Massimo Cameliani torna al suo lavoro e a fine mandato lascia la politica attiva. Sui filodiffusori dice: andavano smontati

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Dopo 10 anni in Giunta con Matteucci prima e de Pascale poi, mister “Mille Preferenze, l’Assessore comunale Massimo Cameliani – il più votato alle ultime elezioni e il più votato di sempre a sinistra per il Consiglio comunale – ha deciso di lasciare la politica attiva per tornare a fare il suo lavoro di funzionario in Cna. Ora Cameliani è in ferie in Molise ed è lì che lo raggiungiamo al telefono.

Allora Cameliani, lei non triplica ma lascia. È proprio così?

“Sì. Dopo due mandati ho ritenuto giusto, nell’ipotesi in cui de Pascale vincesse le elezioni, nel 2021, di non rendermi più disponibile per un ruolo di Assessore. Naturalmente è il Sindaco che nomina gli Assessori, ma nel caso mi fosse stato chiesto avrei risposto di no. E l’ho detto al Sindaco e al partito. Perché in 10 anni il mio contributo l’ho dato, è stata una bella esperienza, ma è giusto anche fare altre cose nella vita. Questo non vuol dire che abbandono la politica, ma che farò politica in maniera diversa.”

Tornerà quindi in Cna fin dai primi di settembre.

“Certo. Avevo già il mio lavoro come dipendente Cna e adesso si è riaperta questa possibilità di tornare a lavorare in Cna, quindi l’ho voluta cogliere subito, rientrando anticipatamente. Però continuerò a fare anche l’Assessore fino alla fine del mio mandato.”

Ma se il Pd le chiederà di essere in lista nel 2021, lei ci sarà… magari per prendere altre mille preferenze?

“Esatto. Bisogna dare un segnale e non restare sempre attaccati agli stessi ruoli. Per questo torno a fare il mio lavoro. Però come dicevo si può fare politica in tanti modi, anche come semplice consigliere comunale. Se sarò nella lista del Pd cercherò di dare il mio contributo. Non so se sarò in grado di fare come l’altra volta, ma magari, per dare una mano al Sindaco e al mio partito. Se posso raccogliere consensi da mondi diversi e da persone che mi hanno conosciuto per il mio lavoro da Assessore, lo faccio volentieri. Alla comunità politica a cui appartengo ho dato tanto e da lei ho avuto anche tanto. E quindi resto legato a tutto questo, non abbandono la politica.”

L’esperienza di questi 10 anni come amministratore non l’ha delusa né stancata, mi par di capire?

“No, no, no. Anzi. Non ci sono delusioni, dissapori. C’è stato un percorso che ho condiviso con il mio partito, con i Sindaci, un percorso fatto in armonia. Non chiudo nemmeno per stanchezza. Piuttosto ritengo che dare il massimo per 10 anni sia sufficiente e che adesso sia giusto fare altro sul piano professionale. Avevo il mio lavoro, ho una laurea in legge, una professionalità, una specializzazione in diritto del lavoro e diritto previdenziale: torno a fare questo. È una cosa che mi piace.”

Cambiamo argomento. Le volevo chiedere che cosa sa lei di questa vicenda dei 160 filodiffusori di Bucci. Sa che è in piedi una polemica. Quei filodiffusori sono abusivi o no? Che cosa deve fare il Comune?

“La situazione era conosciuta. C’era l’impegno da parte dell’imprenditore di smontare queste strutture, che sono private, perché Bucci le ha acquisite da Valerio Maioli Impianti. Prima l’impianto era funzionante, poi è passato di mano e dal momento che lo stesso impianto non va più non si capisce perché debba rimanere lì, sulla pubblica via. O viene rimesso in funzione e dà un servizio alla comunità, oppure va smontato se non serve più. Tutto questo era già stato segnalato a lui, Bucci, anche da parte mia qualche anno fa. Certo se andiamo a vedere le questioni legali ci sono tanti aspetti legati alla proprietà privata, ai diritti, al chi e come deve intervenire, ma si può fare tutto con il buon senso. L’Amministrazione comunale cosa poteva fare se non segnalare questa anomalia e chiedere al privato di sanare la situazione. Ma non è stato fatto. Se poi col tempo questa installazione di filodiffusori oltre ad essere inutile diventa anche pericolosa, allora subentra un elemento in più. Quindi è importante e urgente intervenire.”

Bucci afferma che c’erano progetti in piedi per far funzionare la filodiffusione e che ne aveva parlato prima con Corsini e poi con lei, Cameliani.

“No, no, io stesso gli dissi di smontare tutto, perché questi progetti richiedevano una ristrutturazione dell’impianto che era molto costosa e l’Amministrazione comunale non era interessata ad assumersi quel costo per un impianto già obsoleto e di un privato. Noi facemmo valutare la portata dell’intervento di ristrutturazione: era molto costoso. Per noi non era interessante né conveniente. Perciò logica voleva che l’impianto non funzionante venisse smontato dal privato, se lui non trovava la maniera per farlo funzionare. Se non è stato fatto prima, va fatto ora.”

 

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Commenti

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  1. Scritto da Alvaro Ancisi

    “Maurizio Bucci: ora rimuovo i filodiffusori ma non c’era bisogno dei 4 dell’Ave Maria, bastava una telefonata” (https://www.ravennanotizie.it/cronaca/2020/08/25/maurizio-bucci-ora-rimuovo-i-filodiffusori-ma-non-cera-bisogno-dei-4-dellave-maria-bastava-una-telefonata/). Altro che telefonata, altro che dimenticanza (per 8 anni), altro che progetti luminosi (da caricare al Comune), altro che “una roba tutta da ridere”, altro che “esposto allucinante” dei 4 dell’Ave Maria, “quattro menti che non ci dormono la notte, noi le facciamo dormire tranquille”: le quali ora andranno fino in fondo affinché tutta la verità (ce n’è, ce n’è) venga a galla e il centro storico di Ravenna, non di canicattì, sia ripulito e rimesso in sicurezza e decoro non solo dalle 160 casse acustiche ma anche dei chilometri di linee di collegamento ormai marce altrettanto mal sospese in aria e chi ha conti da saldare col diritto, non solo amministrativo, sia chiamato a saldarli. Far la mossa non basterà. Il Comune non potrà più compiacere.

  2. Scritto da mauro

    Bisogna segnalare questa cosa a quelli della Pigna. Loro sono capaci a risolvere i problemi

  3. Scritto da Spencer Hill

    Mauro battutista. Per chi non lo sapesse Bucci è la Pigna.