Angelini (ASL Romagna): sistema di tracciamento regge, bene i vaccini. De Pascale (Sindaco Ravenna): a Natale serve cautela

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Covid-19: facciamo il punto con il mondo della sanità. Oggi 25 novembre alle 13, il Sindaco di Ravenna Michele de Pascale ha tenuto in diretta Facebook il secondo appuntamento settimanale per trattare i temi caldi della pandemia e della sanità. Secondo ospite annunciato il Direttore dell’Igiene Pubblica di ASL Romagna Raffaella Angelini. Tanti e interessanti anche in questa occasione i temi toccati dal Sindaco e in particolare dalla dottoressa Angelini. Li riassumiamo per grandi capitoli.

L’ATTIVITÀ DELL’IGIENE PUBBLICA NEI CASI COVID-19 POSITIVI

“Quando viene notificato un caso di positività al Covid – ha detto Raffaella Angelini – nel tempo più rapido possibile intervistiamo la persona positiva, per tracciare il suo passato e capire possibilmente dove questa persona si è contagiata. E poi la cosa ancora più importante è tracciare tutti i contatti della persona, partendo dai due giorni precedenti la positività. Per ogni caso tracciamo la rete dei contatti stretti, quelli che sono a rischio contagio. Per contatto stretto intendiamo uno che ha dato la mano alla persona positiva o che si sia fermato a parlare senza mascherina a tu per tu per 10 minuti con questa persona. Fatta questa questa lista, tutte le persone interessate vengono messe in quarantena e ricevono un provvedimento dell’ASL che dice che appunto devono stare per 14 giorni in isolamento. Questa quarantena può interrompersi prima, se al decimo giorno la persona avrà fatto un tampone e questo risulterà negativo. Se nel frattempo però la persona avrà manifestato i sintomi della malattia, dalla febbre alla tosse al raffreddore, allora si provvederà ad anticipare il tampone il più presto possibile.”

“Dopodiché noi programmiamo l’esecuzione di questi tamponi – ha continuato Angelini – e per esempio in una stessa famiglia vediamo di individuare il prima possibile chi è positivo e chi no, per prendere i provvedimenti necessari, come un ulteriore isolamento, onde evitare il diffondersi del contagio. È un lavoro certosino, che costa molto tempo e molte risorse. Un lavoro che diventa frenetico come nelle ultime settimane, quando il numero dei positivi è ogni giorno molto alto. Abbiamo avuto giornate con 230-250 casi, quindi capite bene che il lavoro di tracciamento finisce per riguardare centinaia e migliaia di persone (in media 10 persone tracciate ogni caso positivo, ndr). Il personale dell’Igiene Pubblica a Ravenna che svolgeva questo servizio prima dell’emergenza ammontava a 18 persone, ora siamo in 48 e stiamo aspettando altro personale che arriverà ai primi di dicembre. Stiamo lavorando a un ritmo molto serrato e purtroppo non sempre con l’accuratezza che vorremmo assicurare a tutti i casi. Non abbiamo abbastanza tempo. Per esempio, ci sono anche casi in cui la quarantena finisce il 14° giorno, ma noi arriviamo a togliere una persona dalla quarantena solo il 16° o il 17° giorno perché c’è una grande mole di lavoro da fare sul tracciamento.”

Punto Covid

IL TRACCIAMENTO

“Noi cerchiamo di mantenere uno stretto rapporto con i medici di medicina generale con incontri settimanali – ha detto Angelini – e con i coordinatori dei nuclei delle cure primarie. Adesso grazie a un bando della Protezione civile sono entrati in servizio alcuni medici di medicina generale con un numero di telefono dedicato, che consente in molti casi in maniera più celere di mettere in rapporto la medicina territoriale con l’Igiene Pubblica e anche di potere dare risposte ai cittadini. Per i cittadini certamente è difficile trovare la linea libera, perché le giornate qui vanno dalle 7.30 del mattino alle 20 della sera, sabato e domenica compresi, e il personale passa l’intera giornata al telefono per raccogliere e dare informazioni. Nell’ultima settimana abbiamo fatto qualche passo in avanti. Non siamo ancora in grado di dire che nel 100% dei casi rispondiamo entro i tempi giusti, ma ci stiamo avvicinando. In particolare, implementando il sistema informatico abbiamo velocizzato tutte le procedure sia di inizio che di fine quarantena. Perché dietro o a fianco del lavoro di contact tracing c’è anche tanta burocrazia, è necessaria, perché l’isolamento di una persona è una limitazione delle sue libertà e questa misura va tracciata, bisogna mandare una lettera all’interessato all’inizio e alla fine del periodo. Fino a 2 settimane fa, questo lavoro era fatto completamente a mano. Adesso abbiamo velocizzato e stiamo recuperando il ritardo accumulato. Contiamo la settimana prossima di recuperare tutto il pregresso e di metterci in pari.”

