Azienda agricola di Bagnacavallo lancia la campagna “Io non sono uno scarto”, per non buttare frutta e verdura

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“Io non sono uno scarto” è il tema del nuovo progetto targato Valle delle albicocche, l’azienda di Bagnacavallo che sempre insieme all’associazione Cambiavento di Imola, lancia una nuova campagna, dopo quella sul recupero dei mozziconi di sigaretta. “Io non sono scarto” prende il nome dal rifiuto della logica del gettare, dello scarto a tutti i costi. “Noi crediamo che i prodotti buoni e sani, meglio ancora se biologici, non meritano di essere buttati, ma devono essere consumati”, commentano.

valle della albicocche bagnacavallo

La prima iniziativa della campagna si concretizza con la proposta di un “nuovo” prodotto, chiamato appunto “Io non sono uno scarto”, che verrà inserito nel sito www.lavalledellealbicocche.it, formato da 1 kg di verdura mista che verrà venduto a 1 euro. La prima di una serie di iniziative che si concretizzeranno lungo tutto il 2021.

“Da tempo la nostra azienda, in collaborazione con l’associazione Cambiavento di Imola, è impegnata ad azioni di solidarietà e d’impegno sociale ed ambientale, ricordiamo solo la campagna “Per un pugno di mozziconi…”, che prevede anche l’offerta gratuita di prodotti a fronte di un piccolo grande gesto come la raccolta di mezzo kg di mozziconi. “Io non sono uno scarto” aggiunge quindi un altro tassello alla nostra azione a favore dell’economia circolare, della sostenibilità sociale ed ambientale. Noi crediamo che nessuna parte del mondo possa più permettersi lo sciupìo alimentare al quale assistiamo costantemente”, aggiungono.

I dati europei

I dati europei del 2018 parlano del 33% di frutta e verdura non arrivata sugli scaffali perché “brutta”, 50 milioni di tonnellate di prodotti agricoli che sono stati scartati perché esteticamente irregolari, troppo grandi o troppo piccoli, deformi o con difetti alla buccia e quindi non richiesti ed acquistati dai consumatori. Prodotti che finiscono per alimentare le discariche, e, forse, dove c’è un po’ più di scrupolo, la produzione di organico. Facile fare il solito abbinamento con ciò che “noi” buttiamo quando un terzo della popolazione mondiale è sottoalimentato.

I dati della Fao

Secondo i dati resi noti dalla FAO nel 2019 (http://www.fao.org/3/ca6030en/ca6030en.pdf), nel corso di un anno vengono gettati ben 1.3 miliardi di tonnellate di cibo ancora commestibile, potenzialmente in grado di sfamare gli 821 milioni di persone che tutt’oggi non hanno accesso a risorse nutritive adeguate, compresi 43 milioni di cittadini europei che faticano ad approfittare di almeno due pasti al giorno. Solo in Italia si parla di 4.000 tonnellate di cibo, per una media europea di circa 214 kilocalorie sprecate per singolo cittadino. Una perdita che non avviene solo all’interno delle cucine, ma che inizia già dalla filiera produttiva: si stima che il 14% degli sprechi avvenga prima che gli alimenti possano giungere sulla tavola dei consumatori.

Secondo il report FAO “Stato dell’alimentazione e dell’agricoltura 2019”, il 14% della perdita si verifica già dalla fase di raccolta: la maggior parte degli alimenti viene scartata poiché poco affine agli standard estetici attesi dai clienti. Eppure rimane la cucina il luogo dove frutta, verdura, latticini e carne vengono più facilmente sprecati: spesso perché visivamente poco appetibili, altrettanto sovente poiché le famiglie tendono ad acquistare più di quanto effettivamente abbiano bisogno, con il risultato che la gran parte dei prodotti confezionati non viene consumato entro la scadenza, mentre il fresco raggiunge il punto di fisiologica decomposizione prima di giungere sul piatto.

Gettare il cibo significa anche sprecare e consumare inutilmente le risorse energetiche utilizzate per produrlo, trasportarlo, conservarlo e confezionarlo. Si stima per esempio che lo spreco alimentare contribuisca a generare l’8% delle emissioni annuali di CO2 nell’atmosfera.

Ecco perché la lotta allo spreco deve coinvolgere tutti, dal singolo alle strutture più organizzate, comprese le grandi campagne di marketing. Perchè il problema si pone qui e ora. Ognuno nel suo piccolo può rifiutare questa logica del bello, del perfetto, a favore di un “brutto ma buono”, ma soprattutto contro la logica dello spreco di cibo.

“Io non sono uno scarto”, il video https://youtu.be/NIL-zU7A7go

La ricetta di “Io non sono uno scarto”

“Radicchio rosso con i bruciatini”

Si prendono le foglie esterne del radicchio di Chioggia o Trevigiano, quelle che vengono gettate per garantire la giusta misura del caspo, che deve essere né troppo grande né troppo piccolo, secondo gli standard di vendita. Si tagliano a listellini sottili. A parte, in una padella si cuoce una fetta di pancetta precedentemente tagliata a quadratini. A cottura avvenuta si aggiunge una quantità di aceto che può variare a seconda dei gusti (la ricetta originale romagnola ci parla dell’aceto bianco di vino, ma il gusto può essere “addolcito” con aceto di mele o balsamico). Si lascia amalgamare sul fornello assieme alla pancetta per un paio di minuti, dopo di che si versa tutto nella teglia con il radicchio. Mescolare ben bene e servire a tavola.

La ricetta in un video: https://youtu.be/EmKzp_pCbQE

Per ulteriori informazioni tel. 334.1308514 – www.lavalledellealbicocche.it – info@lavalledellealbicocche.it

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