Ravenna, la Giunta comunale ha approvato il Piano urbanistico Porto Fuori est – via Bonifica

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Nell’ultima seduta la giunta comunale di Ravenna ha approvato il Piano urbanistico attuativo generale e il primo stralcio attuativo, con le opere di urbanizzazione del primo e secondo stralcio, dell’ambito a programmazione unitaria e concertata comparto S9, Porto Fuori est – via Bonifica Porto Fuori. Si tratta di uno degli ambiti a programmazione unitaria e concertata previsti dal vigente Piano strutturale comunale in virtù di obiettivi di interesse pubblico individuati nel 2003, quando è stato approvato il bando pubblico per l’attivazione delle procedure per l’acquisizione delle proposte di progetti e iniziative da parte dei privati a norma dell’articolo 18 della legge regionale 20 del 2000.

Da allora – considerando che il lasso di tempo che può trascorrere tra la presentazione delle proposte e la stipula delle relative convenzioni urbanistiche può essere anche superiore a vent’anni – può essersi determinato un non perfetto allineamento tra gli obiettivi di pubblico interesse sottesi all’attuazione di tali ambiti, in questo caso la realizzazione di una bretella che aggirerà l’abitato, con vantaggi dal punto di vista del miglioramento della sicurezza stradale, e le aggiornate esigenze del territorio.

Ad oggi l’approvazione/convenzionamento dei Piani urbanistici attuativi derivanti dall’articolo 18 della legge regionale 20 del 2000 in coerenza con gli accordi già stipulati risulta imprescindibile in quanto, in assenza di gravi inadempienze della parte privata, l’Amministrazione comunale non può sottrarsi unilateralmente al dovere di rispettare le obbligazioni che le competono, trattandosi di negozi di natura contrattuale che, in quanto tali, vincolano i rispettivi sottoscrittori; il recesso unilaterale e ingiustificato dell’Amministrazione la esporrebbe inoltre a notevoli responsabilità risarcitorie verso le sue controparti contrattuali.

Questa considerazione, supportata dal parere dei legali del Comune, vale appunto anche per il caso specifico del comparto S9. L’intervento urbanistico in questione deriva non da una domanda di parte, ma da un accordo di secondo livello già stipulato a norma dell’articolo 18 della legge regionale 20 del 2000, il quale prevede precisi impegni a carico sia della parte privata sia del Comune, che si colloca nell’ambito di un iter procedimentale del tutto coerente con le previsioni degli strumenti urbanistici vigenti. Nel frattempo l’Amministrazione comunale è al lavoro per mettere in campo un meccanismo che consenta di ripensare le situazioni qualora gli interessi della comunità e del territorio risultino mutati.

“Abbiamo scelto – chiarisce l’assessora all’Urbanistica Federica Del Conte – di cogliere l’opportunità rappresentata dalla redazione, attualmente in corso, del nuovo Piano urbanistico generale, deliberando di indirizzare l’azione del servizio Progettazione e Gestione Urbanistica affinché vi vengano inserite indicazioni normative idonee a promuovere, previo accordo con i soggetti attuatori già firmatari delle convenzioni urbanistiche relative agli ambiti ad attuazione unitaria e concertata previsti dal vigente Psc e comunque nel rispetto delle garanzie e delle prerogative delle parti, varianti alle suddette convenzioni che contemplino l’aggiornamento degli obiettivi di pubblico interesse ivi previsti e garantiscano trasformazioni territoriali maggiormente rispondenti alle mutate esigenze del territorio.  Questo strumento di confronto potrebbe valere anche nel caso specifico dell’articolo 18 di Porto Fuori”.

“Non dobbiamo e non possiamo dimenticare – dichiara il sindaco Michele de Pascale – che il meccanismo dei cosiddetti articoli 18 fu messo in campo a partire dalla volontà di accompagnare l’autorizzazione alla realizzazione di interventi da parte di privati, naturalmente nel rispetto degli strumenti urbanistici vigenti, all’impegno, da parte degli stessi, ad investire in importanti opere pubbliche per la comunità. A prescindere dalla situazione specifica, abbiamo maturato la volontà di introdurre nel Pug un meccanismo virtuoso che ci permetta di rivalutare le situazioni qualora gli interessi della comunità e del territorio risultino mutati. Come abbiamo detto e dimostrato in più occasioni, il contenimento del consumo di suolo e la realizzazione degli altri principi cardine della nuova legge urbanistica regionale sono per noi una priorità. Per questo ci siamo attivati per fare del nostro Pug, al quale sta lavorando in confronto continuo con i nostri tecnici un gruppo di professionisti appositamente selezionato, uno strumento che abbia alle spalle una approfondita conoscenza del nostro comune e che sia flessibile, cioè che possa dare risposte alle esigenze del territorio e delle persone che lo abitano e che sia sempre al passo con i tempi, in grado di promuovere lo sviluppo, l’innovazione e la competitività delle attività produttive e terziarie favorendo la rigenerazione dei territori urbanizzati e il miglioramento della qualità urbana ed edilizia, tutelando e valorizzando l’ambiente e il paesaggio, i territori agricoli, gli elementi storici e quelli culturali. La redazione di tale piano rappresenta un processo di pianificazione generale di natura rivoluzionaria rispetto all’attuale strumentazione impostata nel 2003”.

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Commenti

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  1. Scritto da Alvaro Ancisi

    Cioè? Cioè abbiamo sbagliato tutto (“Alvaro Ancisi: È in arrivo in Comune il piano che strangola Porto Fuori – RavennaNotizie.it”) e ce ne vantiamo.
    Mezza circonvallazione di Porto Fuori è solo dannosa. Vediamo come cambiare le carte in tavola. Cementificare 85.697 metri quadri di terreno agricolo, gran parte dei quali da espropriare, far costruire case per 17.110 metri quadrati, pari a qualche centinaio di appartamenti, spazzare via 80 orti ad uso sociale degli abitanti del paese, in gran parte anziani, è tutta una bolla di sapone? Intanto gli raccontiamo di un nuovo piano urbanistico in generale senza fargli capire niente.
    L’importante è arrivare alle elezioni di giugno facendoglielo credere (ai cittadini, non ai lottizzatori che hanno in mano i contratti firmati da noi). Chissà.