“Nonostante il gran numero di contagi riusciamo a mantenere il tracciamento – ha precisato la dottoressa Angelini – tant’è che quasi la metà dei casi giornalieri che scopriamo sono frutto di questo tracciamento, cioè non arrivano dalla medicina territoriale né dal Pronto Soccorso. Queste persone che scoviamo con il tracciamento in genere sono asintomatiche e, avendole trovate, noi cerchiamo di circoscrivere subito la loro possibilità di contagiare altre persone e di diffondere il virus.” In altre zone d’Italia il tracciamento è saltato, ha chiosato il Sindaco, da noi in Romagna no. Una differenza importante.

I TAMPONI

“In ASL Romagna, ma lo stesso problema si è registrato in altri territori – ha detto Angelini – abbiamo avuto un problema presso il laboratorio di Pieve Sestina che processa i tamponi, per via dell’approvvigionamento dei reagenti. Questo intoppo è coinciso con il momento di massima pressione della nuova ondata pandemica, provocando un rallentamento nel referto dei tamponi. Abbiamo messo in atto una serie di strategie per sopperire alla situazione di difficoltà. Abbiamo fatto ricorso ai tamponi antigenici rapidi, questo ci consente di aumentare il numero dei tamponi senza pesare sul laboratorio. Abbiamo deciso di chiedere ai privati di processare 2.500 tamponi al giorno per noi. Quindi adesso abbiamo ripreso un buon ritmo. La refertazione è quasi in pari. Ieri il tempo medio era di 48 ore e contiamo che cali ancora.”

“I tamponi antigenici rapidi sono molto utili se usati bene, soprattutto per le persone a basso rischio, per avere in tempi rapidi una risposta appunto. – ha spiegato la direttrice dell’Igiene Pubblica – Il tampone rapido ha un elevato grado di affidabilità. Ma va fatto nelle situazioni giuste. Per fare uno screening della popolazione sono assolutamente affidabili e attendibili. Non vanno fatti invece alle persone che presentano già i sintomi della malattia: in quel caso occorre un test molecolare (il tampone tradizionale). L’Ospedale, il Pronto Soccorso sono il luogo giusto dove fare i tamponi rapidi. Perché invece della risposta nelle 12-15 ore abbiamo la risposta nei 15 minuti. Questo consente di collocare il paziente nel reparto giusto dentro l’Ospedale, senza perdere troppo tempo in attesa del referto. Un altro luogo in cui i tamponi rapidi si possono usare sono le strutture per anziani, soprattutto per testare il personale che ha un ruolo molto delicato a contatto quotidianamente con persone molto fragili.”

IL DRIVE THROUGH AL PALA DE ANDRÈ

“Il medico di medicina generale può prescrivere con accesso diretto al Drive Through il tampone per tutti i sintomatici che lui ritiene di voler testare – ha detto la dottoressa Angelini – A Ravenna e in Romagna abbiamo con cautela dato la possibilità dell’accesso diretto, per evitare le situazioni che si sono viste a Roma, con persone che stavano in fila 8 ore. Da noi l’attesa più lunga è sotto le 2 ore ed è il tempo limite, la maggior parte delle persone aspetta di meno. Adesso oltre ai sintomatici abbiamo chiesto ai medici di mandare con accesso diretto anche i tamponi di fine quarantena e anche coloro che hanno ricevuto il messaggio dell’App Immuni. Tutti questi possono andare con accesso diretto al Pala De André, ma serve sempre la richiesta del medico. Al momento non c’è invece la possibilità dell’accesso libero, perché si creerebbe una situazione di caos e perché noi il tampone dobbiamo riservarlo a chi ne ha effettivamente bisogno, in quanto persona a rischio.”

