utilizzo o meno della mascherina, altri in cui questa è meno lampante. Soprattutto con il passare del tempo e la maggiore confidenza che acquisiamo nelle varie situazioni di vita quotidiana, è possibile e anche normale che l’attenzione cali e si tenda a comportamenti più lassisti. Questa norma va nel senso di richiamare l’attenzione dei cittadini sul rispetto di quanto già contenuto da tempo nei protocolli sanitari. È stato preso in considerazione questo arco temporale, dalle 18 alle 6 del mattino successivo, perché è quello in cui, complice il rilassamento di fine giornata e il dedicarsi a situazioni ricreative, può venire meno il rigore. Non è però una rivoluzione comportamentale. I comportamenti che si adottavano ieri sono gli stessi che vanno adottati oggi e che andranno adottati in futuro, fino a che non interverranno dei mutamenti nella situazione epidemiologica.

Quindi è una puntualizzazione, non cambia molto nella pratica. In spiaggia si può continuare a prendere il sole senza mascherina anche dopo le 18?

Certo! Se ci si trova sotto il proprio ombrellone, dove possono stare solo i componenti di uno stesso nucleo familiare o sul proprio lettino, debitamente distanziati dalle altre persone, non occorre indossare la mascherina, nemmeno dopo le 18. Se ci si trova ai tavolini del bar o del ristorante, in spiaggia come in città, ci sono già regole chiare, stabilite dai protocolli sanitari, sul distanziamento fisico. Le sedie devono essere distanziate tra persone non conviventi, ogni volta che ci si alza da tavola (o si lascia il proprio lettino o ombrellone, nel caso della spiaggia), si ha invece l’obbligo di indossare la mascherina, anche prima dell’introduzione di questa norma. Ora viene ribadito il lasso temporale dalle 18 alle 6 perché le condizioni di potenziale assembramento in quegli orari sono maggiori. Facciamo un esempio: se faccio una passeggiata in battigia alle 23, orario nel quale vige l’obbligo della mascherina, ma in spiaggia con ogni probabilità non incontrerò nessuno, non sono obbligato ad indossarla. Se la faccio alle 20, quando la spiaggia è ancora frequentata e c’è la concreta possibilità che si crei una potenziale situazione di assembramento, allora sì che ho l’obbligo. L’ordinanza del Ministero della Salute indica l’orario, ma poi specifica che la mascherina va indossata sempre in quell’orario quando c’è anche una lontanissima possibilità che si possano formare assembramenti.

Quindi se sono all’aperto, al mare come in città, nella fascia oraria in cui vige l’obbligo di indossare la mascherina, ma non c’è nessuno attorno a me, non posso essere sanzionato se non la porto?

No, non succederà. La norma serve solo a precisare che, negli orari indicati, dunque quelli più a rischio di potenziali assembramenti, i cittadini sono tenuti ad indossare tempestivamente la mascherina non appena si crei un contesto in cui le persone, per i più svariati motivi, si trovino a concentrarsi in uno stesso spazio.

Dal punto di vista dei controlli le forze dell’ordine hanno ricevuto indicazioni per inasprirli?

Non cambia molto dal punto di vista dei controlli. I luoghi sensibili restano gli stessi. Si facilita il ruolo dell’operatore di polizia perché con questa disposizione il destinatario dell’invito ad indossare la mascherina non ha margini per avanzare giustificazioni. Non abbiamo intenzione di intensificare i controlli in quegli orari, anche perché siamo già molto attivi in quella fascia. Di fronte a un cittadino che non indossi la mascherina però, non scatterà una immediata sanzione: prima ci sarà il richiamo ad adeguarsi al corretto comportamento e l’invito a mettersela. Solitamente è sufficiente.

Quali restano le criticità sui controlli?

I locali pubblici, i ristoranti, i bar, le stazioni di trasporto pubblico. Ma soprattutto i luoghi dove si consumano cibi e bevande. È un po’ quello che accadeva con le discoteche, che ora sono state chiuse per quanto riguarda il ballo: sono i contesti in cui libertà personale e tutela della salute confliggono maggiormente, ed è difficile individuare quale interesse far prevalere, perché sono entrambi importanti.

Durante il lockdown, la valutazione del comportamento di noi ravennati da parte delle forze dell’ordine era sempre stata piuttosto positiva. Rispettavamo sostanzialmente le regole. Oggi la percezione è confermata o meno?

Mi sento sostanzialmente di confermare quel dato. Anche perché ho il confronto con colleghi di altre province d’Italia e il quadro ravennate è decisamente confortante.

Commenti

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  1. Scritto da ST

    OK, Giacomini è una persona seria, ed ha chiarito (interpretando di suo, però… se trovi un tutore della legge ‘girato male’ o al quale stai antipatico, si potrebbe dover discutere) una norma non di per sè sciocca, ma scritta male (come quasi sempre, purtroppo)…

  2. Scritto da Elisa

    E i bambini??? Quelli sono peggio dei giovani. Nei bagni al mare giocano tutti insieme nei giochi dei bagni altro che assembramenti! Ovviamente tutti appiccicati vanno da un ombrellone all’altro come se il Covid non ci fosse!

  3. Scritto da cromwell

    Svezia, governo di sinistra, niente lockdown e quasi niente mascherine, morti per milione di abitanti attorno a 580. Come in Italia, ma calo del PIL molto meno devastante. Sono stupidi loro o siamo stupidi noi?