LE SCUOLE

La premessa del Sindaco de Pascale è stata chiara: nelle scuole si attuano provvedimenti e soluzioni diverse di volta in volta in base a contesti diversi, ma seguendo in ogni caso un criterio logico e non la pura discrezionalità. “L’adozione della didattica a distanza per i ragazzi delle scuole superiori ha inciso sulla riduzione della curva dei contagi. – ha affermato Angelini – Perché sappiamo che la mobilità delle fasce di popolazione più giovane è molto alta e le fasce più colpite in senso numerico sono proprio quelle che vanno dai 14 ai 19 e dai 19 ai 24 anni. I giovani sono quelli che hanno il tasso più alto di mobilità ed è un dato importante per un virus che cammina sulle gambe delle persone.”

“Nei nidi e nelle materne noi interveniamo quando c’è un caso positivo di un bimbo o di un insegnante. In questo caso non c’è alternativa alla chiusura: lì i bambini non indossano la mascherina e il distanziamento è impossibile. Quindi le sezioni vengono messe in quarantena. Le scuole si organizzano per separare il più possibile le sezioni ed evitare contatti fra l’una e l’altra, in modo che di volta in volta si isola solo una sezione e non si chiude tutto. In una scuola elementare di fronte a un caso positivo chiediamo di attivare la didattica a distanza fino all’esecuzione del tampone. Se poi emergono altri casi non possiamo escludere che in classe sia avvenuto il contagio fra più bambini e quindi mettiamo in quarantena la classe. Se invece non ci sono altri casi di positività, dopo due giorni la classe torna a scuola. Naturalmente chiediamo poi di fare la massima attenzione. – ha concluso la Angelini – Noi cerchiamo di limitare le quarantene il più possibile, perché le quarantene sono un problema educativo per i ragazzi e hanno conseguenze per le famiglie.”

IL NATALE

“Dobbiamo metterci da soli in lockdown, cioè proteggerci e ridurre al minimo i contatti. Considerare le altre persone potenzialmente positive e quindi comportarci di conseguenza – ha detto la direttrice dell’Igiene Pubblica – Non dobbiamo proteggerci solo dallo sconosciuto che magari ci avvicina alla fermata dell’autobus, lì è facile, ma dobbiamo proteggerci dall’amico che ci viene a trovare. Fuori dalla cerchia ristretta delle persone che frequentiamo tutti i giorni a casa, dobbiamo avere precauzioni con tutti gli altri, anche se sono amici del cuore. Io devo proteggere me e allo stesso tempo proteggo lui.”

Su questo punto ha parlato il Sindaco Michele de Pascale: “Non sappiamo ancora con quale Dpcm dovremo affrontare le feste di Natale, non sappiamo se saremo gialli, arancioni o rossi. Ma dobbiamo comportarci in ogni caso con l’atteggiamento di cautela e di auto-protezione di cui parlava la dottoressa Angelini. Quell’atteggiamento prescinde dal colore. Quando vediamo i ristoranti o i bar chiusi capiamo che c’è una situazione di pericolo e di emergenza e quindi stiamo anche tutti molto più attenti. Questo è sbagliato. Se fossimo stati attenti anche prima, quel ristorante non sarebbe stato costretto a chiudere o sarebbe stato chiuso meno a lungo, subendo un danno molto minore. Se noi usiamo le precauzioni necessarie e adottiamo quelle poche semplici regole che conosciamo noi tuteliamo noi stessi, la nostra salute, e anche il lavoro delle persone. Dobbiamo ricordarcene sempre e anche a Natale.”

I VACCINI

Da ultimo è stato affrontato il tema dei vaccini: quello antinfluenzale subito (molti lamentano che sia introvabile) e quello antiCovid che verrà nel 2021. “Per quanto riguarda il vaccino antinfluenzale, la Regione ha acquisito un numero di vaccini significativamente superiore rispetto a quello degli ultimi anni. – ha detto la dottoressa Angelini – Nonostante questo la domanda ha superato la disponibilità. Ma la Regione ne sta reperendo una nuova dotazione sul mercato che arriverà entro i primi 10-15 giorni di dicembre e il vaccino per l’influenza per essere efficace si può fare anche per tutto il mese di dicembre”.

“Per quanto riguarda il vaccino anti-Covid a inizio dicembre uscirà il piano vaccinale del Ministro Speranza, poi arriverà una prima tranche del vaccino che sarà destinato in via prioritaria agli operatori sanitari e alle strutture per anziani. È un vaccino quello della Pfizer che presenta delle difficoltà organizzativo-logistiche, perché deve essere conservato a meno 70 gradi, e ci stiamo attrezzando per essere pronti; – ha concluso la dottoressa Raffaella Angelini – ci sarà la necessità di vaccinare molte persone in poco tempo, sempre per problematiche conservative, per cui chiederemo aiuto anche ai sindaci per ottenere magari degli spazi sportivi che attualmente non sono utilizzati. Ravenna è la provincia con i più alti tassi di copertura vaccinale, speriamo che le persone aderiscano e che la paura delle malattia porti a una scelta razionale nell’accettare una misura come la vaccinazione. Ricordiamo che se verrà fatta da un numero elevato di persone, potrà proteggere tutti perché interromperà la circolazione del virus. È la vaccinazione di un grandissimo numero di persone l’unica strada che potrà interrompere la pandemia”.

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Commenti

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  1. Scritto da Francesco

    La sig.Angelini si preoccupi di trovare i vaccini,noi siamo pronti a vaccinarsi,speriamo che non finisca come l’influenzale, e il pneumococco!! (Introvabile malgrado l’invito della Signora a farlo!)

  2. Scritto da Aldo

    Per il vaccino antinfluenzale per me la regione non ha preso tutti quelli che servivano, io sono tra quelli che ho ricevuto sms per vaccinarmi, considerando che non tutti lo fanno come mai da un mese telefono al medico di base e mi dice che non ne ha.

  3. Scritto da Direttore

    Buon giorno signor Aldo, come ha già spiegato in più occasioni l’Assessore alla Sanità Raffaele Donini e noi lo abbiamo riportato, la Regione ne aveva ordinato una quota superiore ma un fornitore non ha rispettato i patti e non ha consegnato (la Regione ha annunciato che farà ricorso alla magistratura per questo mancato rispetto degli accordi). Adesso la Regione sta recuperando sul mercato nuove dosi per completare la vaccinazione delle persone a rischio entro dicembre. LA REDAZIONE

  4. Scritto da batti

    anch io sono rimasto senza,va be sono un nuovo entrato ci sta poi ci sono stato tantissimi scettici dei anni scorsi che quest anno si sono riversati a farlo, la cosa che mi disturba di piu è che sia rimasto senza chi ha piu anni di me e che tutti gli altri lo faceva,poi aldo è anche vero che gli anni scorsi ne buttavano parecchi..ho pure una curiusità che purtroppo non mi caverò, CHISSA SE LA CASA FARMACEUTICA CHE CI HA TROMBATO LE HA VENDUTE AD UN ALTRA REGIONE ITALIANA MAGARI INCASSANDO UNA CIFRA DA PAGARE UNA POSSIBILE PENALE E GUADAGNARCI DI PIU???

  5. Scritto da Gianni C.

    Convengo, tanti che mai lo avevano fatto , quest’anno, per la fifa (non quella del calcio) si sono sottoposti al vaccino!!

  6. Scritto da Franklyn

    I vaccini antinfluenzali sono sempre stati venduti in Farmacia a carico del paziente per la popolazione attiva.
    Quest’ anno nonostante ci fosse più bisogno di vaccinarsi non ci sono. Una contraddizione?
    Se la programmazione e di conseguenza gli ordini alle case produttrici è stato sbagliato dal governo chi poi ha sequestrato le dosi normalmente disponibili per tutti coloro che lo avrebbero acquistato siamo davanti all’ incompetenza.Si sapeva già dalla primavera che ne serviva un numero maggiore.
    Se invece la ragione è avere il controllo delle vaccinazioni nello stile “sovietico”allora è più grave.
    In ogni caso la libertà di potersi vaccinare in autonomia è stata violata.
    I medici di base non c’entrano, i farmacisti neppure, sono tagliati fuori da ogni decisione politica.
    Franklyn

  7. Scritto da batti

    frenklin, lo sbaglio del governo c è,ed è quello di lasciare la gestione dei vaccino alle regioni,in molti casi incompetenti(senza fare nomi)i vaccini hanno fatto la fine delle siringhe che da regione a regione costavano 10 volte in piu