  4. Scritto da Direttore

    Il caso svedese è assolutamente controverso. Sui media recentemente c’era un report che parlava del sostanziale fallimento dell’esperimento svedese. Se stiamo ai dati: in Svezia abbiamo attualmente oltre 85.000 contagiati su 10 milioni di abitanti. In Italia 255.000 su 60 milioni. Dunque in Svezia ci sono più contagiati che in Italia in proporzione. Se guardiamo i morti in Svezia abbiamo 5.800 morti, in Italia 35.000: circa la stessa proporzione (resta da stabilire se in tutti i paesi si adottano gli stessi criteri per stabilire i decessi causati dal Covid). Infine, la crisi economica ha colpito anche la Svezia come tutta Europa, in maniera più contenuta di qualche punto, è vero, ma non meno grave. LA REDAZIONE

  5. Scritto da Aldo

    Una delle tante leggi poco chiare

  6. Scritto da jack

    spero solo che i vigili trovino il tempo di andare a fare una passeggiata serale in via Fiandrini ( ex ingresso di San Vitale) dove è ormai usanza dei giovanissimi trovarsi a centinaia per cazzeggiare in maniera molesta ovviamente senza mascherine, l’ultima volta che ho telefonato per segnalare il fatto mi hanno detto che tutte le forze dell’ordine erano impegnate per la notte rosa….

  7. Scritto da Marco O.

    Perché se il caso “è controverso” la Redazione si sente in dovere di intervenire a sostegno di una delle due opinioni dibattute? La Svezia è un Paese che ha lasciato sempre aperti scuole negozi aziende cinema (oltre a parchi giardini spiagge montagne e altri luoghi naturali, che sono stati chiusi solo in Italia). Secondo la teoria talebana del mascheramento distanziato avrebbero dovuto raccogliere i morti dai fossi, cosa che non è accaduta (e che invece è accaduta dove ci si è sempre mascherati). La curva di ricoveri e morti ha seguito lo stesso ciclo e l’emergenza sanitaria si è ora estinta da loro come da noi. Il PIL si è contratto anche da loro per ovvi motivi di crisi globalizzata, ma i miliardi di cig e ammortizzatori sociali che pagheremo noi per secoli loro non li hanno spesi.

  8. Scritto da Direttore

    Gentile Marco O. non sappiamo se le si fa uno sgarbo o meno nell’annoverarla fra i negazionisti del virus e della pandemia, ce lo dica lei? Per chiarezza, noi fin dal primo giorno ci siamo schierati dalla parte della prevenzione del rischio, della salute pubblica, della cautela e della responsabilità. E non siamo affatto pentiti. Non ci è mai passato per la testa di negare l’evidenza della pandemia, né prima né ora. Non ci è mai passato per la testa di negare l’evidenza del dramma dei 35 mila morti italiani (e quanti nel mondo?), né prima né ora. Non ci passa per la testa di sottovalutare le conseguenze del contagio, soprattutto per le persone più fragili, per questo abbiamo sempre sperato e speriamo che tutti – proprio tutti – assumano atteggiamenti responsabili, finché non ci sarà un vaccino che ci dia una mano risolutiva. Né chiudiamo gli occhi di fronte ai comportamenti vergognosi e irresponsabili di negazionisti come Trump o Bolsonaro, che stanno causando dolori inenarrabili ai loro paesi. Non ci sfugge nemmeno il veloce cambiamento di marcia del Governo inglese che prima voleva lasciare correre la malattia per l’immunità di gregge e poi ha dovuto fare marcia indietro a spron battuto. Infine c’è la Svezia, sulla quale ci sono pareri diversi e discordanti. Resta un punto fondamentale: è giusto che un governo metta al primo posto la salute dei suoi cittadini e che faccia scelte dolorose – anche di carattere economico – per tutelare quel bene? Noi pensiamo di sì. E in quasi tutti i paesi – in particolare europei – si è ragionato così. Qualcuno ha saputo indicare con certezza una strada diversa e migliore per superare la crisi della pandemia? Alla luce dei fatti, a noi pare di no. Nemmeno la Svezia, caso di cui si discute da mesi con pareri assai diversi, fino al punto che sono stati lanciati appelli dagli stessi medici svedesi affinché gli altri paesi non seguissero il loro modello. Infine, caro Marco O. siamo in totale disaccordo con lei quando dice che l’emergenza è superata. Non è affatto vero. È superata la prima fase più acuta. Ma l’emergenza c’è ancora – lo dicono i fatti e i dati di questi giorni – e ci sarà finché non si sarà trovato il modo di mettere in sicurezza tutti e in particolare le persone più fragili da questo virus. LA REDAZIONE

  9. Scritto da Marco O.

    La posizione della vostra testata mi è tristemente nota dai tempi delle delazioni verso chi andava a passeggiare in pineta in spiaggia o in palizzata ed è inutile sottolineare le divergenze. Mi chiedo solo quando riterrete superata l’emergenza medica, qual è il numero-target che vi farà dire che il problema non è più meritevole di paralizzare il Paese. Puntare ad un irrealizzabile livello zero anche di contagi asintomatici (valore mai registrato prima d’ora nella storia degli uomini) sia un modo per stabilizzare l’emergenza a tempo indeterminato. Credo legittima, di fronte a questa ipotesi, almeno l’espressione democratica del dissenso, senza dover essere inquadrato come irresponsabile stragista

  10. Scritto da Direttore

    Una sola precisazione: la pensiamo in modo radicalmente diverso, ma noi non abbiamo mai fatto né sollecitato “delazioni” come le chiama lei con un linguaggio bizzarro, da guerra civile. La invitiamo ad usare un linguaggio più tranquillo e rilassato. Ma sia chiaro, è solo un suggerimento. LA REDAZIONE

  11. Scritto da Tommaso Saccone

    Mi sapreste dire se anche gli agenti di polizia municipale sono obbligati ad indossare i DPI durante il loro lavoro dalle 18 alle 6?